Salone

Salone – Salone

 

I bombardamenti del primo conflitto mondiale hanno danneggiato anche gli affreschi dell’ampio salone cui si accede dall’antisala al piano nobile: una vasta lacuna interessa la parte destra del soffitto, e altri crolli si registrano al centro in basso, sotto i vessilli e sotto il pavone.

Ancora una volta è Costantino Cedini ad occuparsi degli affreschi di questa importante ala del palazzo (sulle vicende attributive si veda Tomezzoli 2018, p. 287). Le pareti sono scandite da lesene ioniche molto simili a quelle già osservate nello scalone e nell’atrio, che ritmano la scansione di finestre reali e quelle finte loro contrapposte nel registro superiore del lato opposto. Una di esse appare spalancata e decorata da un tendaggio a strisce gialle e grigie; su un lato breve a un’altra finestra si affaccia una dama con un ventaglio in mano, ornata con una veste bianca e azzurra.

Sul soffitto campeggia il Trionfo di Ercole, con l’eroe assiso su un carro trainato da centauri, colto nel momento in cui la Virtù lo corona d’alloro. Al centro della scena una diretta allusione ad una delle più note fatiche di Ercole, l’idra di Lerna, perde la sua brutalità mentre un gruppo di putti vi si trastulla (Tomezzoli propone anche un’interpretazione alternativa, con un’allusione ai serpenti strangolati nella culla dall’eroe in fasce, Ivi p. 285).

Mentre in alto a destra la Fama diffonde la notizia dell’apoteosi, la scena viene completata da una serie di illustri personaggi, Divinità dell’Olimpo e personificazioni allegoriche. Da sinistra, sotto l’arco dello Zodiaco, si trova la Prudenza con lo specchio in mano, a seguire in basso a sinistra la Magnanimità (o Magnificenza) in veste giallo-oro esibisce una statuetta mentre poco sopra un putto regge una cornucopia. La accompagna forse Minerva, ammantata da un drappo blu. Nella parte destra si riconoscono Mercurio (con caduceo e petaso), Giunone (con il pavone ai suoi piedi), il volto di Marte cinto dall’elmo, Giove (con la sua aquila) e un Nettuno ormai scomparso, riconoscibile solo grazie al tridente. Sul lato maggiore, in corrispondenza delle costellazioni del Leone e della Vergine, è adagiata la raffigurazione di Cerere.

Emanuele Principi

 
Datazione: da: 1766 a: 1769
 
Bibliografia

A. Moschetti, I danni ai monumenti e alle opere d’arte delle Venezie nella guerra mondiale MCMXV-MCMXVIII, Venezia 1932, pp. 673-676; M. Checchi, L. Gaudenzio, L. Grossato, Padova. Guida ai monumenti e alle opere d’arte, Venezia 1961, pp. 440-441; N. Gallimberti, Il volto di Padova, Padova 1968, p. 427; G. Pavanello, Costantino Cedini (1741-1811), in “Bollettino del Museo Civico di Padova”, LXI, 1-2, 1972b, pp. 196-199, 226-227; G. Pavanello, Gli affreschi di palazzo Maldura a Padova, in “Arte Veneta”, XXIX, 1975, pp. 262-264; E. Bassi, Cedini, Costantino, in Dizionario Biografico degli Italiani, 23, Roma 1979, p. 310; L. Puppi e G. Toffanin, Guida di Padova. Arte e storia tra vie e piazze, Trieste 1983, pp. 367-368; G. Fossaluzza, La pittura a Padova nel Settecento, in La pittura in Italia. Il Settecento, a cura di G. Briganti, I, riedizione accresciuta e aggiornata, Milano 1990, p. 165; R. Pallucchini, La pittura nel Veneto. Il Settecento, a cura di M. Lucco, A. Mariuz, G. Pavanello, F. Zava, II, Milano 1995 pp. 276-277; S.C. Martin, Cedini, Costantino (Costantino di Domenico), in Saur. Allgemeines Künstler-Lexikon. Die Bildenden Künstler alle Zeiten und Völker, 17, München-Leipzig 1997, p. 464; G. Pavanello, in Gli affreschi nelle ville venete. Il Settecento, a cura di G. Pavanello, II, Venezia 2011, p. 174, cat. 41; D. Ton, Padova, in La pittura nel Veneto. Il Settecento di Terraferma, a cura di G. Pavanello, Milano 2011, p. 42; A. Tomezzoli, Palazzo Maldura, in “Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento”, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 279-299.

 
Informazioni sul palazzo
Palazzo Maldura
Padova

Elenco immagini:

Costantino Cedini, Trionfo di Ercole, 1766-1769 ca.


 

Costantino Cedini, Dama affacciata alla finestra, 1766-1769 ca.