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Come rileva Ton (2018, p. 233) lo stato di conservazione degli affreschi della volta è cattivo, prevalentemente a causa dell’incendio che nel 1995 li ha pesantemente compromessi, e nonostante il restauro del 2011 vi abbia parzialmente posto rimedio.
Una intelaiatura quadraturistica di grande leggerezza corre lungo il perimetro dell’affresco, simulando una pietra iridescente ed aprendosi in alcune lunette con allegorie delle varie discipline, dipinte a simulare sculture bronzee: Retorica, Filosofia, Amore di Virtù, Studio, Matematica, Teologia, Etica, Storia, Ingegno, Intelletto, Poesia e Grammatica. Agli angoli troviamo alcuni putti, in finta pietra rossiccia, colti nell’atto di giocare con strumenti allusivi alle quattro arti, Architettura, Pittura, Musica e Scultura (una chiarificazione sull’iconografia è offerta da Fanzago, 1799).
La grande visione celeste centrale è dominata dal monte Elicona, ai lati del quale si sviluppano simmetricamente le scene. Nella parte alta compare un cielo percorso da nubi variamente illuminate dal globo solare che, al centro, avvolge la figura di Apollo: il complesso costituisce la rappresentazione del Trionfo della Sapienza. Poco a sinistra di Apollo è assisa Minerva, il cui scudo è retto da alcuni putti. Ai piedi del monte, alcuni saggi si abbeverano alla fonte fatta sgorgare dal colpo di zoccolo di Pegaso: sono varie figure, di diverso abbigliamento ed età, con i più anziani a porgere brocche ai più giovani. Sul lato destro, gli ignoranti si allontanano, facendo capire con ampi gesti di rifiutare l’acqua che viene loro offerta. Secondo l’interpretazione iconografica offerta da Fanzago, tra i saggi che si abbeverano alla fonte si potrebbero riconoscere “i generi differenti della Poesia Pastorale, Lirica, Bacchica, Epica, Drammatica”.
Parte integrante dell’apparato decorativo e del progetto iconografico è rappresentata dalla serie di busti in finto bronzo con Mosè, Omero, Cicerone e Dante, a indicare i quattro capostipiti delle tradizioni letterarie d’ogni tempo e letteratura. In alcune delle vele dipinte a mo’ di finta architettura fanno la loro comparsa alcune scritte in greco antico, traducibili come invito allo studio e alla conoscenza, secondo la lettura fornita da Franco Barbieri e riportata da Poppi (2012, pp. 255 e 322, nota 43) traducibili in “Bevi o vattene” e in “Colui che sente un amore fraterno previene il bisogno dei confratelli”.
Ton (2018, p. 237) intercetta, nell’impianto decorativo, un’appartenenza ad un certo rococò alpino o internazionale, giocato su forme spiritose e ricercatezze cromatiche lontane da una troppo rigida impostazione plastica, dallo studioso ricondotta all’ampiezza di esperienza di Le Grù (attivo anche in Baviera, nel mantovano e a Bergamo).
Una data, “1755”, leggibile sul pavimento della biblioteca può essere considerata come termine post quem per la datazione, mentre sappiamo che la biblioteca era terminata e “finita ogni cosa” (Fanzago 1799) nell’anno 1761, anno assumibile come ante quem. Ton circoscrive con più precisione allo stretto giro d’anni attorno al 1760 l’esecuzione degli affreschi, in quanto pittore e quadraturista sono attestati da Rossetti in collaborazione, proprio in data 1760, nella decorazione del perduto palazzo Foratti di Montagnana (2018, p. 240).
È sempre Ton (Ivi, p. 241) a rilevare una discontinuità “sconcertante” nella definizione di alcune figure, aprendo all’ipotesi che parte della decorazione sia stata irrimediabilmente compromessa in occasione dell’incendio del 1995, in particolare nella parte destra dell’affresco soffittale.
Emanuele Principi
F. Fanzago, Notizie intorno alla vita e alle opere del P. M. Carmeli minor osservante padovano primo pubblico professore di lingue orientali nella Università di Padova, Padova 1799; M. Poppi, L’istituto Magistrale Statale “A. Di Savoia duca d’Aosta” di Padova, Padova 2012; D. Ton, Biblioteca Carmeli, in “Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento”, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, 2018, pp. 232-241.
Biblioteca Carmeli
Padova
Elenco immagini:
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Trionfo della Sapienza, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Trionfo della Sapienza (particolare), 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Trionfo della Sapienza (particolare), 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Trionfo della Sapienza (particolare), 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Poesia, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Storia, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria dell’Etica, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Retorica, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Filosofia, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria dell’Intelletto, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria dell’Ingegno, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Teologia, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria dello Studio, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Matematica, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Grammatica, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Pittura, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria dell’Architettura, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Scultura, 1755-1761
Giuseppe Le Grù e Innocenzo Ceppi, Allegoria della Musica, 1755-1761