Salone – Salone

La pianta dell’ambiente ricalca quella dell’ambiente al piano terra, con una struttura a T composta di un’antisala e, di altezza doppia rispetto ad essa, di un salone vero e proprio. Le pareti del salone sono decorate con scene mitologiche entro finti riquadri a stucco: a partire da sinistra rispetto all’ingresso dell’antisala troviamo Il Sogno e la Notte, sulla parete occidentale Venere e Amorini ed Ercole e Onfale. Sopra le finestre della parete settentrionale sono affrescate raffigurazioni di Ninfe e Fauni, mentre nella ristretta fascia dello zoccolo che divide le porte-finestre centrali dalle finestre laterali sono rannicchiate due personificazioni: quella maschile è un Fiume, quella femminile forse una ninfa fluviale. Sull’altro lato corto, la parete orientale, vi sono l’episodio mitologico di Apollo e Dafne e la raffigurazione delle Grazie. La fascia superiore del sottosoffitto è scandita da cartouches mistilinei con scene di putti a monocromo azzurro. A completamento della decorazione parietale, a lato dell’ingresso, la scena con Argo, Mercurio ed Io. Sopra le due porte dei lati corti vi sono sovrapporte ovali a monocromo con le rappresentazioni di Venere e Amore. Altre raffigurazioni analoghe si trovano sulla parete finestrata, in mediocre stato conservativo.
Ampi inserti in stucco bianco e oro, talvolta sovrappostisi alla decorazione pittorica ad affresco, sono stati inseriti posteriormente, nel corso del XIX secolo. Denis Ton (2018, p. 201) ipotizza che anche la fascia inferiore delle pareti fosse decorata ad affresco, nonostante questa porzione non sia oggi più visibile. Anche l’attuale soffitto sostituisce gli affreschi originali di Dorigny, che furono “fatti sparire mentre si facevano riparazioni al tetto, perché le filtrazioni d’acqua avevano loro recato qualche danno” (Vecchiato 1894).
Le pitture sono state realizzate da Louis Dorigny (1654-1742), come già segnalato dalla guida settecentesca di Rossetti (1765). Per quanto concerne le quadrature invece, non sembra necessario a Ton chiamare in causa l’intervento di Antonio Felice Ferrari (Ton 2018, p. 201).
La datazione dell’intervento di Dorigny a palazzo Cavalli ha quasi sempre trovato collocazione a cavallo fra XVII e XVIII secolo, ma viene ricondotta con più precisione al 1704, vigilia della partenza del pittore per la Francia, da Denis Ton (Ivi, p. 202).
Emanuele Principi
G. B. Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture ed architetture di Padova. Con alcune osservazioni intorno ad esse, ed altre curiose notizie, Padova 1975; E. Vecchiato, Il palazzo Cavalli a Porte Contarine in Padova, in “Atti e Memorie della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti in Padova”, X, 1894, pp. 217-231; D. Ton, Palazzo Cavalli, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 175-203.

Padova
Elenco immagini:
Louis Dorigny, Le Grazie, ante 1704
Louis Dorigny, Ercole e Onfale, ante 1704
Louis Dorigny, Venere e amorini, ante 1704
Louis Dorigny, Il Sogno e la Notte, ante 1704
Louis Dorigny, Mercurio e Argo, ante 1704
Louis Dorigny, Ninfa e fauno, ante 1704
Louis Dorigny, Ninfa e fauno, ante 1704