Palazzo Zigno, ora Nani Mocenigo

Palazzo Zigno, ora Nani Mocenigo

Nel 1782 Antonio Zigno acquistò l’area dove erano presenti i resti delle vecchie stalle del Capitanio andate distrutte in un disastroso incendio 1778, per edificare la sua dimora, alla cifra di 11.000 lire. Già nell’aprile del 1785, come testimonia Gennari, i lavori di erezione del palazzo, su progetto dell’architetto Bernardino Maccaruzzi, erano conclusi.

La famiglia rappresenta una delle più importanti fra quelle borghesi arricchitesi attraverso il commercio, come testimoniato dall’erezione del palazzo sulla antica Strada Maggiore. Tra i membri di spicco, sul finire del secolo momento di loro massima fortuna, troviamo Antonio Zigno, morto nel 1789, e il figlio Marco.

Di grande interesse, anche per la sostanziale coincidenza con le date dell’esecuzione degli affreschi del palazzo, il fatto che dopo il 1785, l’abitazione degli Zigno divenne sede di un importante ‘club’ nel quale si ritrovavano i principali esponenti di quelle correnti filo-francesi e democratiche che, pur tenendosi lontano dagli eccessi giacobini, favorirono lo sviluppo delle idee illuministiche nel Veneto.

A questa apertura nei confronti delle nuove idee si accompagna un interesse e una disponibilità verso le nuove forme di decorazione e dunque chiamare all’opera alcuni degli artisti della nuova stagione neoclassica, in particolare Pietro Antonio Novelli, Paolo Guidolini e Giambattista Canal.

Andrea Chiocca

 
Bibliografia:

L. Olivato, Tradizionalismo, eversione e rinnovamento tipologico dell’edilizia tra Sette e Ottocento, in Padova. Case e palazzi, a cura di L. Puppi e F. Zuliani, Vicenza 1977, pp. 212-215; G. Monteleone, Padova tra Rivoluzione e Restaurazione, 1789-1815, Padova 1997, p. 46; D. Ton, Palazzo Zigno, Nani Mocenigo, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, p. 356.


 
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