Chiesa di Ognissanti, cappella dei Morti

Città:
Mantova
Provenienza:
Chiesa di Ognissanti, cappella dei Morti
Autore:
Artista mantovano
Titolo:
Annunciazione
Tecnica e misure:pittura murale staccata, 112 x 215 cm
Ubicazione:
Museo di Palazzo Ducale
Inventario:
inv. generale 12506
Restauri:
1961 stacco di Ottemi Della Rotta
1961 restauro di Ottemi Della Rotta (ASoMn, esercizio finanziario 1961/1962, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere)
1993 restauro di Marcello Castrichini (?)
L’affresco (fig.1) fu rinvenuto nella chiesa di Ognissanti intorno al 1960. Il frammento emerse in-sieme ad un altro lacerto (cfr. L’Occaso 2011, pp.87-88, cat.4) sotto lo strato pittorico che decorava la cappella dei Morti, in corrispondenza della Madonna e Santi di Nicolò da Verona (fig.2). Gli af-freschi vennero alla luce durante le operazioni di strappo promosse dal Soprintendente Giovanni Paccagnini: in occasione della mostra dedicata a Mantegna, allestita all’interno di Palazzo Ducale, si decise di procedere allo scoprimento e alla rimozione dell’affresco di Nicolò da Verona, che venne strappato e riportato su tela. L’intervento, concluso entro il luglio del 1960, portò alla luce i frammenti più antichi, che vennero a loro volta rimossi e restaurati per proteggere le superfici pit-toriche dall’umidità della cappella (doc.1). Una fotografia scattata prima dello strappo mostra i due lacerti nella loro collocazione originaria, sotto delle tracce lasciate dall’affresco sovrastante (fig.3). La superficie pittorica, fortemente disgregata e lacunosa, presentava numerose cadute di colore e i segni delle martellature a cui era stata sottoposta prima di essere coperta dal nuovo strato d’intona-co (fig.4)
Lo strappo fu eseguito da Ottemi Della Rotta dietro un compenso di 190.000 lire; il contratto ven-ne firmato il 27 giugno 1961 e le operazioni si conclusero entro il 15 luglio dello stesso anno, co-me testimonia la fattura inviata alla Soprintendenza (doc.2; doc.3). Dopo aver eseguito il fissaggio del colore, le pitture vennero rimosse e trasferite su telai in legno di abete «ad angoli fissi a scac-chiera»; seguì l’integrazione delle lacune e il rappezzo a tinte neutre (doc.3). Una fotografia con-servata nell’archivio della Soprintendenza potrebbe documentare, a mio avviso, lo stato conserva-tivo dell’affresco in seguito all’intervento: la superficie appare attraversata da numerose reintegra-zioni a neutro, corrispondenti perlopiù ai segni delle martellature (fig.4). L’Annunciazione venne nuovamente restaurata nel 1993, insieme ad un gruppo di affreschi staccati conservati nel Museo di Palazzo Ducale, provenienti dal palazzo stesso e da chiese cittadine (Cicinelli 1996, p.8). Come si evince osservando l’immagine dell’attuale stato conservativo dell’opera, il restauro ha restituito una maggiore continuità cromatica alla superficie attraverso il risarcimento di ulteriori lacune di colore. L’affresco, tuttavia, rimane difficilmente leggibile per l’ingente perdita d’intonaco, che in-teressa soprattutto la zona inferiore e quella centrale. La scena è incorniciata da una fascia rossa-stra, al di sotto della quale una scritta latina in lettere capitali recita: «[AV]E GR[ATI]A PLENA D[OMI]N[U]S TECUM · [ECCE ANCILLA DOMINI], FIAT M[IHI] S[E]C[UN]D[U]M VERBU[M] TUU[M]» (Ber-telli 2010, pp.35-36). A sinistra è rappresentano l’angelo annunziante, di cui non si conservata il vi-so, e a destra Maria seduta all’interno della propria abitazione, che ricorda una sorta di trono.
L’affresco è stato inventariato nel 1993 senza nessuna indicazione circa la sua provenienza. Viene menzionato per la prima volta, con una breve citazione, da Cicinelli, che lo colloca alla fine del XIII secolo, una datazione oggi condivisa (Cicinelli 1996, p.8). L’Annunciazione venne alla luce insieme ad un altro frammento, rappresentante Nicodemo e l’Arcangelo Gabriele. Entrambi gli af-freschi appartengono alla medesima campagna decorativa e nonostante non si possano attribuire alla stessa mano, sono comunque riferibili alla stessa bottega (L’Occaso 2011, pp.86-87, cat.3). Come documenta la fotografia precedente lo strappo, infatti, erano dipinti su un unico strato d’in-tonaco, uno accanto all’altro; in entrambi, inoltre, si può riscontrare lo stesso modo di dipingere le aureole (L’Occaso 2011, pp.86-87, cat.3). Solo in tempi recenti hanno goduto una certa fortuna cri-tica. Nel 1997 Spanio propose una serie di confronti, riconoscendo negli affreschi una chiara evi-denza dell’«interesse locale per le novità del “Rinascimento paleologo”, mediate soprattutto dalla pittura veneziana» (Spanio 1997, pp.404-405). Negli ultimi anni L’Occaso ha approfondito le ri-cerche, restituendone la provenienza (L’Occaso 2002, p.103; L’Occaso 2011, pp.86-87, cat.3). For-se il pittore che eseguì l’Annunciazione dipinse anche le due Madonne col Bambino provenienti dalla chiesa di San Francesco di Mantova, un’ipotesi avanzata da Andrea De Marchi e segnalata da L’Occaso (L’Occaso 2011, pp.86-87, cat.3).
Lia Passarini
Documenti:
Doc.1
Mantova, [?]. Perizia di spesa firmata dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Il Soprintendente Paccagnini calcola la spesa complessiva per la rimozione e il restauro di due frammenti d’affreschi venuti alla luce in seguito allo strappo della Madonna e Santi di Nicolò da Verona nella chiesa di Ognissanti. La somma stimata è di 190.000 lire.
AsoMn, esercizio finanziario 1961/1962, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere
Doc.2
Mantova, 27 giugno 1961. Contratto firmato tra il restauratore Ottemi Della Rotta e il Soprintendente Giovanni Paccagnini
Ottemi Della Rotta si impegna a restaurare i due frammenti d’affreschi venuti alla luce durante lo strappo della Madonna e Santi di Nicolò da Verona, dietro un compenso di 190.000 lire.
AsoMn, esercizio finanziario 1961/1962, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere
Doc.3
Milano, 15 luglio 1961. Fattura firmata da Ottemi Della Rotta ed inviata alla Sovrintendenza alle Gallerie di Mantova
Ottemi Della Rotta invia alla Sovrintendenza di Mantova la fattura relativa al restauro eseguito. Dopo il fissaggio del colore, le pitture sono state rimosse e trasferite su tele. In seguito alla stuccatura, sono state montate su telai in legno di abete «ad angoli fissi a scacchiera». Infine, è stata eseguita l’«intonatura di colore alle lacune e tinta neutra ai rappezzi».
AsoMn, esercizio finanziario 1961/1962, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere
Doc.4
Mantova, 30 ottobre 1961. Certificato di collaudo firmato dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Il Soprintendente esamina ed approva il restauro eseguito da Ottemi Della Rotta e dispone di procedere al pagamento pattuito.
AsoMn, esercizio finanziario 1961/1962, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere
Bibliografia:
A. Cicinelli, scheda in M. Castrichini, Pisanello. Restauri e interpretazioni, Todi (Perugia) 1996, p.8; P. Bertelli, Ognissanti, da «spedale» benedettino a parrocchia, in “Quaderni di San Lorenzo”, 8, a cura di R. Golinelli Berto, 2010, pp.27 e 35-36; S. L’Occaso, Il Palazzo Ducale di Mantova, Milano 2002, p.103; S. L’Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Catalogo Generale delle collezioni inventariate. Dipinti fino al XIX secolo, Mantova 2011, pp.86-87, cat.3; C. Spanio, Appunti per una storia della pittura mantovana tra Duecento e Trecento, in “Arte cristiana”, LXXXV, 783, 1997, pp.404-405.
Elenco immagini:
1. Annunciazione, fotografia delle odierne condizioni conservative.
2. L’affresco staccato raffigurante la Madonna e Santi di Nicolò da Verona, fondo fototeca Zeri.
3. I due affreschi prima dello strappo, nella loro collocazione originale.
4. L’affresco raffigurante l’Anunciazione prima dello strappo del 1961.
5. L’affresco raffigurante l’Annunciazione in una fotografia storica conservata negli archivi della Soprintendenza.