Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine

Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine

 
Autore / manifattura: Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno
Stile: Déco
Data: 1925
Dimensioni: h 43 x diametro 26,4 cm
Tecnica e materiali: terraglia
 
 

Per la realizzazione del vaso, Andloviz ha utilizzato la forma Monza 69, adottata anche per il coevo Vaso con decorazioni floreali e musicanti neosettecenteschi, mentre la decorazione pittorica in nero, bruno di manganese e ferro rosso, identificata dal numero 6074, si caratterizza per la presenza di otto scene indipendenti. Nella prima è raffigurato un sinuoso tronco di ulivo ed una piccola edicola accompagnata dal cartiglio “Insula dei” (Isola del giorno); protagonista della seconda immagine è una donna sdraiata che dorme accanto a un albero di melagrano a cui è fissato il cartello “speculum sine macula” (specchio senza macchia); nella terza isola la scritta riporta il motto “pulchra ut luna” (bella come la luna) e la figura femminile accanto al melograno è seduta con le gambe distese e il busto eretto, secondo un’impostazione che evoca i coperchi figurati dei sarcofagi in terracotta di tradizione etrusca; nell’ultima zona è dipinto un veliero seicentesco a tre alberi. Le altre quattro isole ripetono le stesse immagini, ma presentano citazioni latine diverse: “Praeclara ut fons”, “electa ut sol” e “Insula noctis” (Chiarissima come una fonte, Superba come il sole, Isola della notte). Tutte le scene, fatta eccezione per il veliero, sono inserite su zolle di terra volanti, che contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa nel tempo e nello spazio, mentre i rami di melograno e d’ulivo si dispongono con andamenti sinuosi e asimmetrici che rivelano reminiscenze vagamente liberty e un legame con le stampe giapponesi, alle quali può essere anche ricondotta la scelta di ridurre la gamma cromatica a soli tre colori. Le immagini sono rese attraverso un segno preciso e forme stilizzate, che si traducono in corpi rigidi simili a manichini avvolti in panneggi dalle pieghe profonde e in volti dai tratti somatici appena accennati mediante pochi e rapidi segni di pennello. Un esemplare del Vaso con figure sdraiate all’antica, con minime variazione nelle iscrizioni latine, è stato esposto in occasione della Seconda Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza del 1925 ed è stato acquistato dal Comune di Milano per le raccolte civiche del Castello Sforzesco, dove si trova ancora oggi.

Stefania Cretella

Bibliografia:

Alcune ceramiche moderne d’arte della Manifattura di Laveno disegnate da Guido Andlowitz, in “Domus”, n. 12, dicembre 1928, p. 63; Mario Munari, Guido Andloviz. Ceramiche di Laveno 1923-1942, Roma 1990, p. 71; Claudio Salsi (a cura di), Museo d’arti applicate: le ceramiche, Tomo III, Electa, Milano 2002, pp. 156-157, cat. 214; S. Cretella, in La forza della modernità. Arti in Italia 1920-1950, catalogo della mostra a cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli (Lucca, Fondazione Ragghianti 20 aprile – 6 ottobre 2013), Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca 2013, pp. 171, 345, cat. 114; Cretella, in Ceramiche italiane d’arte 2014, p. 113, cat. 32; S. Cretella, in Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, catalogo della mostra (Forlì, Musei San Domenico, 11 febbraio – 18 giugno 2017) a cura di V. Terraroli, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2017, pp. 157, 353, cat. 2.16

Elenco immagini:

Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine, 1925, terraglia, 43 x diametro 26,4 cm



 

Marchio del Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno