Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine

Per la realizzazione del vaso, Andloviz ha utilizzato la forma Monza 69, adottata anche per il coevo Vaso con decorazioni floreali e musicanti neosettecenteschi, mentre la decorazione pittorica in nero, bruno di manganese e ferro rosso, identificata dal numero 6074, si caratterizza per la presenza di otto scene indipendenti. Nella prima è raffigurato un sinuoso tronco di ulivo ed una piccola edicola accompagnata dal cartiglio “Insula dei” (Isola del giorno); protagonista della seconda immagine è una donna sdraiata che dorme accanto a un albero di melagrano a cui è fissato il cartello “speculum sine macula” (specchio senza macchia); nella terza isola la scritta riporta il motto “pulchra ut luna” (bella come la luna) e la figura femminile accanto al melograno è seduta con le gambe distese e il busto eretto, secondo un’impostazione che evoca i coperchi figurati dei sarcofagi in terracotta di tradizione etrusca; nell’ultima zona è dipinto un veliero seicentesco a tre alberi. Le altre quattro isole ripetono le stesse immagini, ma presentano citazioni latine diverse: “Praeclara ut fons”, “electa ut sol” e “Insula noctis” (Chiarissima come una fonte, Superba come il sole, Isola della notte). Tutte le scene, fatta eccezione per il veliero, sono inserite su zolle di terra volanti, che contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa nel tempo e nello spazio, mentre i rami di melograno e d’ulivo si dispongono con andamenti sinuosi e asimmetrici che rivelano reminiscenze vagamente liberty e un legame con le stampe giapponesi, alle quali può essere anche ricondotta la scelta di ridurre la gamma cromatica a soli tre colori. Le immagini sono rese attraverso un segno preciso e forme stilizzate, che si traducono in corpi rigidi simili a manichini avvolti in panneggi dalle pieghe profonde e in volti dai tratti somatici appena accennati mediante pochi e rapidi segni di pennello. Un esemplare del Vaso con figure sdraiate all’antica, con minime variazione nelle iscrizioni latine, è stato esposto in occasione della Seconda Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza del 1925 ed è stato acquistato dal Comune di Milano per le raccolte civiche del Castello Sforzesco, dove si trova ancora oggi.
Stefania Cretella
Alcune ceramiche moderne d’arte della Manifattura di Laveno disegnate da Guido Andlowitz, in “Domus”, n. 12, dicembre 1928, p. 63; Mario Munari, Guido Andloviz. Ceramiche di Laveno 1923-1942, Roma 1990, p. 71; Claudio Salsi (a cura di), Museo d’arti applicate: le ceramiche, Tomo III, Electa, Milano 2002, pp. 156-157, cat. 214; S. Cretella, in La forza della modernità. Arti in Italia 1920-1950, catalogo della mostra a cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli (Lucca, Fondazione Ragghianti 20 aprile – 6 ottobre 2013), Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca 2013, pp. 171, 345, cat. 114; Cretella, in Ceramiche italiane d’arte 2014, p. 113, cat. 32; S. Cretella, in Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, catalogo della mostra (Forlì, Musei San Domenico, 11 febbraio – 18 giugno 2017) a cura di V. Terraroli, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2017, pp. 157, 353, cat. 2.16
Elenco immagini:
Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine, 1925, terraglia, 43 x diametro 26,4 cm
Marchio del Vaso con figure sdraiate all’antica e cartigli con iscrizioni latine di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno