Londi

Aldo Londi iniziò giovanissimo il suo apprendistato all’interno di un laboratorio di ceramica a Montelupo Fiorentino, sua città natale, per poi lavorare fino al 1935 per la manifattura montelupina “Ceramiche Artistiche F.lli Fanciullacci”. Conclusa l’esperienza con la Fanciullacci, Londi proseguì l’attività di ceramista presso la fabbrica “Bitossi Ceramiche”, dando vita a un sodalizio artistico che durò fino al 1976, anno del suo pensionamento, interrotto solo dalla pausa forzata dovuta al conflitto mondiale e al lungo periodo di prigionia trascorso in Sudafrica. Per la manifattura Bitossi, dagli anni settanta ribattezzata “Ceramiche Flavia”, Londi ideò, in qualità di direttore artistico, numerosi vasi, oggetti d’uso e piccole sculture d’arredo di soggetto prevalentemente zoomorfo, solitamente decorate con l’inconfondibile stile della manifattura, riconoscibile per la preferenza per il colore blu, ottenuto combinando strati di smalto cobalto, verde smeraldo, azzurro acquamarina e turchese dalle differenti sfumature, e per i minuti fregi a stampo e a graffito che solcano le superfici dei vari oggetti con motivi floreali, geometrici, a losanghe e a girandola.
Il successo delle forme plastiche, dalle linee morbide, sinuose e fluide, fu tale da essere distribuite in tutto il mondo dallo Studio Rosenthal e da essere prodotte in diverse serie, sostituendo il classico decoro “Rimini blu” con smaltature omogenee, campiture bicrome, lustri metallici, motivi incisi o decorazioni pittoriche stilizzate. Il toro, rivestito con un particolare smalto rosa cangiante, e la coppia di uccellini su esili basi metalliche sono un esempio di queste riedizioni.
Stefania Cretella