Palazzo Martinengo Palatini, ora sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Brescia
Palazzo Martinengo Palatini, posto sul lato occidentale della piazza, è stato eretto tra il 1672 e i primi anni del Settecento per volontà di Teofilo III Martinengo, al posto di un precedente edificio quattrocentesco.
In origine, il palazzo presentava probabilmente una pianta a ferro di cavallo, con corpo di fabbrica principale rivolto verso la piazza e ali laterali che chiudevano il cortile interno. L’accesso ai piani superiori avviene oggi attraverso lo scalone costruito durante i lavori di restauro del 1930 ed affrescato da Vittorio Trainini. Dallo scalone si accede al salone di rappresentanza a doppia altezza rispetto alle sale laterali. Il salone mantiene ancora la struttura e le decorazioni settecentesche, mentre le sale laterali sono state restaurate e affrescate nel corso del Novecento. Gli interventi del 1930, realizzati dalla Cassa Nazionale Infortuni che due anni prima aveva acquistato il palazzo dal Comune, hanno profondamente trasformato l’edificio, costruendo al posto di vecchie case demolite un nuovo palazzo a quattro piani affacciato su via Fratelli Porcellaga e creando l’attuale planimetria quadrangolare.
La facciata seicentesca presenta la parte centrale rialzata rispetto alle ali laterali, otticamente raccordate attraverso volute in pietra, e denuncia la distribuzione interna degli ambienti, con il salone. La tripartizione è sottolineata da lesene bugnate in pietra, mentre la divisione tra i vari livelli è indicata dai marcapiani. Il maestoso portale di accesso, è affiancato da due colonne con capitelli ionici e fusti lisci scolpiti al centro con protome leonina e festoni, che sostengono il balcone del piano nobile. L’accesso all’atrio del palazzo è possibile anche attraverso due porte laterali di dimensioni ridotte, con stipiti in pietra e sopraluce con architravi scolpiti con teste femminili, simbolo della Terra e del Mare. La porta-finestra del balcone è racchiusa entro stipiti in pietra scolpita, con trabeazione con panoplie d’armi, sormontata da un timpano spezzato contenente il busto del fondatore del palazzo. Le due porte-finestre laterali, chiuse da una balaustra, presentano analoghe strutture in pietra, ma timpano ad arco ribassato. Nel livello superiore si inseriscono le tre finestre della volta, anch’esse chiuse da stipiti in pietra: la finestra centrale reca stemmi araldici, mentre le altre teste femminili con festoni. La facciata è ulteriormente decorata dalle statue di Marte e Minerva scolpite da Sante Calegari il Vecchio, che si ergono ai lati del blocco centrale.
Stefania Cretella
Il palazzo Martinengo Palatini in Brescia. Nuova sede della Cassa Nazionale Infortuni, Brescia 1931; Remigio Marini, Giulio Quaglio la maturità e la vecchiezza, in “Arte Veneta”, 1958, pp. 141-157, in part. pp. 149-150; Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 5: Il Seicento, Edizioni di Storia Bresciana, 1976, pp. 221-234; Giuseppe Bergamini, Giulio Quaglio, Arti grafiche friulane, Tavagnacco 1994, pp. 229-234; Valentino Volta, Palazzo Martinengo Palatini nella piazza del Mercato, in Valentino Volta (a cura di), La cittadella degli Studi: chiostri e palazzi dell’Università di Brescia, Jaca Book, Milano 2006, pp. 111-129;
Stefania Cretella, Università degli Studi di Brescia, Rettorato, già palazzo Martinengo Palatini, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 335.