Nespolo, Senza titolo

Dopo il conseguimento del diploma all’Accademia Albertina di Torino e della laurea in Lettere moderne, Ugo Nespolo iniziò una brillante e multiforme carriera artistica che, a partire dagli anni sessanta, lo portò a sperimentare numerose tecniche e materiali, passando con disinvoltura dal cinema al teatro, dalla pittura alla grafica, dalla ceramica al vetro. Il suo rapporto con la ceramica iniziò negli anni ottanta, quando nel biennio 1985-1986 venne invitato a partecipare al laboratorio “Giocare con l’arte”, progetto ideato da Bruno Munari e organizzato presso il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, mentre le sue prime significative opere ceramiche, realizzate in collaborazione con la “Bottega Gatti”, sono datate al 1989 (Le quarantacinque opere prodotte in questa occasione, sono state esposte alla mostra “Nespolo ceramista”. Cfr. Nespolo ceramista, catalogo della mostra (Faenza, Palazzo delle Esposizioni, 15 settembre – 28 ottobre 1990), Electa, Milano, 1990) .
Le ricerche degli anni sessanta e settanta, compiute a stretto contatto con personalità come Baj, Fontana, Boetti e Pistoletto, si orientarono verso linguaggi e modalità espressive affini al mondo futurista, pop e concettuale, che determinarono la formazione di una personale visione artistica caratterizzata da uno spirito ironico e leggero, apparentemente infantile, interpretato attraverso colori brillanti e forme tendenzialmente scomposte e destrutturate. Questi caratteri si ritrovano anche nelle successive opere in ceramica, come il vaso-tazza di collezione privata. Si tratta di un oggetto-scultura formato da elementi differenti (il piede a calotta, lo stelo incurvato a sezione quadrata e la coppa troncoconica con anse trilobate), assemblate insieme in un equilibrio instabile. Tale precarietà si associa a una stesura degli smalti informe, caotica ed esplosiva, carica di brio e di spontaneità.
Stefania Cretella
Nespolo ceramista, catalogo della mostra (Faenza, Palazzo delle Esposizioni, 15 settembre – 28 ottobre 1990), Electa, Milano, 1990



