Ponti, Società Ceramica Richard-Ginori, Vaso Celadon

In previsione dell’imminente Triennale di arti decorative del 1930, Ponti chiese ad Alfred Brown e ai chimici del laboratorio di Sesto Fiorentino di inventare una nuova tecnica esecutiva che potesse costituire una nuova famiglia e divenire l’elemento di novità del campionario della manifattura da esporre a Monza. Nacque così la porcellana tenera, dal colore grigiastro, che poteva essere prodotta nella versione in biscuit con lumeggiature dorate e nella variante con rivestimento in smalto celadon (Livia Frescobaldi Malenchini, Maria Teresa Giovannini, Oliva Rucellai, Gio Ponti. La collezione del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, Maretti editore, 2015, p. 450). Come ricordato da Maria Teresa Giovannini, questo tipo di prodotti non ebbe particolare successo di critica, probabilmente per l’evidente legame con l’oriente suggerito dalla smaltatura celadon, che riprendeva le omonime porcellane cinesi, e dalla selezione dei soggetti associati ai vasi e agli altri esemplari della serie (Gio Ponti e la Richard-Ginori. Una corrispondenza inedita, catalogo della mostra (Monza, Villa Reale, 12 aprile – 7 giugno 2015) a cura di Livia Frescobaldi Malenchini, Oliva Rucellai, Corraini edizioni, Mantova 2015, p. 60, cat. 45). Le forme squadrate e rigide del vaso, appena addolcite dagli angoli smussati, si legano a decori semplici realizzati in rilievo, a stampo, in modo da esaltare l’uniforme e caratteristica cromia verde chiaro. La figurazione principale mostra un’antilope accanto a una palma, soggetti tipici dell’immaginario figurativo déco che si legano al tema dell’oriente e dell’esotico, mentre sul lato opposto si trova l’iscrizione celebrativa “Convention de Bruxelles Società Ceramica Richard Ginori Milano 1930”.
Stefania Cretella
Doccia, in “Domus”, n. 28, aprile 1930, p. 51