Stefania Cretella, La grande stagione neoclassica a Brescia: il rinnovamento di palazzo Averoldi, in “Ricche Minere”, n. 6, dicembre 2016, pp. 121-144 (ISSN: 2284-1717)
L’articolo prende in esame gli affreschi dipinti nel piano nobile del cinquecentesco palazzo Averoldi a Brescia, trasformati in uno dei progetti neoclassici più significativi della città. Il palazzo fu oggetto di una serie di interventi architettonici e decorativi, su ordine della famiglia Chizzola, che la ereditò da Vincenzo Averoldi. Grazie ai libri contabili di fine Settecento e agli inventari del secolo successivo, conservati negli archivi pubblici e privati di Brescia, è stato possibile confermare la paternità di molti affreschi e suggerire nuove attribuzioni. Dal 1788 al 1791 Saverio Gandini, Francesco Tellaroli e Giuseppe Teosa lavorarono insieme per restaurare alcune stanze del blocco principale, utilizzando un rinnovato stile neoclassico. Pochi anni dopo, Giuseppe Manfredini fu incaricato di dipingere le stanze nell’ala occidentale, mostrando una grande influenza dei modelli di Carracci. Alla fine, Manfredini e Teosa completarono il blocco principale che decorava la grande sala e le stanze vicine, inclusa l’insolita Sala Cinese.