Salone d’onore – Palazzo Barboglio

Le pareti del salone sono dominate da un porticato a trompe l’oeil costituito da pilastri decorati, tra cui sono dipinte lunghe e voluminose tende bianche e azzurre, ornate da festoni floreali, che svelano vedute paesaggistiche caratterizzate dalla presenza di figure femminili danzanti. Al centro del soffitto si colloca il dipinto raffigurante Venere e Adone, in cui le divinità sono accompagnati dalle Tre Grazie, da Cupido e da alcuni putti, posti in secondo piano.
Si può ipotizzare che l’episodio pittorico sia stato eseguito dalla stessa mano responsabile delle figure sulle pareti, appartenente ad un artista che ha risentito delle influenze neoclassiche che hanno investito Brescia, e quasi certamente ha potuto osservare le opere di Manfredini e Teosa, senza raggiungere però risultati del medesimo livello. Il trompe l’oeil e, più in generale, l’impostazione scenografica, non paiono infatti eseguiti da un artista di prim’ordine; le figure risultano tratteggiate sommariamente, sia da un punto di vista fisionomico, sia nel rapporto con lo spazio circostante.
Maddalena Oldrizzi
Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 6: Il Settecento e il primo Ottocento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1977, pp. 149-151;
Maddalena Oldrizzi, Palazzo Barboglio, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 109.

Brescia
Elenco immagini:
Veduta paesaggistica, particolare della parete, inizio XIX secolo
Porzione della struttura porticata a tromp l’oeil, inizio XIX secolo
Venere e Adone, inizio XIX secolo
Tempietto romano, particolare della parete, inizio XIX secolo