Campi, Società Ceramica Italiana di Laveno, Fermacarte mani

Nel campo delle arti decorative, il tema delle mani ha avuto ampia diffusione e fortuna nel corso del Novecento, come dimostrato dai numerosi esempi di artisti di primissimo piano nel panorama italiano e internazionale che hanno saputo declinare il soggetto con originalità ed estrema varietà all’interno delle loro opere. Si pensi ad esempio, alla Coppa con mani di Duilio Cambellotti, fusa in bronzo nel 1920, alla Coppa delle mani progettata nel 1933 da Tomaso Buzzi per la manifattura Venini o alle mani in porcellana realizzate dalla Richard-Ginori nel 1935 su disegno di Gio Ponti, artista che aveva fatto modellare anche una serie di mani in cartapesta da Del Monte. Le mani fermacarte della Campi, insieme al Portavaso Mani C 38, si allontanano dalle forme possenti cambellottiane, dall’eleganza della coppa in vetro e dalla raffinata ironia pontiana, rivelando nella scarna modellazione dell’arto e nella colorazione innaturale, che evidenzia le zone d’ombra con nette pennellate in smalto nero, uno spirito irriverente e anti-grazioso.
Una fotografia d’epoca mostra l’esistenza di quattro differenti fermacarte, uno dei quali corrisponde all’esemplare in esame. Gli altri tre esemplari risultano al momento dispersi.
Stefania Cretella
Anty Pansera, Antonia Campi. Creatività, forma e funzione. Catalogo ragionato, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2008, p. 149, cat. 2.23