Campi, Società Ceramica Italiana di Laveno, Fregio – Composizione con toro

Il grande fregio dalle sembianze di toro è un pezzo unico, realizzato per essere esposto in cima allo Scalone d’onore della IX Triennale di Milano del 1951, al di sotto del soffitto occupato dall’arabesco di tubi al neon Luce spaziale progettato da Lucio Fontana. Si deve a Guido Andloviz il merito di essere riuscito a far coinvolgere la Campi, allora sua collaboratrice poco più che vent’enne, nell’allestimento curato da Luciano Baldessari. L’artista ebbe così modo di sfruttare le proprie competenze di scultrice per realizzare un vero e proprio capolavoro capace di sintetizzare il suo stile moderno e personale attraverso forme e colori dal sorprendente impatto scenografico. Come ricordato dalla stessa Campi, si trattò di un lavoro “epico” sia dal punto di vista artistico che tecnico, dovendo modellare a mano i singoli pezzi in terraglia, processo che comportò notevoli difficoltà: “si può immaginare, era terraglia, che vuol dire quasi porcellana, che per me è il top della ceramica, con ritiri forti, bisognava tagliarlo in pezzi, svuotarli uno per uno” (cit. in Antonia Campi. Antologia Ceramica 1947-1997, catalogo della mostra (Cerro di Laveno Mombello, Museo Internazionale Design Ceramico Civica Raccolta di Terraglia, 9 maggio – 2 agosto 1998) a cura di Enzo Biffi Gentili, Electa, Milano, 1998, p. 20).
Le trentadue sezioni che compongono l’opera sono modellate attraverso forme fluide e organiche, assemblate secondo un processo di scomposizione e ricostruzione che si avvicina, senza ancora superarlo, al limite dell’astrazione. L’elemento cromatico affidato agli smalti neri, grigi, porpora, rossi e verdi, non asseconda la forma, ma interagisce con essa occupando liberamente e con campiture geometriche gli avvallamenti, le sporgenze e i profili dell’opera, nota anche con il titolo Paesaggio Cosmico. I riferimenti culturali della Campi vanno ricercati nelle coeve ricerche condotte in campo informale e astratto, in particolare verso artisti come Henri Moore, Hans Arp e Lucio Fontana.
Stefania Cretella
Gio Ponti, La IX Triennale di Milano. Insegnamento altrui e fantasia degli italiani, in “Domus”, n. 259, giugno 1951, p. 11; Antonia Campi. Antologia Ceramica 1947-1997, catalogo della mostra (Cerro di Laveno Mombello, Museo Internazionale Design Ceramico Civica Raccolta di Terraglia, 9 maggio – 2 agosto 1998) a cura di Enzo Biffi Gentili, Electa, Milano, 1998, p. 19; Anty Pansera, Antonia Campi. Creatività, forma e funzione. Catalogo ragionato, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2008, p. 124, cat. 1.52; Carlo Sironi, Antonia Campi. Opere scelte 1949-2009, Allemandi, Torino, 2009, pp. 42, 88; Antonia Campi: fantasie di serie, fantasie d’eccellenza, brochure della mostra a cura di Jadranka Bentini, Anty Pansera, Mariateresa Chirico (Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, 4 ottobre 2009 – 31 gennaio 2010, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, 2009, pp. Copertina, 5