Ponti, Società Ceramica Richard-Ginori, Piatto Passeggiata archeologica

Il piatto è la rielaborazione semplificata della serie Conversazione classica, la famiglia più importante tra quelle ideate da Ponti, caratterizzata dalla presenza di numerosi personaggi maschili e femminili vestiti all’antica e dotati di specifici attributi iconografici che li trasformano nella personificazione delle cosiddette “attività gentili” e dei mestieri. Rispetto al tema originario, la Passeggiata archeologica si distingue per il minor numero di figure, quasi tutte dotate del bastone da passeggio, e per l’assenza degli elementi secondari come le coppie di puttini o levrieri; si conservano invece l’uso dello sfondo ripartito geometricamente in senso diagonale per suggerire la presenza di una pavimentazione ripidamente scorciata e la sequenza di elementi architettonici tratti dall’antichità classica (colonne, obelischi, sfingi, palmette, edicole, piedistalli con statue o vasi) disposti tra i vari personaggi. Inoltre, a differenza del decoro della Conversazione classica che trova ampio sviluppo in una ricca varietà di forme, la Passeggiata archeologica viene applicata quasi esclusivamente su urne con coperchio e grandi piatti ornamentali. Nella definizione delle figure e delle strutture architettoniche, Ponti conserva il suo tipico stile grafico e conciso che, pur evitando di soffermarsi eccessivamente sul dato descrittivo, permette di leggere il tema trattato con immediata chiarezza. La fantasia inventiva e lo spirito eclettico di Ponti si coniugano con una profonda conoscenza della storia dell’arte antica e contemporanea che influenza inevitabilmente il linguaggio dell’artista. Nel caso in esame, il confronto continuo con la classicità si lega con tracce della pittura metafisica, dalla quale deriva l’atmosfera sospesa che ricorda le Piazze d’Italia di Giorgio De Chirico.
Alcuni esemplari di porcellane decorate con il tema della Passeggiata archeologica sono state esposte in occasione delle prime tre Mostre Internazionali delle Arti Decorative di Monza (1923, 1925, 1927) e dell’Esposizione di Parigi del 1925.
Stefania Cretella
Gio Ponti. Ceramiche 1923-1930. Le opere nel Museo Ginori di Doccia, catalogo della mostra a cura di F. Abboni, S. Salvi, G. Pampaloni, P. C. Santini (Firenze, 19 marzo-30 aprile 1983), Electa, Milano 1983, p. 98; Valerio Terraroli (a cura di), Ceramica italiana d’autore 1900-1950, Skira, Milano 2007, pp. 90-91, 168; Gio Ponti. Il fascino della ceramica, catalogo della mostra a cura di Dario Matteoni (Milano, Spazio Eventi Grattacielo Pirelli (6 maggio – 31 luglio 2011), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2011, pp. 66-67; S. Cretella, in La forza della modernità. Arti in Italia 1920-1950, catalogo della mostra a cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli (Lucca, Fondazione Ragghianti 20 aprile – 6 ottobre 2013), Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca 2013, pp. 167, 343, cat. 110