Ponti, Società Ceramica Richard-Ginori, Serie Le mie donne

Ponti, Società Ceramica Richard-Ginori, Serie Le mie donne

 
Autore / manifattura: Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori
Stile: Déco
 

I piatti in maiolica appartengono alla fortunata famiglia conosciuta con il titolo Le mie donne (Gio Ponti. Ceramiche 1923-1930. Le opere nel Museo Ginori di Doccia, catalogo della mostra a cura di F. Abboni, S. Salvi, G. Pampaloni, P. C. Santini (Firenze, 19 marzo – 30 aprile 1983), Electa, Milano 1983, pp. 110-112), un tema di evocazione rinascimentale che recupera la tradizione iconografica delle Belle donne, ovvero quel particolare genere affermatosi a Faenza verso l’ultimo quarto del Quattrocento, caratterizzato dalla presenza di ritratti femminili, spesso associati al cartiglio riportante il nome della donna, dipinti su piatti, coppe e brocche. L’idea di Ponti fu quella di attualizzare il tema antico e di adattarlo al gusto contemporaneo con un’esplicita intonazione ironica nelle diverse figure femminili, ciascuna con propri tratti somatici distintivi e un nome inusuale e arcaico (Fabrizia, Emerenziana, Donatella, Apollonia, Agata, Leonia, Balbina, Domitilla e Isabella). Il tradizionale ritratto di profilo delle Belle donne viene sostituito con un nudo femminile elegante e ritmico, idealizzato e stilizzato, chiaramente ispirato ai modelli della scultura e della pittura di età manierista, da Rosso Fiorentino a Benvenuto Cellini a Bartolomeo Ammannati. Ai riferimenti tardo cinquecenteschi si devono aggiungere i richiami alla contemporanea grafica di Erté e dei disegnatori déco e l’influenza derivate dei dipinti di Amedeo Modigliani, riscontrabili negli occhi dal caratteristico taglio a mandorla, nei volti a triangolo e nelle forme scattanti e allungate. All’interno della serie è possibile distinguere tre gruppi creati tra il 1923 e il 1927, nei quali le figure femminili rimangono invariate, mentre vengono modificati gli elementi di contorno. Il nucleo originario, presentato per la prima volta in forma sperimentale in occasione della Prima Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Monza (tav. 2.6) e ripensato in forme definitive nel 1924, mostra le diverse donne sospese su nubi, spesso in volo su città ideali formate prevalentemente da architetture di gusto classicista e manierista, ispirate ai trattati e alle architetture di Sebastiano Serlio e Andrea Palladio.

I prototipi esposti a Monza nel 1923, noti attraverso le fotografie d’epoca della sala riservata alla manifattura (Pompeo Molmenti, Opere scelte. Seconda Mostra Internazionale delle Arti Decorative Monza – 1925, Gea, Milano 1925, p. 52) e attraverso rari esemplari in collezioni private (cfr. Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, catalogo della mostra (Forlì, Musei San Domenico, 11 febbraio – 18 giugno 2017) a cura di V. Terraroli, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2017, cat. 2.6), si differenziano dalle maioliche successivamente prodotte dalla Richard-Ginori per alcune minime, ma interessanti, varianti: il nome della donna è iscritto nella parte superiore del cielo risultando di più difficile lettura; la tesa è scandita da balaustrini dalle linee più rigide e pulite; le figure femminili, in posizioni leggermente variate, presentano un diverso trattamento del volto e dei capelli, che negli esemplari del 1923 non presentano ancora i caratteristici lineamenti grafici utilizzati per le figure appartenenti alla serie definitiva de Le mie donne.

I piatti raffiguranti Domitilla, Donatella, Emerenziana e Fabrizia appartengono alla prima stagione della serie e rientrano tutti nella variante con fondo blu.

La seconda variante della serie, esposta per la prima volta in occasione della Seconda Biennale di Monza del 1925, è costituita da donne adagiate su fiori dalle ampie corolle, che spuntano da vere di pozzo su cui sono incisi i nomi delle protagoniste. L’ultima versione, databile al 1927, si distingue per la presenza di figure sorridenti con in mano fiori o conchiglie, ironicamente sospese tra intrecci di corde. Quest’ultimo gruppo, cui appartengono i diversi contenitori con Apollonia, Donatella, Domitilla ed Emerenziana, fu presentato con il nome Donne appese alla Terza Biennale di Monza (1927), dove conquistò il favore della critica contemporanea: “Sono dilettevoli e deliziose figurine evanescenti che i serici fili sollevano al cielo con la delicatezza delle nubi e dei zeffiri. Sembra il loro volo un’alata volata di farfalle innamorate di fiori, di luci, di piaceri. I loro corpi divinizzati si allungano e guizzano nella salita celestiale, le loro membra hanno contorsioni e spasimi che rivelano misteriose carezze e romantici richiami. Le loro carni di latte e di neve scintillano nello sfondo sanguigno del cielo” (Echi del successo della III Mostra Internazionale delle Arti Decorative a Monza, in “Il Secolo – La Sera”, n. 180, 30 luglio 1927, p. n.n.). La serie delle ciotole in esame, realizzate in diverse forme e dimensioni, nelle varianti porpora e blu, sono un esempio della capacità della manifattura toscana e del suo direttore artistico di rielaborare disegni e temi iconografici inizialmente pensati per oggetti specifici in modo da adattarli a opere dalle forme e dalle destinazioni d’uso differenti. A causa della limitata superficie a disposizione, Ponti ha rinunciato alla presenza della città ideale che occupava la parte inferiore del cavetto dei piatti, per concentrare tutta l’attenzione sulla figura femminile sospesa ironicamente tra corde, con in mano fiori o conchiglie e ornata da un drappo che accentua il gioco degli intrecci.

Stefania Cretella

Bibliografia:

Piatto Le mie donne: Domitilla: S. Cretella, in Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, catalogo della mostra (Forlì, Musei San Domenico, 11 febbraio – 18 giugno 2017) a cura di V. Terraroli, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2017, pp. 309, 400, cat. 11.13; Piatto Le mie donne: Donatella : Ceramiche moderne d’arte Richard-Ginori, Soc. Anon. Stab. Arti Grafiche Alfieri e Lacroix, Milano s.d. [1930 circa], p. 85; Piatto Le mie donne: Emerenziana : Ceramiche moderne d’arte Richard-Ginori, Soc. Anon. Stab. Arti Grafiche Alfieri e Lacroix, Milano s.d. [1930 circa], p. 85; Ciotola Le mie donne: Donatella : S. Cretella, in La forza della modernità. Arti in Italia 1920-1950, catalogo della mostra a cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli (Lucca, Fondazione Ragghianti 20 aprile – 6 ottobre 2013), Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca 2013, pp. 111, 326-327, cat. 41; Ciotola Le mie donne: Emerenziana : Gio Ponti. Il fascino della ceramica, catalogo della mostra a cura di Dario Matteoni (Milano, Spazio Eventi Grattacielo Pirelli, 6 maggio – 31 luglio 2011), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2011, p. 110; S. Cretella, in La forza della modernità. Arti in Italia 1920-1950, catalogo della mostra a cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli (Lucca, Fondazione Ragghianti 20 aprile – 6 ottobre 2013), Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca 2013, pp. 111, 326-327, cat. 40; S. Cretella, in Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, catalogo della mostra (Forlì, Musei San Domenico, 11 febbraio – 18 giugno 2017) a cura di V. Terraroli, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2017, pp. 304, 404, cat. 11.7.

Elenco immagini:

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Piatto Le mie donne: Domitilla, 1925, maiolica, h 4,5 x diam. 48 cm, collezione privata



 

Marchio del piatto Le mie donne: Domitilla di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Piatto Le mie donne: Donatella, 1925, maiolica, h 5,8 x diam. 47,5 cm, collezione privata



 

Marchio del piatto Le mie donne: Donatella di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Piatto Le mie donne: Emerenziana,  maiolica, h 4,5 x diam. 49 cm, collezione privata



 

Marchio del piatto Emerenziana della serie Le mie donne di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Coppa Le mie donne: Apollonia,  h 13 x diam. 27 cm, collezione privata



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Coppa Le mie donne: Apollonia,  h 13 x diam. 27 cm, collezione privata



 

Marchio della Coppa Apollonia della serie Le mie donne di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Ciotola Le mie donne: Donatella, maiolica, h 13 x diam. 27,5 cm, collezione privata



 

Interno della ciotola Donatella della serie Le mie donne di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Marchio della Ciotola Donatella della serie Le mie donne di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Ciotola Le mie donne: Domitilla, maiolica, h 11,2 x 24,3 x 12,4 cm, collezione privata



 

Marchio della ciotola Domitilla della serie Le mia donne di Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori



 

Gio Ponti, per la Società Ceramica Richard-Ginori Ciotola, Le mie donne: Emerenziana, maiolica, h 11 x 24,5 x 12,8 cm, collezione privata



 

Marchio della Ciotola Emerenzianaa della serie Le mie donne Gio Ponti per la Società Ceramica Richard-Ginori