Gariboldi, Società Ceramica Richard-Ginori, Vaso a costolature orizzontali e portaombrelli

Dopo la prima fase creativa fortemente influenzata dalla lezione pontiana, dalla quale derivavano sia le forme più vicine al gusto déco sia i decori caratterizzati da una leziosità e una preziosità di stampo settecentesco, Gariboldi dimostrò una più evidente propensione per i modelli di gusto Novecento, muovendosi a favore di una “maggiore virilità” e di una bellezza “che si rileva nella semplicità e purezza di forma”. Questo cambiamento matura intorno alla metà degli anni Trenta e trova definitiva conferma nell’autunno del 1936, quando, dopo aver visitato la mostra di ceramiche del Settecento esposte a Ca’ Rezzonico, invia un resoconto del viaggio veneziano alla Direzione Tecnico Industriale della Società Ceramica, in cui esprime il proprio disappunto nei confronti di ogni tentativo “di rendere dissimili fra loro pezzi di forma assomigliante con la sola varietà di decorazione – eccessivo l’impiego d’ori e colori pur di rendere il pezzo superlativamente ricco, sovente senza gusto – forme guastate da frastagliamenti e ghirigori nell’intento di renderle raffinate” (Lettera dattiloscritta del 6 novembre 1936 da Gariboldi alla Direzione Tecnico Industriale della Società Ceramica Richard-Ginori, Archivio Privato Famiglia Gariboldi, Milano. Cit. in Alice Zatti, Giovanni Gariboldi ceramista e designer, tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di Scienze della Formazione, Laurea in Metodologia e storia del museo, del restauro e delle tecniche artistiche, anno accademico 2009-2010, p. 373). Appartengono a questo nuovo genere di lavori alcuni dei vasi presentati dalla manifattura in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937, illustrati sulle pagine di “Domus” ed elogiati da Ponti, che riconosce nel loro autore un “interprete di vivace e fresco ingegno” (Alcune ceramiche d’arte italiane presentate a Parigi, in “Domus”, n. 114, giugno 1937, pp. 17-19).
I due vasi in esame non appartengono alla serie di opere illustrate in “Domus” e, rispetto a quelle, mostrano un’ulteriore evoluzione in direzione volumetrica e monumentale, pienamente novecentista, in cui la bellezza estetica è da ricercare nella purezza delle forme e non nella decorazione pittorica, limitata a smaltature uniformi, stese prevalentemente all’aerografo. In entrambi i casi, le forme massicce e compatte, appena alleggerite da bombature e convessità, sono animate da superfici attraversate da una leggera zigrinatura orizzontale che crea un particolare effetto visivo e tattile.
Stefania Cretella
Vaso a costolature orizzontali: Ceramiche d’arte della manifattura di San Cristoforo, a cura della Società Ceramica Richard-Ginori, Milano1938, tav. 26; Valerio Terraroli (a cura di), Ceramica italiana d’autore 1900-1950, Skira, Milano 2007, p. 194, tav. 318
Portaombrelli: Alice Zatti, Giovanni Gariboldi ceramista e designer, tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di Scienze della Formazione, Laurea in Metodologia e storia del museo, del restauro e delle tecniche artistiche, anno accademico 2009-2010, pp. 151-152
Elenco immagini:
Giovanni Gariboldi, per la Società Ceramica Richard Ginori, Vaso a costolature orizzontali, 1936-1938, terraglia, h 25 x diam. 17,3 cm, collezione privata
Marchio del Vaso a costolature orizzontali di Giovanni Gariboldi per la Società Ceramica Richard Ginori
Giovanni Gariboldi, per la Società Ceramica Richard-Ginori, Portaombrelli, 1938-1940, terraglia, h 63 x diam. 38 cm, collezione privata
Marchio del Portaombrelli di Giovanni Gariboldi per la Società Ceramica Richard-Ginori