Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Terraglie d’uso anni trenta

Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Terraglie d’uso anni trenta

 
Autore / manifattura: Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno
Stile: Novecento
Datazione: 1927 – 1936
Tecnica e materiali: terraglia
 
 

Il nutrito gruppo di terraglie d’uso, ideato da Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno, risponde alle nuove esigenze artistiche affermatesi in Italia nel corso degli anni Trenta. Si tratta, infatti, di opere caratterizzate dalla predominanza del dato volumetrico e plastico e dall’abbandono di ogni decorazione figurativa o astratta di tipo pittorico. La qualità estetica dell’oggetto viene ricercata studiando forme pure e adottando volumi geometrici, che conferiscono solidità e monumentalità anche alle ceramiche di dimensioni contenute e permettono inoltre una produzione seriale su larga scala. La necessità di produrre tali oggetti industrialmente determina anche la scelta di ricorrere a smaltature monocrome e opache, talvolta screziate, maculate o cristallizzate, scelta che ben si coniuga con il desiderio di mettere in risalto la sagoma essenziale degli oggetti.

Per la serie di cache-pot forma Monza 97, prodotti in diverse misure, Andloviz recupera il motivo della fontana zampillante e pietrificata che aveva avuto un grande successo già in occasione dell’Expo parigina del 1925, creando un oggetto composto da tre elementi troncoconici sovrapposti in modo da determinare una spinta ascensionale e concentrica che suggerisce un effetto dinamico, sebbene ridotto e reso razionale dal ritmo regolare della successione di forme identiche ma di differenti dimensioni.

Come testimoniano alcune fotografie conservate presso l’Archivio della Triennale di Milano, alcuni vasi vennero usati come contenitori per piante nella sala allestita dalla manifattura in occasione della Terza Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Monza del 1927 (Guido Marangoni, La III Mostra Internazionale delle Arti Decorative, Monza 1927, Notizie-Rilievi-Risultati, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo, 1927, p. 9), mentre un cache-pot venne usato per arredare la sala da pranzo della Casa del Dopolavorista, costruita in occasione della Triennale di Monza del 1930 su progetto di Luisa Lovarini. Nella sala dedicata alle Ceramiche di Laveno, allestita con maggior semplicità rispetto a quella dell’edizione precedente, Andloviz utilizzò nuovamente un vaso forma Monza 97 come vaso per piante, posto accanto al Vaso su colonna. Infine, la manifattura presentò nella Galleria della Ceramica alcuni esemplari di forma analoga, ma decorati con motivi floreali, che rappresentavano quindi una variante più decorativa e meno seriale rispetto agli esemplari monocromi (Laveno nella Galleria delle Ceramiche, in “Domus”, n. 34, ottobre 1930, p. 44). La varietà dei possibili decori da applicare alla forma Monza 97 è in parte documentata nel Catalogo Paglia, taccuino di lavoro del decoratore Francesco Paglia, compilato tra il 1916 e il 1932.

Particolarmente interessante è la forma adottata per il candelabro 1278, costituito da due cerchi intrecciati, appoggiati su una piatta base ellittica dai bordi smussati, sui quali si innestano quattro portacandela a coppa distribuiti secondo uno schema simmetrico e preciso. La semplicità geometrica del progetto rimanda alla tendenza razionalista ormai affermatasi in Europa, che vede in scuole e laboratori mitteleuropei come il Bauhaus fondato da Walter Gropius i luoghi di maggior sperimentazione e diffusione. Ancora una volta, dunque, così come accaduto negli anni venti con le Wiener Werkstaette, Andloviz mostra una profonda conoscenza degli sviluppi internazionali, con una preferenza per le novità legate alla cultura tedesca e austriaca.

La linea essenziale ed elegante della forma 1256 è invece una libera interpretazione degli antichi crateri classici, sebbene il legame con la modernità appaia evidente nel rapporto proporzionale tra il corpo del vaso e le anse, nella scala monumentale e nella scelta cromatica, in questo caso indirizzata verso un lucido azzurro ceruleo screziato con dettagli sul verde.

Il vaso 1261, esposto alla VI Triennale di Milano del 1936, è un ulteriore esempio di monumentalità geometrica ottenuta esclusivamente attraverso volumi puri e colori essenziali: il vaso è infatti composto da una base cilindrica, movimentata da una zigrinatura ottenuta sovrapponendo cerchi concentrici regolari, dalla quale si apre il corpo principale del contenitore di forma troncoconica. La superficie esterna è rivestita con uno smalto arancione screziato, mentre l’interno è uniformemente smaltato in nero brillante. Lo stesso contrasto cromatico si ritrova anche nella piccola ciotola semisferica. La forma 1261, ideata sul principio degli anni trenta, venne inizialmente associata a decori pittorici complessi, come il paesaggio contrassegnato dal numero di decoro 7251 (cfr. Terra e terra Sei. Guido Andlovitz “La Commedia ceramica”, catalogo della mostra a cura di Enzo Biffi Gentili (Cerro di Laveno, Palazzo Perabò, Museo della Ceramica, 23 ottobre – 31 dicembre 1993), 1993, p. 45). Lo stesso modello venne riutilizzato da Biancini per uno dei suoi vasi con figure in rilievo, confermando la versatilità di questo genere di oggetti d’uso dal forte valore decorativo.

Stefania Cretella

Bibliografia:

Cache-pot forma Monza 97Catalogo Paglia, 1916-1932 [riproduzione anastatica 2011], dec. 1404-1410; Mario Munari, Guido Andloviz. Ceramiche di Laveno 1923-1942, Roma 1990, pp. 27, 39, 88; Valerio Terraroli, Futurismo, arti decorative e quotidianità. L’eredità modernista e l’oggetto come veicolo della modernità, in Futurismo 1909- 2009. Velocità+Arte+Azione 2009, Giovanni Lista, Ada Masoero (a cura di), catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 6 febbraio – 7 giugno 2009), Skira, Milano 2009, p. 435, fig, 435; Il decoro in tavola. Forme e colori di Guido Andloviz, catalogo della mostra a cura di Anty Pansera, Mariateresa Chirico (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 10 maggio – 3 luglio 2011), Allemandi, Torino 2011, p. 124, fig. 77; S. Cretella, in La forza della modernità. Arti in Italia 1920-1950, catalogo della mostra a cura di Maria Flora Giubilei, Valerio Terraroli (Lucca, Fondazione Ragghianti 20 aprile – 6 ottobre 2013), Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, Lucca 2013, p. 374, cat. 256-259; S. Cretella, in Ceramiche italiane d’arte tra Liberty e Informale. La fragile bellezza, catalogo della mostra a cura di Valerio Terraroli, Stefania Cretella (Rancate, Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, 6 aprile – 17 agosto 2014), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2014, p. 137, cat. 88-90; S. Cretella, in Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, catalogo della mostra (Forlì, Musei San Domenico, 11 febbraio – 18 giugno 2017) a cura di V. Terraroli, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2017, pp. 336, 354, cat. 14.4.

Candelabro 1278Il decoro in tavola. Forme e colori di Guido Andloviz, catalogo della mostra a cura di Anty Pansera, Mariateresa Chirico (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 10 maggio – 3 luglio 2011), Allemandi, Torino 2011, p. 113, fig. 49

Vaso 1261Il decoro in tavola. Forme e colori di Guido Andloviz, catalogo della mostra a cura di Anty Pansera, Mariateresa Chirico (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 10 maggio – 3 luglio 2011), Allemandi, Torino 2011, p. 123, fig. 73

Vaso 1256Il decoro in tavola. Forme e colori di Guido Andloviz, catalogo della mostra a cura di Anty Pansera, Mariateresa Chirico (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 10 maggio – 3 luglio 2011), Allemandi, Torino 2011, p, 103, fig. 31

Elenco immagini:

Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Cache-pot forma Monza 97, 1927, terraglia forte a colaggio, collezione privata



 

Marchio del cache-pot forma Monza 97 di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno



 

Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Candelabro 1278, 1935 circa, terraglia, h 20,2 x 31,5 x 7 cm, collezione privata



 

Marchio del candelabro 1278 di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno



 

Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso 1261, 1936, terraglia, h 35,7 x diam. 25,5 cm, collezione privata



 

Marchio del vaso 1261 di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno



 

Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Ciotola, 1935 circa, terraglia, h 7 x diam. 16,5 cm, collezione privata



 

Marchio della ciotola di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno



 

Guido Andloviz, per la Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso 1256, terraglia, h 45,5 x 35 x 29,3 cm, collezione privata



 

Marchio del vaso 1256 di Guido Andloviz per la Società Ceramica Italiana di Laveno