Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Vaso Monza 98

Il vaso dalle grandi anse serpentine presenta un corpo sferico che si allunga con andamento piriforme per aprirsi in un’ampia bocca circolare, mentre alla base si innesta un piede formato da blocchi troncoconici che ne slanciano la forma. Il modello del vaso, denominato Monza 98, venne ideato da Andloviz nel 1927 e presentato in occasione della Terza Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Monza. Come testimonia una delle fotografie d’epoca, conservate presso l’Archivio della Triennale di Milano (Guido Marangoni, La III Mostra Internazionale delle Arti Decorative, Monza 1927, Notizie-Rilievi-Risultati, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo, 1927, p. 9), nella sala allestita dalla manifattura di Laveno compare un vaso Monza 98 con decoro 1298, raffigurante un episodio del mito di Apollo e Marsia, dipinto in oro e colori brillanti su un lucido fondo nero. Fin da questo periodo, la forma Monza 98 venne associata a decori di diversa tipologia e di diverso stile, come accade ad esempio con il modello decorato con soggetti legati al tema di Bacco e della vendemmia, esposto a Monza nel 1927 e a New York tra le ceramiche italiane presentate da Macy (Carlo A. Felice, Bacco e la pittura murale, in “Domus”, n. 10, ottobre 1928, p. 32). Secondo i disegni del Catalogo Paglia, la forma poteva essere associata anche con il decoro floreale 1285, con un paesaggio montano (decoro 1290: “montagne, case, obelischi, ecc. Colori: verde, grigi, Bleu, Rosa Bruni, gialli con lustro giallo”) o con il decoro 1426, ideato nel 1930 e raffigurante monti in lontananza e zolle con alberi e bandiere, dipinti in oro su fondo nero cristallizzato (Catalogo Paglia, 1916-1932 [riproduzione anastatica 2011]).
L’esemplare in esame venne invece prodotto qualche anno dopo, come dimostra la smaltatura screziata, sui toni del verde e dell’azzurro, introdotta nel repertorio della ditta negli anni trenta. La scelta di abbandonare ogni decoro figurativo a favore di cromie monocrome, ma vivacizzate da colature, macchie e screziature, rientrava nella nuova tendenza stilistica seguita da Andloviz, volta a una ricerca della bellezza che si manifesta attraverso l’esaltazione dei volumi puri e delle forme monumentali, facilmente individuabili in modelli preesistenti come quello oggi in collezione privata.
Stefania Cretella
Il decoro in tavola. Forme e colori di Guido Andloviz, catalogo della mostra a cura di Anty Pansera, Mariateresa Chirico (Milano, Museo Bagatti Valsecchi, 10 maggio – 3 luglio 2011), Allemandi, Torino 2011, p. 88, fig. 5