La Freccia, Vasi

Il ceramista veneto Tarcisio Tosin si forma presso l’Istituto d’Arte di Nove e, dopo un periodo di apprendistato, inizia a lavorare per alcune ditte del territorio. Dopo una significativa attività come direttore artistico della manifattura “Borromeo” di Isola Bella, sul lago Maggiore, nel 1928 torna in Veneto per dirigere la fabbrica vicentina dei Fratelli Brotto, che quattro anni dopo Tosin acquista per dare vita alla manifattura di ceramiche artistiche “La Freccia”. Tosin, in collaborazione con diversi decoratori, definisce un campionario di ceramiche rivolto soprattutto alla produzione di sculture d’arredo di gusto popolare e caricaturale, che raffigurano animali, damine, sciatori, bambini e soggetti religiosi. Accanto al repertorio più folcloristico e commerciale, Tosin propone anche oggetti di gusto più moderno e ricercato, ancora influenzato dalla temperie déco del decennio precedente. I due vasi in esame appartengono a questo secondo e più contenuto filone produttivo, che permette a Tosin di mettere in risalto le proprie doti di ceramista e decoratore, grazie al sapiente uso dei colori e alla capacità di controllare il modellato plastico in un rapporto di perfetto equilibrio tra la parte scultorea e la massa volumetrica del contenitore.
Il Vaso con Sirena si ricollega all’universo déco non solo per lo stile ma anche per la scelta del soggetto, ampiamente diffuso durante gli anni venti. In questo caso specifico, la figura mitologica metà donna e metà pesce viene inserita sulla sommità del coperchio troncoconico, rendendo ancora più slanciata la sagoma dell’oggetto. Il corpo del vaso, che si allarga in prossimità della bocca, rappresenta le profondità marine, popolate da ippocampi e ninfe a cavallo di pesci, tra onde stilizzate e bolle d’aria in rilievo. Il tema acquatico trova riscontro anche nella scelta cromatica che sfuma dolcemente dal bianco al verde petrolio. Anche le anse sono studiate con grande attenzione, avvolgendo a spirale un sottile cilindro di argilla. Il modellato plastico che definisce le figure conserva la stilizzazione grafica e spigolosa propria della scultura déco.
Il medesimo stile si riscontra anche nel Vaso con figure femminili, firmato dallo stesso Tosin. La sagoma pulita del corpo cilindrico del vaso, arrotondato inferiormente per connettersi con la base a tre scalini smussati, è vivacizzata da due nicchie semicilindriche, dipinte di rosso cupo e collocate sui fronti opposti, che ospitano due figure femminili, mentre il coperchio che conclude la struttura a gradoni dell’imboccatura ospita un nudo femminile accovacciato che porge una mela. Il motivo dei gradoni a cerchi concentrici e digradanti è un ulteriore reminiscenza déco, utilizzato anche dalla ditta Galvani in alcuni dei suoi vasi.
La datazione delle due ceramiche può essere circoscritta, per ragioni stilistiche, al periodo compreso tra il 1935 e il 1940, come conferma anche la marca composta fa una freccia e dalle iniziali “FS”, utilizzata tra il 1934 e il 1945 per evidenziare l’accordo commerciale stipulato tra Tosin e il grossista milanese Faone Scardin.
Stefania Cretella