Sturani, per la manifattura Lenci, Coppia di candelabri pesce e corallo

La coppia di candelabri rientra in una serie di opere di soggetto zoomorfo realizzate a partire dalla metà degli anni Trenta, quando Mario Sturani, di ritorno dal soggiorno a Parigi, iniziò a dedicarsi a studi naturalistici. Secondo quanto affermato da Silvana Pettenati, gli animali disegnati da Sturani si distinguono dalle opere di Felice Tosalli, scultore animalier collaboratore della manifattura torinese a partire dal 1928, per una minore precisione calligrafica e per una maggior vicinanza alle miniature di gusto tardo-manierista, realizzate tra il Cinquecento e il Seicento, e considerate alle origini dell’illustrazione scientifica (Silvana Pettenati, Le ceramiche: dal progetto all’oggetto, in Mario Sturani 1906-1978, a cura di Maria Mimita Lamberti, Allemandi, Torino, 1990, p. 136). Sturani dimostra inoltre una grande abilità nel coniugare una sapiente rappresentazione naturalistica con un evidente gusto per la decorazione, che si esprime attraverso l’equilibrio della composizione e la brillantezza degli effetti cromatici.
I due candelabri, identici ma speculari, sono costituiti da un braccio portacandela frutto di una rivisitazione del tema classico della cornucopia dalla superficie scanalata, ma interpretato secondo l’elegante cadenza déco. La ripresa di motivi desunti dal repertorio greco, etrusco e romano costituisce uno degli elementi peculiari della declinazione italiana dell’Art Déco, che ha portato a risultati estremamente originali grazie alla sovrapposizione dell’idea di stilizzazione moderna con la semplicità insita nelle architetture e nelle decorazioni antiche. Ad arricchire la forma arcuata e semplificata della cornucopia vi sono un pesce, un piccolo ramo di corallo e una stella marina, dipinti dal decoratore Domenico Cogno con smalti bianchi, neri e rossi, secondo le indicazioni dello stesso Sturani, probabilmente influenzato dai raffinati accostamenti in tricromia tipici delle illustrazioni e della grafica pubblicitaria déco.
La coppia di candelabri era associabile a un analogo candelabro doppio decorato con identici pesci e coralli. Del set per illuminazione da tavola esiste un disegno preparatorio firmato da Sturani che riporta anche il prezzo di vendita, fissato a 6000 lire per il doppio e a 4000 lire per ciascuno dei singoli (Cfr. Maria Grazia Gargiulo, I racconti della Lenci, Fioranna, Napoli 2008, p. 103, n. LXIV).
L’interesse di Sturani per il mondo marino lo porta a ideare, probabilmente proprio nello stesso periodo, anche un servizio da tavola composto da quattro diverse coppette-segnaposti e dal centrotavola Pesce con corallo su piatto (modelli 455-456; Alfonso Panzetta, Le ceramiche Lenci 1928-1964. Catalogo generale dell’archivio storico della manifattura, Umberto Allemandi, Torino, 1992, p. 195, nn. 539-543), per poi tornare su questo tema con opere come il Pesce luna del 1936 (modello 632; Panzetta, 1992, p. 230, n. 772).
Stefania Cretella
Catalogo merceologico della manifattura Lenci, 1933-1935 circa, n. 458; Alfonso Panzetta, Le ceramiche Lenci 1928-1964. Catalogo generale dell’archivio storico della manifattura, Umberto Allemandi, Torino, 1992, p. 196, p. 547