Andloviz, Società Ceramica Italiana di Laveno, Piatto

Come ricordato dallo stesso Andloviz in una nota autobiografica, l’artista ebbe “le prime influenze artistiche dalle chiese di Grado ed Aquileia e da tutti gli oggetti artistici raccolti nel Museo di Aquileia” (cit. in Guido Andloviz designer e direttore artistico per quarant’anni di ceramica industriale italiana: 1923-1961, catalogo della mostra (Grado e Trieste, 1 maggio – 31 agosto 1995), Edizioni della Laguna, Monfalcone, 1995, p. 35). Reminiscenze del mondo architettonico, figurativo e stilistico delle zone della sua infanzia si possono rintracciare con più o meno evidenza anche nelle opere realizzate nei decenni successivi per la Società Ceramica Italiana di Laveno, fuse insieme alle nuove suggestioni dei paesaggi lacustri e adattate alle trasformazioni del gusto internazionale.
Superata del tutto la fase déco, nei primi anni quaranta Andloviz ideò il decoro Laguna, costituito da architetture, barche ormeggiate e paesaggi lagunari dalle atmosfere evanescenti ed evocative, definite attraverso un segno grafico sottile e sfrangiato riempito con campiture di colore larghe e dai toni smorzati. Questo genere di esperienze stilistiche e figurative le ritroviamo anche nelle opere grafiche degli anni cinquanta e in alcune ceramiche degli anni sessanta, come il piatto che riprende le forme sghembe del servizio Arlecchino (anni cinquanta), decorato con una caratteristica casa popolare dalle linee oblique e dai volumi irregolari, resa ancora più pittoresca dalla presenza di colorati panni stesi alla finestra.
Stefania Cretella