Reggiori, Serie Urne

Albino Reggiori nacque a Laveno Mombello nel 1933 e giovanissimo iniziò a lavorare come decoratore ceramista per la Società Ceramica Italiana, collaborando con questa per quasi un ventennio. Parallelamente all’attività lavorativa, Reggiori approfondì la propria formazione artistica frequentando i corsi delle Scuole Serali di Disegno e diplomandosi come decoratore ceramista presso l’Istituto Professionale di Stato della sua città natale, dove poi insegnò tecnica pittorica su ceramica.
L’esordio ufficiale come artista nel mondo della ceramica si colloca intorno alla metà degli anni cinquanta, come dimostra la sua presenza al XII Concorso Nazionale della Ceramica d’Arte di Faenza, al quale prese parte esponendo cinque opere. Fu quello l’inizio di una assidua partecipazione a mostre e concorsi nazionali e internazionali.
Nello stesso periodo iniziò anche ad interessarsi di pittura e incisione, frequentando gli studi di pittori, incisori e orafi locali, come Ambrogio Nicolini e Marco Costantini. La passione per l’incisione emerge anche nelle opere ceramiche, molto spesso solcate da sottili intrecci di linee in rilievo che trasformano le superfici in lastre simili a matrici incisorie. Ne sono un esempio la serie di urne e steli dalle forme monumentali e dai profili irregolari, ingentilite da fitte trame che riproducono frammenti di facciate di cattedrali gotiche, tema ricorrente del suo immaginario figurativo che gli permise di sperimentare con il segno grafico e di rapportarsi con la storia artistica italiana e internazionale, traendo da essa ispirazione e reinterpretandola in modo del tutto personale e indipendente. Un ulteriore elemento che entra con prepotenza nel linguaggio di Reggiori è il dato cromatico, basato sull’uso di smalti cangianti e metallici che contribuiscono sensibilmente a rendere sfuggenti i contorni degli oggetti e le trame incise sulla superficie, talvolta combinando insieme diverse tonalità cromatiche o, in casi come La Porta Santa, creando forti contrasti tra i lati opposti dell’oggetto.
Le numerose varianti sul tema dimostrano una spiccata sensibilità per la composizione e per il colore, riuscendo a raggiungere esiti sempre originali e diversi pur rimanendo nel solco del medesimo ambito creativo ed emotivo. Sono opere in cui il profondo spirito religioso e malinconico che anima le opere di Reggiori emerge non solo nel legame con le cattedrali, ma anche nei continui richiami sacri presenti nei titoli e nella stessa scelta del contenitore, retaggio non solo di memorie archeologiche, ma indubbiamente anche di evocazioni cimiteriali, con chiari riferimenti alle steli e alle urne cinerarie.
Stefania Cretella
Elenco immagini:
Albino Reggiori, Urna pesce, 2000, terraglia, 58 x 46,5 x 19 cm, collezione privata
Albino Reggiori, Ostensorio (Pezzo sacro), 1998, terraglia e refrattario a 1000°, h 59,5 x 42 x 11 cm, collezione privata
Albino Reggiori, Ostensorio (Pezzo sacro), 1998, terraglia e refrattario a 1000°, h 59,5 x 42 x 11 cm, collezione privata
Albino Reggiori, Contenitore di storia, 1997, terraglia, h 64 x 50 x 34 cm, collezione privata
Albino Reggiori, La Porta Santa, 1996, terraglia, h 45 x 35,5 x 10 cm, collezione privata
Retro della Porta Santa di Albino Reggiori
Albino Reggiori, Urna, 1996, terraglia, h 21 x 37,5 x 11 cm, collezione privata
Albino Reggiori, Urna maschio, 1995, terraglia, h 37 x 22,5 x 16,5 cm, collezione privata
Firma dell’Urna Maschio di Albino Reggiori
Albino Reggiori, Urna femmina, 1995, terraglia, h 36 x 16,5 x 23,5 cm, collezione privata
Albino Reggiori, Stele verde oro, 1995, terraglia, h 57,5 x 41,5 x 8 cm, collezione privata