Fancello, M.G.A., Vaso

Fancello, M.G.A., Vaso

 
Autore / manifattura: Salvatore Fancello, per M.G.A.
Data: 1938
Dimensioni: h 25 x diam. 14,6 cm
Tecnica e materiali: maiolica graffita
 
 

Grazie a una borsa di studio vinta a un concorso finanziato dal Consiglio dell’Economia Corporativa di Nuoro, nel 1930 Fancello si iscrisse all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza, dove insegnavano figure di spicco della cultura artistica italiana, come Agnoldomenico Pica, Marcello Nizzoli, Edoardo Persico, Marino Marini e, per un breve periodo, Arturo Martini. Il giovane Fancello seguì il corso di specializzazione ceramica e il biennio di perfezionamento, concludendo gli studi con il diploma di Maestro d’Arte per la sezione ceramica. Durante la sua breve carriera, Fancello si dedicò con passione e costanza alla produzione ceramica, divenendo uno dei più promettenti artisti italiani degli anni trenta. Venne invitato ad esporre alla Triennale di Milano del 1936, per la quale ideò un grande pannello graffito con soggetti tratti dal mondo animale e dodici formelle con i mesi e i segni dello Zodiaco. L’anno seguente conobbe Tullio d’Albissola e nel 1938 entrò in contatto con la Manifattura Giuseppe Mazzotta, per la quale realizzò gruppi plastici, vasi e piatti, la maggior parte dei quali raffiguranti soggetti animali non lontani dal bestiario già proposto all’esposizione milanese. Il vaso in esame fa parte di questa serie di maioliche albisolesi, caratterizzate da forme semplici e tradizionali, animate da figure graffite e dipinte con colori leggermente sfumati. In questo caso specifico, Fancello descrive un gregge di pecore, agnelli e capre al pascolo, in una sommaria ambientazione notturna, riuscendo a illustrare, pur nella semplificazione grafica del tratto, le diverse caratteristiche fisiche degli animali, insistendo nella definizione dei diversi velli e delle corna. Questa attenzione per il dato naturalistico era già stata evidenziata da Leonardo Sinisgalli in un breve articolo dedicato a Leoncillo e Fancello: “Fancello ha forse un gusto più grafico e un senso plastico meno ossessivo di Leoncillo. Fancello conosce i suoi animali, le sue formiche, le salamandre sarde, i ciuchini, i cinghiali della Barbagia, le giraffe. Quello che in Leoncillo è un eccesso di lirismo, in Fancello si aggruma in una prosa articolatissima, minuta, aneddotica, e in certi effetti di meraviglia che ricordano lo stupore del ragazzo che conta, dietro una lente, le zampette di una pulce” (Leonardo Sinisgalli, Due giovani ceramisti. Leoncillo e Fancello, in “Domus”, n. 151, luglio 1940, p. 70).

Stefania Cretella

Elenco immagini:

Salvatore Fancello, per M.G.A., Vaso, 1938, maiolica graffita, h 25 x diam. 14,6 cm, collezione privata



 

Salvatore Fancello, per M.G.A., Vaso, 1938, maiolica graffita, h 25 x diam. 14,6 cm, collezione privata



 

Marchio del Vaso di Salvatore Fancello per M.G.A.