Scarpa, per Venini, Vaso serie “Tessuti battuti”

L’architetto Carlo Scarpa iniziò a lavorare per la manifattura muranese a partire dal 1932, per poi ricoprire il ruolo di direttore fino al 1946. Durante questa lunga fase di collaborazione l’artista fornì numerosi disegni per lampade e oggetti di varia tipologia, portando parallelamente avanti intense ricerche volte a sviluppare nuove tecniche esecutive che potessero esaltare e interpretare al meglio le forme originali introdotte da Scarpa.
L’opera in esame appartiene, ad esempio, alla produzione dei battuti, esposta insieme ad altre novità in occasione della Biennale di Venezia del 1940. Si trattava di vetri che, dopo la soffiatura e la lavorazione manuale con nastri di filigrana bicolore, venivano successivamente battuti da sapienti maestri molatori, presenti nella manifattura fin dai primi anni trenta. La superficie degli oggetti veniva lavorata a freddo incidendola con una mola di pietra dura, determinando la presenza di piccoli e innumerevoli segni irregolari adiacenti e paralleli. L’opacità del vetro, l’andamento leggermente incurvato delle canne e la superficie martellinata concorrono a conferire solidità all’oggetto, pur non rinunciando alla raffinata morbidezza delle forme curvilinee e allungate.
Stefania Cretella
Vittorio Gregotti, Il disegno del prodotto industriale. Italia 1860-1980, Electa, Milano, 1981, p. 155, fig. 171; Franco Deboni, I vetri venini. Catalogo 1921-2007. Volume II, Allemandi, Torino, 2007, cat. 99