Sala neopompeiana

La decorazione delle pareti dell’ultima sala a sera, probabilmente ascrivibile all’intervento di Giuseppe Teosa del 1798, si limita al fregio che corre nella fascia superiore, composto da teste di satiri con corone di pampini d’uva alternate a girali d’acanto e fiori, dipinti a monocromo su fondo ocra. Il cornicione di raccordo tra le pareti e la volta è dipinto, sempre a monocromo e piccoli dettagli in oro, con una serie di coppie di delfini alternate a fiori.

Il soffitto presenta invece una decorazione di ispirazione neopompeiana: la fascia esterna, profilata in rosso, è dipinta in marrone con palmette e medaglie in finto bronzo che simulano applicazioni in rilievo. All’interno della fascia si alternano riquadri quadrati e rettangolari: i primi raffigurano animali e creature mitologiche inserite entro esili porticati su fondo nero; i secondi animali selvatici entro paesaggi (linci, caprioli, tigri, leoni, iene, cervi, ghepardi, zebre). I riquadri angolari ospitano invece composizioni di conchiglie, coralli e alghe marine. Dai quattro angoli della cornice esterna partono quattro raggi, dipinti con decori vegetali su fondo marrone, che si raccordano con la cornice quadrata che delimita la parte centrale della volta, creando in questo modo quattro specchiature trapezoidali nella zona mediana. All’interno di questi spazi è stato dipinto il medesimo soggetto: un colonnato formato da un basamento in pietra, esili colonnine con capitelli collegati tra loro tramite festoni vegetali, e architrave decorata con metope e triglifi. Al centro, il colonnato arretra per formare uno spiazzo quadrato con fronte principale costituita da un porticato a doppio arco. I setti murari di sostegno degli archi ribassati sono dipinti in blu e nei basamenti presenti di fronte alle pareti sono poste statue in marmo su piedistalli; sotto gli archi sono invece inserite due identiche fontane con coppie di sirene a cavallo di delfini che sorreggono una cesta di fiori. La facciata così creata è decorata con festoni di fiori e nastri, teste alate e grifoni. Alle estremità del colonnato si trovano due tritoni bicaudati con in mano una clava e una ciotola. Nella parte superiore del riquadro pende un drappo annodato alla cornice, con gemme pendenti, riccioli e al centro un riquadro dipinto con fiore oro su fondo blu.

La cornice interna quadrata contiene un medaglione circolare; gli spazi triangolari formatisi tra le due cornici sono decorati con tre teste di zefiri su fondo nero. Nel medaglione è rappresentato un gazebo in proiezione ortogonale, con cespugli alternati a coppe posti sotto i dodici archi a festoni di foglie. Il centro della volta, di forma esagonale, raffigura un nudo maschile su un carro trainato da una coppia di cigni.

Salone

Gli affreschi del salone, che interessano sia le pareti sia la volta piana, sono stati eseguiti da Giuseppe Teosa nel 1798, in occasione delle nozze tra Camillo Luzzago e Maddalena Cigola. Gli elementi principali della decorazione delle pareti risultano essere i sei riquadri raffiguranti episodi di storia romana repubblicana (Cincinnato abbandona l’aratro per essere eletto dittatore e combattere per Roma; Continenza di Scipione; Porsenna (?); Numa Pompilio e la ninfa Egeria; Vestali; Veturia ai piedi di Coriolano),  inseriti all’interno di cornici con rami di quercia su fondo blu. Le tre pareti confinanti con le altre sale ospitano due scene ciascuna, separate dalla porta di accesso agli altri locali, mentre nella parete rivolta verso la strada si aprono due finestre separate da un camino in marmo con pareti interne in maiolica, sormontato da una specchiera con inserti marmorei e intagli in legno dorato riproducenti foglie d’acanto, racemi vegetali, volute e motivi a grata,  terminante in un ovale superiore contenente un ritratto femminile.

La zoccolatura dipinta nella parte inferiore della muratura è composta da modanature in pietra scura e specchiature in marmi blu. Le tre soprapporte, sempre realizzate ad affresco, raffigurano una coppa in bronzo dorato e cesellato, sostenuta da due sculture maschili appoggiati sopra un largo piedistallo con inserto raffigurante una creatura di fantasia in monocromo; intorno alla composizione si distribuiscono racemi e girali d’acanto.

Il fregio di raccordo tra la parete e la volta è composto da una teoria di putti che sostengono sulle spalle un festone di fiori, posti davanti a un drappo bianco legato con nastri azzurri, con nappine, frange dorate e orlo ricamato in oro con un motivo a onda continuo.

Il soffitto ha quattro riquadri angolari affrescati con mascheroni, girali d’acanto e cammei con divinità fluviali. Il livello successivo prevede una cornice mistilinea a croce greca, identica a quella che circonda le scene delle pareti; all’interno della cornice si trovano quattro riquadri dipinti a monocromo, posti intorno a una cornice circolare con motivi vegetali e inserti romboidali con composizioni fitomorfe su fondo nero. I due riquadri maggiori raffigurano grifoni alati legati da una ghirlanda d’alloro, posti accanto a un medaglione in monocromo seppia con un episodio di storia antica; i due riquadri minori rappresentano due sfingi accanto a un balaustrino con foglie e festone di alloro. Al centro della volta si trova invece un rosone composto da foglie d’acanto.

Stefania Cretella

Sala 5

L’ultimo ambiente della sequenza di sale rivolte verso la strada è completamente affrescato con quadrature architettoniche. Le pareti sono scandite da specchiature separate da modanature con motivi fitomorfi. I riquadri ai lati delle pareti sono disposti secondo l’asse verticale: i minori, posti alla base e alla sommità, sono decorati con una conchiglia tra rami di alloro e di quercia a monocromo seppia, mentre quello centrale, stretto e alto, ha girali d’acanto su fondo blu. Le pareti continue, prive delle aperture per porta o finestra, hanno al centro una specchiatura di maggiori dimensioni, dipinta di azzurro e con una cornice formata da rami fogliati. Sopra la finestra è dipinto un riquadro azzurro con un festone vegetale, mentre la sovrapporta è affrescata con una elaborata cornice in finto stucco (conchiglia, baccellature, foglie d’acanto, testina femminile, tralcio di foglie, fregio con fiori stilizzati tra nastri circolari) contenente un paesaggio. Il cornicione è dipinto con girali d’acanto e mascheroni su fondo blu; ai quattro angoli medaglioni con teste allegoriche delle Quattro Stagioni. Ai quattro angoli del soffitto sono raffigurate teste di fantasia con acconciature di foglie d’acanto. La finta struttura architettonica è immaginata come una cornice mistilinea che determina quattro specchiature, internamente decorate con grottesche in finto stucco, che racchiudono l’oculo centrale, suddiviso in quattro spicchi ornati con sirene con code a foglie d’acanto.

Sala 4

La Sala 4, rivolta verso la strada, ha pareti dipinte con un colore uniforme, limitando la decorazione pittorica alle quattro sovrapporte con paesaggi e rovine antiche. La fascia esterna della volta è suddivisa mediante coppie di mensole con foglie d’acanto: ciascun lato presenta due riquadri marmorei ai lati, davanti ai quali è dipinto un festone di fiori, e un riquadro centrale, contenente un medaglione circolare con cornice a ghirlanda di foglie, raffigurante scene allegoriche legate al tema delle Quattro Stagioni. Il cornicione, con modanature di varia tipologia, delimita lo spazio centrale della volta: la zona tra cornicione e medaglione centrale è ornato con riquadri aangolari dipinti con girali d’acanto e riquadri rettangolari con simboli a monocromo su fondo verde chiaro, legati al tema amoroso (due coppie di colombe, arco e faretra, torce accese). Al centro dell’oculo ottagonale sono ritratti Venere e Amore tra nuvole.

Sala 9 Studio

Secondo quanto riportato nei documenti d’archivio, la sala adiacente al Corridoio dei Trionfi veniva utilizzata come studio dell’appartamento meridionale ed è stata affrescata da Pietro Scalvini tra il 1781 e il 1782. La sala conserva ancora le decorazioni in stile ercolanense del soffitto, delle sovrapporte e delle soprafinestre. La fascia perimetrale della volta piana alterna riquadri con girali e arpie a monocromo su fondo marrone a riquadri con anfore policrome, testine, uccelli o scene figurate a monocromo su fondo nero. Nei quattro angoli la cornice si piega per assecondare il profilo curvilineo del drappo a ventaglio dipinto con fasce lineari o a onda. Il profilo esterno della cornice è impreziosito da un motivo a cuspidi con palmette, che in corrispondenza dei riquadri figurati posti al centro di ciascun lato si trasforma in una più complessa decorazione a grottesca. Al centro della volta si trova invece un medaglione a cammeo con le tre Grazie, circondato da una cornice a meandro e dal motivo a cuspide già presente nella fascia perimetrale.

Il cornicione delle pareti, in stucco dipinto, è costituito da modanature con motivi ad astragalo a fusarole e perline, a baccellature e a kyma di cime di foglie.

Le due sovrapporte sono dipinte con grottesche su fondo bianco distribuite intorno a una lunetta contenente un paesaggio, mentre i rettangoli dipinti sopra le due finestre, inquadrate da una cornice in stucco dipinto con motivo a kyma lesbio continuo, sono delimitati da una cornice a meandro e contengono una grottesca policroma a sviluppo orizzontale, con al centro una losanga contenente un uccello a cammeo.

Nella sala si conserva ancora il camino in marmo giallo e la specchiera in stucco, con cornice interna che riprende quella delle finestre e decorazione esterna a nastri intrecciati intorno a fiori; il riquadro superiore raffigura un putto su una nuvola che guarda verso il sole.

Stefania Cretella

Sala 10 Alcova

L’ultimo ambiente dell’appartamento di meridione è l’alcova, composta da una sala principale, l’alcova vera e propria e due boudoirs laterali.

L’ambiente di maggiori dimensioni è stato affrescato nel 1781 con figure di Pietro Scalvini e quadrature di Saverio Gandini, che ha firmato e datato il suo intervento alla base del soffitto (“SAVERIO GANDINI CREMONESE 1781”). La fascia posta tra le pareti e il soffitto piano è dipinta come un basamento con angoli smussati affiancati da pilastrini. Alla base si trova una testina femminile tra riccioli, mentre la superficie interna dell’angolo è ornato con girali d’acanto e racemi dorati che si sviluppano intorno a una cornice ottagonale contenente episodi legati alle storie di Enea. La base e la sommità del basamento sono ornate da modanature a motivi classici, impreziositi da dettagli in oro. La parte centrale di ogni lato è leggermente aggettante e sul piedistallo che si forma dal ricciolo dei lati curvi siede un putto che regge festoni di fiori. Davanti alla quadratura architettonica, al centro di ogni lato, si trova una panoplia d’armi.

La fascia perimetrale della volta piana, di forma ottagonale, contiene otto riquadri delimitati da una cornice con foglie d’acanto e modanatura ad astragalo di sole perline, e da una fascia incassata dipinta in rosa uniforme. La parte interna dei riquadri angolari è decorata con girali monocromi e racemi dorati analoghi a quelli del livello precedente. Davanti ai riquadri rettangolari, posti al centro di ciascun lato, vi sono medaglioni con cornici con nastri dorati intrecciati intorno a fiori monocromi, circondate da due rami con foglie e bacche, con nastro dorato intrecciato. I dipinti entro le cornici raffigurano altri episodi della storia di Enea. I riquadri sono intervallati da inserti lineari a monocromo, con ovoli separati da foglie, contenenti minute sfere dorate.

Il medaglione centrale, a forma di croce, è circondato da una cornice con fiori a monocromo entro cerchi dorati, foglie negli angoli e modanatura interna ad astragalo a fusarole e perline. La scena figurata, quasi completamente ridipinta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, ritrae Atena in piedi su una nube che guarda verso una figura femminile di spalle, seduta ai suoi piedi, con accanto un libro aperto e un globo. Nella zona libera tra la fascia perimetrale e il medaglione centrale vi sono quattro rosoni a monocromo, con parte interna dorata e serto di alloro, sempre dorato. nel corso del tempo, le sovrapporte sono state rimosse e due di queste, raffiguranti l’Incontro di Enea e Didone e il Vaticinio di Èleno, sono oggi conservate nei depositi dei musei civici di Brescia.

Tra le finestre della parete di destra si trova il caminetto in marmo giallo e nero eseguito da Angelo Orlandi; la soprastante specchiera in legno intagliato e dorato ha lesene con fiori entro cerchi, cornicione con modanatura a baccellature e a kyma di cime di foglie, e riquadro rettangolare superiore con fiore e girali d’acanto.

La parete opposta, che fa da filtro tra la sala principale e i tre ambienti minori, è rivestita da una boiserie lignea bianca e oro. Le porte dei boudoirs sono sormontate da un timpano triangolare e da racemi vegetali dorati, mentre il passaggio tra la sala e l’alcova avviene attraverso un arco ribassato sostenuto da una mensola a ricciolo, decorato con racemi e festoni dorati e con una testa femminile posta sulla chiave di volta.

La quadratura architettonica e i colori dominanti della volta piana dell’alcova sono in sintonia con quelli del soffitto della sala principale. La fascia perimetrale ha riquadri angolari con racemi monocromi e festoni di alloro in oro, che si sviluppano intorno a uno stemma centrale raffigurante una divinità mitologica in monocromo (Giove, Giunone, Diana e Mercurio). Sotto il riquadro, in uno spicchio triangolare con sommità concava, si trova un decoro floreale in oro che sostiene nastri e mazzi di fiori. I riquadri al centro dei lati rappresentano un paesaggio, una scena all’antica all’interno di un tempio, un veliero tra il mare in tempesta e un veliero che naviga su un mare calmo. Nel medaglione centrale, circondato da cornici e modanature di varie forme e con diversi decori a monocromo e oro, è rappresentata la lotta tra Minerva e Marte, aiutato da Venere e Cupido. A differenza del dipinto centrale della sala principale,  in questa scena si può apprezzare pienamente la maestria raggiunta da Scalvini nel raccontare storie tratte dai poemi epici (in questo caso, dall’Iliade di Omero), il suo sapiente uso dei colori, la freschezza della composizione e la grazia nel delineare le figure e il paesaggio.

Il gabinetto di sinistra ha pareti suddivise in semplici specchiature lineari con cornici ocra e rosa; il soffitto è suddiviso in riquadri ornati internamente da girali d’acanto a monocromo su fondo ocra, mentre i riquadri alle estremità contengono arabe fenici con code a girali d’acanto. I diversi riquadri sono separati da cornici monocrome, che alle estremità contengono due medaglie circolari con anfora monocroma su fondo scuro.

Il boudoir di destra, ad uso di gabinet de toilette riservato a Paola Uggeri, è stato affrescato da Pietro Scalvini con decori di ispirazione neopompeiana inseriti all’interno di quadrature architettoniche di gusto neoclassico. Il soffitto è sempre suddiviso in riquadri separati da cornici monocrome, i più grandi dei quali ornati internamente con racemi policromi su fondo verde scuro; i riquadri angolari hanno coppie di donne con gambe a racemi vegetali e racemi su fondo rosa chiaro, mentre i rettangoli tra i riquadri angolari contengono coppie di satiri tra racemi monocromi, che sostengono una cesta di fiori e festoni. Completano la decorazione due piccoli tondi con figure femminili e fiori e il riquadro centrale a croce greca, con fiore dorato tra quattro racemi circolari azzurri e racemi dorati. Le pareti sono scandite da snelle lesene con grottesche e piccoli medaglioni ellittici contenenti putti e sono suddivise in specchiature simili a quelle della volta, impreziosite da piccoli cammei con scenette mitologiche e da tre medaglioni con scene figurate su fondo azzurro, posti al centro della parete confinante con l’alcova e nelle due sovrapporte. Il cornicione è dipinto con girali vegetali policromi intervallati da maschere e cammei con figurine mitologiche, mentre la zoccolatura a semplici specchiature monocrome è separata dal resto della parete mediante una cornice a meandro.

Stefania Cretella

Sala 8 Corridoio dei trionfi

L’andito che conduce all’alcova, detto Corridoio dei trionfi, conserva ancora le due sovrapporte nelle pareti minori e gli affreschi della volta e della parete rivolta verso il cortile interno e lo studio, opere di Pietro Scalvini, mentre nulla si conserva nella parete confinante con la sala 5. All’interno delle quadrature architettoniche, giocate sul delicato contrasto tra le strutture monocrome e i fondi sui toni chiari del rosa e del verde, Scalvini dipinse scene e composizioni legate al tema militare. La volta piana è suddivisa in riquadri da cornici mistilinee con festoni di alloro legati da nastri in finto rilievo. I riquadri laterali, a fondo verde con girali vegetali in monocromo, contengono un inserto quadrilobato raccordato alla cornice che contiene la rappresentazione di un elmo su fondo giallo. La zona centrale è occupata da un riquadro, sempre a fondo verde e decori monocromi, che ospita una finta cupola ellittica, con rosone centrale e costolature a raggi. Lo spazio tra i tre settori è occupato da composizioni d’acanto a monocromo su fondo rosa. La superficie della parete maggiore, interrotta da una finestra e dalla porta di accesso allo studio, è suddivisa in settori decorati come il soffitto. Al centro della specchiatura principale si trova un medaglione circolare con panoplia d’armi. Nelle medaglie quadrilobate poste nelle tre sovrapporte sono raffigurate panoplie d’armi, scene di battaglia e di trionfo.

Stefania Cretella

Sala 7

La Sala, adiacente al Corridoio dei trionfi che conduce all’alcova, conserva solo il riquadro collocato sopra la porta di collegamento con la sala del Camino nero. Si tratta di un riquadro a monocromo, caratterizzato dalla presenza di un cupido in volo chiuso entro una serie di cornici e modanature di varia forma, con motivi classici a finto rilievo (festoni con piccoli cammei, astragalo a sole perline, kyma di foglie, riquadri con fiori).

Stefania Cretella

Sala 6 Sala del Camino nero

La Sala del Camino nero conserva solo le sovrapporte, le soprafinestre e la fascia perimetrale del soffitto, impostato su un cornicione a modanature semplici.

La fascia esterna del soffitto finge la presenza di un parapetto pieno, poggiante su un basso basamento ornato da triglifi e festoni dorati e profilato superiormente con una modanatura continua a kyma ionico. Nei quattro angoli il basamento si sporge verso l’esterno, in modo da creare un piedistallo su cui si poggiano gruppi marmorei composti da coppie di figure femminili con tentacoli al posto delle gambe, che sorreggono una cornice ovale dorata, contenente scenette monocrome su fondo marrone (carrozza trainata da cavalli, scena di battaglia, comandante su una biga trainata da schiavi, soldato a cavallo su un campo di battaglia). La parte sporgente del basamento è ornata con una protome leonina o un mascherone che stringe tra la bocca un festone dorato. Il paramento che insiste lungo i lati maggiori è suddiviso in tre parti, divise da pilastrini. Le sezioni laterali sono decorate con festoni dorati e un cammeo centrale di forma ovale, rappresentante busti di profilo, mentre la parte centrale, più alta rispetto alle laterali, ha la superficie dipinta con un intreccio di racemi dorati e girali d’acanto monocromi e sul punto più alto del parapetto è appoggiato un vaso con fiori e racemi vegetali, alcuni dei quali stretti tra le mani dei putti in monocromo che si ergono sui pilastrini adiacenti. I lati minori sono sempre composti da due parti laterali, identiche a quelle dei lati maggiori, che affiancano la zona centrale più alta, delimitata superiormente da un timpano circolare spezzato, su cui volano putti che sorreggono un cesto di rami e frutti.

Il riquadro sopra le due finestre rivolte verso il cortile è incorniciato da una serie di modanature dipinte che contengono un festone con drappo dorato. Le soprapporte, di forma quadrata, sono composte da diverse modanature che delimitano il medaglione ellittico centrale, contenente scene in monocromo su fondo azzurro.

L’elemento caratteristico delle tre soprapporte è invece identificabile con il medaglione centrale, ornato a monocromo su fondo azzurro con scene di vario genere (scena composta da un cavaliere a cavallo e una figura a terra con cane; due figure accanto a un quadro; scena con due cavalieri a cavallo e una donna inginocchiata che sorregge un bambino;

Nella sala si conservano ancora il caminetto in marmo nero e la specchiera neoclassica, con cesto di fiori, festoni e riquadro superiore con tre teste a cammeo.

Stefania Cretella

Sala 14 Sala delle candelabre

La Sala delle candelabre, adiacente alla Sala dei Grifoni e comunicante con la Galleria delle sfingi, deve il proprio nome al motivo decorativo dominante, recuperato dal repertorio classico e proposto in chiave monumentale all’interno delle specchiature che scandiscono le pareti. Il grande salone, oggi adibito a sala delle lauree, venne dipinto da Giuseppe Reina nel 1783, come testimoniano i due cartigli inseriti nelle candelabre presenti nella parete di fondo. La decorazione pittorica, giocata sui toni del grigio, del verde chiaro e del crema, è costituita da una quadratura architettonica semplice e rigorosa che suddivide le pareti e la volta in specchiature e riquadri di varie forme e dimensioni, che ospitano i diversi elementi ornamentali in grisaille. La sezione inferiore delle pareti è occupata da una semplice zoccolatura monocroma sulla quale si impostano pilastri scanalati con capitelli ionici collegati da festoni di foglie e frutti, affiancati a lesene con motivi vegetali. Nelle pareti minori, le porte a doppio battente che permettono l’accesso alle sale limitrofe sono sormontate da sovrapporte con composizioni di foglie e girali d’acanto davanti a bastoni incrociati terminanti con una pigna, mentre lo spazio laterale è occupato dalle candelabre in monocromo. La parete confinante con la galleria, dotata di una doppia porta centrale con due sovrapporte simili alle precedenti, è suddivisa in quattro specchiature: il primo riquadro, posto all’estremità orientale, ospita il grande stemma araldico della famiglia Calini, composto da una scala e una bandiera, sormontato da un elmo e circondato da stendardi, faretra, insegne e rami di alloro, allusione a trionfi militari; i riquadri ai lati delle porte, stretti e allungati, sono occupati da motivi a candelabra; l’ultimo riquadro ripropone lo stemma dei Calini, questa volta circondato da simboli cardinalizi, rami di alloro e di palma.

Nella parete su via delle Battaglie si aprono tre finestre che riducono sensibilmente la superficie a disposizione per la decorazione pittorica, composta dalle solite coppie di lesene e pilastri, da due riquadri con motivi a candelabra e da tre soprafinestre, le due alle estremità con festoni di drappi, quella centrale con motivi ornamentali vegetali.

Il passaggio tra le pareti e la volta è sottolineato da un cornicione dipinto con modanature semplici, a ghirlanda e a Kyma lesbo continuo.

Il centro della volta a botte ribassata presenta un medaglione rettangolare, con i lati minori curvilinei, chiuso da una serie di modanature alle quali si connettono le costolature architettoniche che partono dalla base del soffitto, creando riquadri e nicchie. Nel medaglione insistono un riquadro centrale ottagonale, due riquadri rettangolari e diversi inserti, tutto dipinto con rosette, conchiglie e ornamenti di ispirazione vegetale in finto stucco, che ritornano anche nelle candelabre e nei riquadri della fascia perimetrale, nei quali compaiono anche patere con teste leonie, animali mostruosi, anfore, composizioni di fiori e trofei con strumenti musicali. Le nicchie circolari alla base del soffitto sono invece costituite da conchiglie.

Stefania Cretella