La sala, posta al piano terra del palazzo, è il secondo ambiente a sinistra dell’androne principale accessibile da corso Cavour.
La decorazione delle pareti, molto rovinata, è composta da una regolare divisione in ampie specchiature. Meglio conservata, invece, è l’ornamentazione del soffitto, che presenta una sobria divisione in specchiature decorate con pochi elementi quali nastri e rami di quercia. Nella cornice posta nella fascia esterna della volta, si trovano quattro medaglioni con le raffigurazioni, in grisaille, di Giove, Diana, Apollo e Demetra.
Edoardo Lo Cicero
La sala si trova nell’angolo nord-ovest del palazzo e conclude l’enfilade di quattro sale poste a sinistra del portale situato su corso Cavour.
Lo stato di conservazione della decorazione parietale è alquanto compromesso, sebbene sia ancora possibile leggere lo schema generale dell’impianto ornamentale, immaginato come una sequenza di specchiature arricchite al loro interno da finti stucchi con motivi vegetali intervallate da esili racemi di quercia. Sopra ad una delle due porte poste nella parete sud, inoltre, si trova un medaglione in grisaille raffigurante Giunone.
La volta della sala, che versa in un migliore stato di conservazione, presenta una finta cornice leggermente aggettante ornata da motivi vegetali e, negli angoli, quattro medaglioni con le raffigurazioni in monocromo di alcune figure di difficile interpretazione, ritratte all’interno di una selva. La parte centrale del soffitto è suddivisa in dodici specchiature decorate con motivi vegetali in finto stucco, a cui sono stati aggiunti inserti in oro.
Edoardo Lo Cicero
Al centro del soffitto della stanza, decorato a finti lacunari e fregi vegetali, campeggia un grande riquadro a monocromo con Aurora contempla Cefalo dormiente, opera di Giambattista Canal e Lorenzo Sacchetti per gli ornati.
Andrea Chiocca
Ai quattro angoli del riquadro sul soffitto, entro tondi, quattro figure femminili alate reggono un lungo serto floreale che attraversa l’intero perimetro della volta. Al centro sono raffigurate gli Sponsali di Giove e Giunone: le due divinità sono ben riconoscibili grazie alla presenza dei loro consueti attributi, l’aquila e il pavone. Li sovrasta Imeneo con la fiaccola, mentre alle spalle di Giove sono riunite le tre Grazie. Completano la decorazione ornati fitomorfi, vasi all’antica, corone d’alloro e fregi a girali. Anche la decorazione di questa sala spetta a Giambattista Canal e Lorenzo Sacchetti.
Andrea Chiocca
Il salone fu danneggiato durante il bombardamento del 1944. Secondo quanto riportato da Ronchi (1922), al centro del soffitto era raffigurato un Trionfo di Bacco, mentre alle pareti erano visibili due episodi della storia romana con Muzio Scevola e Coriolano. Scomparse le parti figurate, rimangono gli ornati a monocromo con panoplie e trofei all’antica; i fregi costituiti da crateri, mascheroni e festoni; i comparti con motivi vegetali e piccole scene a grisaille; le finte colonne ioniche e i finti lacunari del soffitto. Le sovrapporte sono costituite da cornici alla greca con aquile, appollaiate su medaglioni con profili maschili e femminili. Nelle finte logge in alto sono presenti personaggi affacciati, nel solco di una larga consuetudine decorativa settecentesca. La decorazione è opera di Giambattista Canal e Lorenzo Sacchetti.
Lo scalone ospita due rampe di scale delimitate da una balaustrata marmorea, che termina al piano nobile in un plinto sostenente una colonna ionica. A tali elementi architettonici fanno eco sulle pareti grandi riquadri raffiguranti finte balaustrate e ariose quinte prospettiche, costituite da colonne ioniche binate sostenenti piccoli architravi e soffitti voltati, opera di Lorenzo Sacchetti (1759-1830). Le architetture dipinte sono alternate da fasce monocrome raffiguranti ramoscelli d’ulivo, colombe, cetre, vasi e altri piccoli elementi ornamentali.
Andrea Chiocca
Quattro paesaggi ornano le pareti del corridoio adiacente alla sala delle Quattro Stagioni, di collegamento all’ala secondaria del palazzo. Si tratta di dipinti a tempera su muro legati alla pittura paesaggista di gusto romantico alla maniera di Marino Urbani (1764-1853), che testimoniano la fortuna del genere nella decorazione d’interno. Alle scene pastorali del secolo precedente si sostituiscono vedute nelle quali acquistano maggiore risalto le architetture di gusto classicista o neogotico.
Andrea Chiocca
Sulle pareti della sala, sono dipinti tre grandi paesaggi di formato verticale, chiusi in alto da un finto tendaggio rosa, a sottolineare l’effetto illusionistico di sfondamento spaziale. Sono delimitati da finti pilastri scanalati, che confinano a loro volta con comparti a candelabre e finti bracieri su fondo grigio. All’interno delle candelabre Bevilacqua ha dipinto negli anni 1811-1812 le allegorie di Primavera, Estate, Autunno e Inverno, entro cornice ottagonale a stucco, secondo la consueta iconografia con amorini in veste di paggi a tenere i relativi attributi.
Nel fregio della fascia superiore i capitelli compositi dei pilastri si alternano a comparti rettangolari con serti vegetali. Le due sovrapporte a monocromo, ugualmente dipinte da Bevilacqua, rappresentano soggetti legati alla storia di Bacco.
Nel soffitto campeggia una finta cupola rosa, agli angoli della quale Bevilacqua ha dipinto quattro danzatrici, due con tamburello e due con cembalo e sonagli, intervallate da Vittorie alate.
Andrea Chiocca
Nell’ovale sul soffitto della Sala dell’Aurora è dipinta l’esile figura di Aurora con grandi ali, che tiene due fiaccole tra le mani e indossa una frusciante gonna color lilla. Accanto a lei volteggiano due amorini con una ghirlanda di fiori, nell’atto di rovesciare acqua da un vaso. Anche in questo caso l’opera è riferibile a Canal.
La cornice presenta una decorazione a stucchi bianchi con girali, ghirlande e grandi fiori entro ottagoni, su fondo verde chiaro. Agli angoli sono dipinti busti femminili entro ghirlande colorate.
Andrea Chiocca
Le tre porte visibili nella Sala di Apollo sono funzionali alla partitura decorativa delle pareti, sulle quali si alternano comparti verticali a candelabre in monocromo bianco ad altri con finti busti bronzei all’antica, maschili e femminili, che poggiano su mensole illusionistiche. Al centro delle sovrapporte sono raffigurati medaglioni con coppie di ritratti su fondo blu e verde, desunti da modelli tiepoleschi quali i monocromi di Giandomenico Tiepolo già nella villa Volpato, Panigai a Nervesa della Battaglia. Nella fascia superiore corre un fregio in cui si susseguono rettangoli e quadrati a monocromo con mascheroni, o con un fiore inscritto in un cerchio su fondo blu. Il soffitto presenta un ovale monocromo con Apollo sul carro, attribuito a Giambattista Canal da Pavanello.
Guidolini collabora per l’ornato, come nelle altre stanze: la scena principale è delimitata da una larga cornice che contiene una fascia a esagoni floreali. Agli angoli sono dipinti quattro tondi che circoscrivono un rosone, su cui si innesta un mascherone soffiante.
Andrea Chiocca