Sala di Amore e Psiche

Sui quattro lati del soffitto sono stati dipinti da Canal episodi della storia di Psiche, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, a monocromo bianco su fondo verde entro riquadri in forma di lunette: Venere indica Psiche a Cupido, Psiche illumina Amore, Psiche dinnanzi a Venere percossa da Affanno e Tristezza, Psiche dormiente, Amore e l’aquila di Giove.

Nel grande riquadro al centro del soffitto, inserito entro il sobrio ornato di Guidolini, composto da vasi con bianchi girali su fondo blu, rosette e fregi bianchi e dorati a candelabra su fondo verde, troviamo rappresentato l’Imeneo di Amore e Psiche: i due sposi sono circondati dalle divinità dell’Olimpo.

La coppia a sinistra è formata da Giove, con l’aquila, e Giunone, il cui pavone è tenuto da un’ancella. Alle spalle di Giove appare una mezzaluna, simbolo di Diana. Nel corteo a destra, in secondo piano, si riconoscono le figure di Minerva e Nettuno, parzialmente nascoste da Mercurio in volo sopra i due sposi. Più in basso due amorini recano in dono una ghirlanda e una colomba.

Il dipinto è stato attribuito a Giambattista Canal da Pavanello (1980, pp. 58-59).

Andrea Chiocca

Sala di Zefiro e Flora

L’ambiente prende il nome dall’ovale al centro del soffitto dove sono visibili appunto le figure di Zefiro e Flora che danzano con nastri svolazzanti, accompagnate da due amorini. Il dipinto, attribuito a Canal da Pavanello, è inserito entro un’elaborata intelaiatura ornamentale realizzata da Guidolini: la cornice violetta a finte mensole e rosette è circondata da scomparti mistilinei a lacunari sui lati lunghi, intervallati su quelli brevi da riquadri che contengono medaglioni con teste maschili di profilo e, intorno, tralci vegetali. Lungo i quattro lati del soffitto sono dipinte coppie di amorini, a monocromo bianco su fondo celeste, poste in varie pose ai lati di un braciere, da cui si dipartono girali. Agli angoli, composizioni con cammei a monocromo bianco su fondo rosso, opere di Canal, che raffigurano celebri coppie mitologiche, tre delle quali identificabili con Bacco e Arianna, Ercole e Onfale (Dejanira?), Apollo e Minerva. I piccoli ovali sono sormontati da motivi floreali a finto stucco nella fascia superiore, mentre in quella inferiore coppie di cigni ai lati di un vaso, e intorno corre una cornice geometrica a motivi ovoidali. Ai lati, in monocromo bianco su fondo celeste con cornicetta in oro, due nature morte di significato simbolico, legate alle coppie presentate. Le varie parti sono inframmezzate da una finta cornice a forma di festone vegetale in monocromo, interrotta da riquadri con sfingi affrontate.

Andrea Chiocca

Salone al piano nobile

La complessa partitura a finti pilastri e colonne rispecchia quella reale sul lato di accesso al salone monumentale. Sulle pareti si aprono finte nicchie entro cui poggiano grandi anfore con scene di caccia legate al mito di Diana, sormontate da tondi con faretra, arco e fogliame. Le nicchie si alternano a comparti di candelabre ugualmente allusive alla caccia, intrecciate a nastri, fogliame, corone d’alloro, corni e frecce. Le sovrapporte sono dipinte con elementi variamente abbinati: braciere, scudo, anfora, serpente, corda, faretra con arco e serti vegetali. La fascia decorativa alla sommità delle pareti è delimitata da un cornicione, sormontato da un fregio con sedici metope a monocromo, raffiguranti scene della storia di Latona e dei figli Apollo e Diana, tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.

Il soffitto è decorato con una finta cupola a linee intrecciate, inserita entro una cornice quadrangolare, delimitata agli angoli interni da serti vegetali. Sui due lati brevi comparti rettangolari con finti cassettoni ottagonali, mentre su quelli lunghi si alternano fasce di varia lunghezza con ornati e motivi vegetali.

Andrea Chiocca

Saletta delle Danzatrici

Una saletta al piano ammezzato presenta alle pareti dodici riquadri incorniciati in stucco, entro cui sono raffigurate danzatrici all’antica, in diversi abbigliamenti e pose: con corone di fiori sul capo, panneggiate di veli trasparenti, con strumenti musicali, tamburelli, ceste. Al centro del soffitto un clipeo, attualmente privo di decorazioni, e alle estremità due mezzelune con putti alati in volo recanti, rispettivamente, un vaso da cui è fatta sgorgare dell’acqua e una fiaccola.

L’autore della decorazione è, con ogni probabilità Giambattista Canal, segnalato dalle fonti al lavoro nel palazzo. D’altronde le figure delle danzatrici di chiara ispirazione ercolanese sembrano perfettamente coerenti con lo stile di Canal, fra Sette e Ottocento, quando nella sua arte si palesa ormai la piena adesione alle istanze neoclassiche.

Andrea Chiocca

Stanza dei Paesaggi

Le pareti a fondo chiaro della Stanza dei Paesaggi sono rivestite da sette riquadri con paesaggi di formato verticale, dipinti a tempera su muro entro lievi cornici a stucco. Le vedute, concepite come finti quadri, raffigurano scene di tematica pastorale, un Paesaggio lacustre, una Burrasca di mare e un Paesaggio con chiesa gotica.

Anche la decorazione di questa stanza, come del salone, è ascrivibile a Giuseppe Bernardino Bison.

Andrea Chiocca

 

Salone

Ciascuna delle due pareti lunghe del salone presenta al centro una grande scena a monocromo rosa su fondo verde, raffigurante il Ratto di Proserpina su un lato e il Ratto di Europa sull’altro, delimitata da fasce decorative a grottesca che inquadrano le porte d’accesso, sormontate da finti bassorilievi monocromi con scene votive all’antica. Le specchiere presenti sulle altre pareti, inquadrate a loro volta dalle grottesche, moltiplicano l’effetto dell’ornato. La decorazione è delimitata in alto da un fregio continuo a motivo floreale, con margherite gialle racchiuse entro tondi. Gli stessi motivi ornamentali si moltiplicano in maniera organica nello spazio del soffitto, alternandosi a finti bassorilievi monocromi con scene di sacrificio, piccoli riquadri con grottesche e stucchi con festoni su fondo verde andando ad inquadrare al centro un riquadro con la Virtù incorona la Gloria dei Principi, delimitato sui quattro lati da fasce in cui si ripete ancora il motivo floreale a margherite, e agli angoli da tondi con mascheroni su fondo verde.

L’artefice, sia dell’apparato figurativo che dell’ornato, è Giuseppe Bernardino Bison che ha lasciato la sua firma sulla grottesca a lato della porta d’ingresso.

Andrea Chiocca

Scalone

Le pareti lunghe che fiancheggiano lo scalone a doppia rampa sono ripartite in tre scomparti verticali da lesene in marmo grigio variegato. La decorazione pittorica è articolata in una finta terrazza, ripresa dal basso, alla quale si affacciano coppie di personaggi variamente atteggiati, su fondali architettonici oltre i quali si intravedono scorci di paesaggio. Le scene sono intervallate da una nicchia illusionistica con la statua a monocromo di Apollo da una parte e quella di Diana dall’altra. Sul soffitto è raffigurata Aurora che sparge fiori.

Gli affreschi sono stati ricondotti alla tarda attività del pittore vicentino Giovanni Scajario da Pavanello.

Andrea Chiocca

Stanza di Amore e Psiche

Nella stanza affacciata sul lato meridionale del salone, troviamo, come sovrapporte, figure femminili ad affresco che affiancano medaglioni a tempera con vari motivi di putti. Più in alto, agli angoli del soffitto, finti stucchi con candelabre, che si innestano su medaglioni in monocromo verde con motivi allusivi all’amore e coppie di colombe. Al centro del soffitto, decorato ad affresco e tempera, le allegorie dell’Aurora e del Crepuscolo del mattino, in volo su una finta cupoletta a modanature verdi. Tutt’attorno quattro scene principali su fondo azzurro che delineano la storia di Amore e Psiche, nelle quali riconosciamo in particolare i seguenti episodi: Psiche scopre l’identità di Amore; Amore risveglia Psiche; Psiche davanti a Proserpina; Psiche davanti a Venere.

Anche in questo ambiente si riconosce la mano di Giambattista Canal coadiuvato, in questo caso, da David Rossi.

Andrea Chiocca

Salone

Nel grande salone passante, una sobria finta architettura articola le pareti con otto lesene intervallate da candelabre con motivi di strumenti musicali, specchiature in giallo e verde acqua, ornate da motivi di festoni in finto stucco, al centro delle quali si aprono nicchie a fondo dorato, e al loro interno finte sculture. Queste rappresentano Orfeo, Armonia, Apollo, Euterpe, reggenti a loro volta vari strumenti musicali. Sullo zoccolo, sono bassorilievi in bronzo dorato su fondo porpora con vari giochi di putti. Compaiono egualmente a mò di sovrapporta sei gruppi di putti al naturale, con strumenti e spartiti musicali.

Sulla volta del salone un’articolata visione celeste, genericamente identificata come la rappresentazione delle Divinità dell’Olimpo da Padoan Urban (1969-1970).

Al centro della scena un personaggio femminile è indicato da Mercurio a Giove e Giunone, mentre, accompagnato da quella che potrebbe essere una colomba, da alcuni putti, e, più a sinistra, dalle Grazie. Ascende al cielo verso l’Olimpo. A fianco della figura femminile compare inoltre un personaggio maschile, accompagnato da un grifone, che reca l’iscrizione «SOLUTUS OMNI FOENORE», allusiva a un’ode di Orazio (Epodi, II, vv. I-4). L’allegoria coincide perfettamente con l’iconografia del Credito secondo l’Iconologia di Cesare Ripa. Nella parte alta sono, ad accogliere la figura femminile nell’Olimpo, Giove e Giunone, presentati da Mercurio, notoriamente il dio del commercio. Nella parte inferiore della visione celeste, sono invece le allegorie delle quattro parti del mondo, affiancate da putti in volo con una cornucopia e un rametto di corallo.

Difficile è identificare il personaggio femminile protagonista della vicenda, forse una complessa allegoria oppure un generico riferimento alla glorificazione della famiglia Zigno.

Responsabili del ciclo pittorico del salone sono Giambattista Canal e Paolo Guidolini.

Studiolo

Sul medesimo lato meridionale, troviamo lo studiolo caratterizzato da una decorazione a grottesche sul soffitto, contraddistinte da candelabre con motivi di volatili, gemme e cammei, fregi di sfingi su sfondo viola e finti decori in stucco su sfondo porpora, ai quali si accompagnano putti e strumenti musicali. Perimetrale a questa decorazione sono le mezzelune con vari episodi mitologici su sfondo in finto mosaico. Vi troviamo le rappresentazioni di Ercole e Onfale, Apollo e Dafne, Nesso e Dajanira, Venere e Adone, il Ratto di Europa, Atalanta e Ippomene.

Andrea Chiocca