Palazzo Belloni
Il palazzo, come oggi si presenta, è il risultato di almeno due principali operazioni edilizie condotte a distanza di un secolo l’una dall’altra: una prima intrapresa a cavallo della metà del Cinquecento da parte dei patrizi veneziani Mocenigo; un secondo intervento promosso da parte dai veneziani Belloni nel secolo seguente. Un primo corpo di fabbrica, quello verso sud, sorse negli anni quaranta del Cinquecento per iniziativa di Alvise Mocenigo su un’area delimitata dal canale e l’antica via Sant’Eufemia, su progetto del proto Agostino Righetti da Valdagno. A questa fabbrica il Mocenigo collegava un secondo corpo adiacente ristrutturato nel 1558 dal figlio Leonardo con la consulenza di Andrea Palladio. In una sala dell’ala più antica sempre Alvise Mocenigo faceva realizzare un soffitto in legno dorato con tavole dipinte dal pittore padovano Stefano dell’Arzere, oggi in parte conservate presso il locale Museo Civico (Saccomani in da Bellini a Tintoretto 1991, pp. 167-168). Al figlio Leonardo spetta la commissione dell’apparato ornamentale a fresco ancora oggi presente nell’atrio, sulla volta dello scalone e sulle pareti del salone nobile da attribuirsi a Battista Zelotti.
Nel 1619 lo stabile fu ceduto da Gerolamo Mocenigo a Vincenzo Belloni che a sua volta, in una data successiva al 1632 anno del suo testamento, trasmette il bene al nipote Bartolomeo Belloni nominato suo erede universale. A lui si deve la ridefinizione edilizia di metà Seicento, come ricordava un’iscrizione – oggi scomparsa – murata nell’ipogeo e che celebrava nel 1640 l’avvenuta costruzione dell’edificio con annesso giardino (Mancini 2001-2002, p. 202). A distanza di una decina d’anni Bartolomeo provvedeva anche alla sua decorazione. Alla sua morte nel 1659 il palazzo passava per via ereditaria alla figlia Laura che nel 1664 andrà in sposa in seconde nozze a Giovanni Battaglia. Il palazzo rimase proprietà della famiglia Belloni-Battaglia fino all’Ottocento.
Andrea Chiocca
E. Saccomani, Nota sulla costituzione della Pinacoteca Civica di Padova, in Da Bellini a Tintoretto. Dipinti dei Musei Civici di Padova dalla metà del Quattrocento ai primi del Seicento, catalogo della mostra a cura di A. Ballarin e D. Bandato (Padova, Musei Civici), Roma 1991, p. 202; V. Mancini, La pittura a Padova dal Tardomanierismo al Barocco (1610-1660), tesi di dottorato, tutor C. Furlan, Unoversità degli studi di Udine, 2001-2002, p. 202;V. Mancini, Palazzo Belloni, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp.150-151.