Palazzo Capodilista, ora Emo Capodilista

I Capodilista, per tradizione presenti a Padova fin dal IX secolo, si dimostrano essere nel corso della storia patavina una delle più prestigiose e abbienti famiglie della città (Cenni storici 1862, pp. I-24; Dizionario storico 1886-1890, ed. 1965, p. 226).Indubbiamente la casa di via Umberto I è la più nota dei loro possedimenti urbani, grazie al suo valore architettonico, trattandosi di un palazzo medievale in cui sono ancora presenti elementi duecenteschi (Calore 1972), restaurati e ammodernati per lo più nel Settecento, a cui si aggiunge la pregevole decorazione monumentale interna rococò e neoclassica, ancora ben conservata.
Per quanto concerne il rinnovamento del palazzo medievale dei Capodilista la bibliografia generalmente lo colloca nella seconda metà del XVIII secolo attribuendolo, per via di deduzione dalle note dell’abate Gennari (Checchi, Gaudenzio, Grossato 1961, p. 151), all’architetto Giambattista Novello (1715-1799), ipotesi messa in parte in discussione recentemente (Grinzato 2018, p. 218). Il rinnovamento in senso rococò si divide in almeno due fasi di lavoro: in prima istanza si verificò il rifacimento dell’ingresso principale del palazzo, dello scalone d’onore e della sala passante (a “portego”) del piano nobile, dove si vedono opere assegnabili a Gaspare Diziani. Questi ambienti furono elaborati negli anni cinquanta o sessanta del Settecento, visto che la decorazione deve datarsi ante 1767 data del decesso di Diziani. In seconda istanza, fu ordinata l’edificazione e ornamentazione del salone per le feste con gli affreschi di Costantino Cedini, probabilmente concluso entro il 1783, anno del matrimonio tra l’ultima dei Capodilista, Beatrice, e il nobile veneziano Leonardo Emo di San Moisé.
A questi interventi si aggiungono quelli ottocenteschi per la decorazione, attribuita a Giovanni Carlo Bevilacqua, affiancato da un abile ornatista, del cosiddetto “appartamento neoclassico”, che comprende tre sale, databili tra 1820-1821.
In generale il riammodernamento architettonico e decorativo del XVIII secolo e proseguito in quello successivo, fu voluto dai Capodilista per forti ragioni di rappresentanza e autocelebrazione.
Andrea Chiocca
Cenni storici sulle famiglie di Padova e sui monumenti dell’Università premesso un breve trattato sull’arte araldica, Padova 1862, pp. I-24; Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, 3 voll., Pisa 1886-1890, ed. a cura di G. B. Di Crollalanza, 3 voll., Bologna 1965, p. 226; M. Checchi, L. Gaudenzio, L. Grossato, Padova. Guida ai monumenti e alle opere d’arte Venezia 1961, p. 151; A. Calore, Notizie sulle case dei Capodilista a Padova, in «Bollettino del Museo civico di Padova», LXI, 1-2, 1972, pp. 293-303; S. Grinzato, Palazzo Emo Capodilista, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, p. 218;