Palazzo Frigimelica, poi Selvatico, poi Montesi, poi Estense

Fu un membro stesso della famiglia, l’architetto Giacomo Frigimelica, a dirigere l’imponente ristrutturazione che vide il palazzo trasformarsi fra il 1677 e il 1683. Nel secolo successivo, ad opera di Antonio Frigimelica, si colloca il restauro e l’ampliamento dell’edificio. Nel 1786 poi, per mancanza di discendenti diretti alla morte di Antonio, il palazzo passò interamente nelle mani della famiglia Selvatico.
Le due figure di spicco che compaiono nei numerosi documenti pervenutici in merito alla decorazione del palazzo nel XVIII secolo, tra una nutrita serie di artigiani e artisti (per un approfondito elenco dei quali si rimanda a Ton 2018, p. 317), sono il pittore veronese Antonio Buttafogo, occupatosi in particolar modo degli affreschi del Salone, e l’ornatista e quadraturista vicentino Paolo Guidolini. Un ruolo significativo ma oggi difficilmente valutabile è quello dell’ornatista Antonio Tentori, pagato nel maggio 1781 per aver dipinto due camere.
Oltre al ricco apparato pittorico, è meritevole di menzione la decorazione a stucco che interessò in particolar modo gli ambienti al piano terra (nel dicembre del 1780 si ricordano pagamenti a Giovanni battista Bianchi stuccatore e ad Antonio Solari nel febbraio successivo, Ivi, p. 318).
Emanuele Principi
D. Ton, Palazzo Frigimelica Selvatico, in “Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento”, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 317-331.