Palazzo Monti, ora Martin

Palazzo Monti, ora Martin

L’edificio fu costruito dalla nobile famiglia Monti a partire dagli anni sessanta del Cinquecento su una preesistente abitazione quattrocentesca. La sobria facciata principale è caratterizzata da due fasce marcapiano fortemente aggettanti sulle quali si innestano direttamente le cinque finestre. Al piano terreno i cantonali e il portale d’ingresso si distinguono per la presenza di alcuni inserti in bugnato che creano un forte contrasto con la superficie quasi completamente liscia. Stando a quanto riportato da Guerrini, il committente della fabbrica Mons. Gerolamo Monti nel suo testamento, oggi irreperibile, dispose la continuazione dei lavori “secondum designum sive plantam factam da D. Julio Todeschini architecto” (Lechi, 1974, p. 341). Studi recenti tendono a non attribuire la totale paternità del progetto a Todeschini (Margutti, 2016, pp. 300-301): nonostante il portale d’ingresso possa riportare alla mente, seppur in forma meno slanciata ed elegante, altri disegni dell’architetto realizzati per il Palazzo dei Provveditori di Desenzano del Garda, l’impianto dell’edificio sembra appartenere alla tradizione architettonica romana. Risulta pertanto più ragionevole riconoscere in Todeschini l’interprete di un progetto giunto da Roma in seguito ad un soggiorno del cardinale Monti.

Superato il portale d’accesso si accede ad un profondo androne che immette in un porticato a quattro campate su colonne doriche affacciato su una corte, arricchito sul lato nord da una fontana con mascherone. La scenografica prospettiva termina con un giardino cintato grande quanto la corte interna.

Nadia Giori

 
Bibliografia:

P. Ulisse, Arte retrospettiva: l’architetto Giulio Todeschini da Brescia (1524-1603), in Emporium, Vol. XIII, n. 77, maggio 1901, pp. 352-365; Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 3: Il Cinquecento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1974, pp. 338-346; S. Margutti, Il palazzo Monti della Corte, in Palazzi bresciani del secondo Cinquecento. Una nuova schedatura tecnica, Brescia 2016, pp. 300-301;

Nadia Giori, Palazzo Martin, già Monti, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, pp. 195-196.


 
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