Palazzo Trotta, poi Arnhold di Dannemburg
Edificato nella seconda metà del Cinquecento nel quartiere Conciapelli, lungo il Naviglio, il palazzetto a due piani, con corte interna e giardino, venne abbattuto nel 1961 per fare posto ad un fabbricato moderno (Bresciani Alvarez 1999, pp. 538-539). Non è nota attualmente l’identità del primo proprietario, mentre Giovanni Battista Trotta giunse ad abitare nel palazzo tra terzo e quarto decennio del Settecento, dando avvio anche ai lavori di sistemazione interna che portarono alla realizzazione di una stanza interamente ricoperta di stucchi, e probabilmente anche di un salone abbellito da affreschi.
Prima dell’abbattimento si procedette allo stacco di alcuni elementi ornamentali: il rivestimento in stucco di una sala è oggi riallestito in un ambiente nell’abbazia di Praglia e brani molto deperiti dell’incorniciatura ad affresco di un portale, una volta indemaniati, sono stati riposti in deposito presso la Soprintendenza (ma attualmente esposti negli spazi dell’Archivio di Stato di Padova).
Secondo l’ipotesi di Vincenzo Mancini (2018, p. 210), l’occasione di promuovere la riqualificazione ornamentale del palazzo fu offerta dalla richiesta che Giovanni Battista fece nel 1732 per essere aggregato al consiglio cittadino, domanda accolta l’anno seguente. Sulla base della documentazione raccolta dallo studioso, pare ragionevole circoscrivere il momento dell’intervento decorativo nel palazzo agli anni attorno alla metà del quarto decennio.
Emanuele Principi
G. Bresciani Alvarez, Costruzioni, restauri e manomissioni lungo il naviglio dall’Età moderna al secondo dopoguerra, in G. Bresciani Alvarez, Architettura a Padova, a cura di G. Lorenzoni, G. Mazza, G. Vivianetti, Padova 1999, pp. 535-540; V. Mancini, Palazzo Trotta, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento”, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 209-210.