Chiesa di San Salvatore

Città:
Mantova
Provenienza:
Chiesa di San Salvatore
Autore:
Maestro della Cappella Bonacolsi
Titolo:
Santi Domenico, Caterina (?) e Francesco
Tecnica e misure:pittura murale staccata, 169,7 x 140 cm
Ubicazione:
Museo di Palazzo Ducale
Inventario:
inv. statale 631
Restauri:
1924 stacco di Arturo Raffaldini
1924 restauro di Arturo Raffaldini
1959 restauro di Assirto Coffani (ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere mobili)
1969 restauro di Assirto Coffani (ASoMn, esercizio finanziario 1969, pos.3, Spese per il restauro)
L’affresco proviene dalla chiesa di San Salvatore di Mantova (fig.1). Venne rimosso e restaurato da Arturo Raffaldini nel 1924 insieme ad altri cinque murali estratti dai locali della ex-chiesa, all’epoca occupata dalla ditta Romeo Landucci (L’Occaso 2011, pp.91-92, cat.8). Come ebbe modo di osservare Mauro Pellicioli, le opere iniziarono ben presto a degradarsi a causa dello strappo, a suo parere mal eseguito (L’Occaso 2011, p.91, cat.8). Nonostante la comproprietà dello Stato sugli affreschi, confermata da una sentenza della Regia Avvocatura erariale di Milano, nel 1931 Itala Chinali risulta in possesso degli strappi e viene autorizzata a venderne cinque; in cambio, l’opera presa in esame viene donata a palazzo Ducale, entrando a far parte delle collezioni cittadine (L’Occaso 2011, pp.91-92, cat.8).
L’affresco, inventariato nel 1940, rappresenta una santa martire, forse Caterina, affiancata da Domenico di Guzman e Francesco d’Assisi (L’Occaso 2011, p.92, cat.8). L’affresco è menzionato per la prima volta da Ozzola nel catalogo del 1949; risulta esposto nella prima delle sale dette dell’Alcova e viene attribuito alla scuola di Giotto (Ozzola 1949, p.7, n.38). Nella fotografia pubblicata all’interno del catalogo (fig.2) la superficie appare complessivamente leggibile, anche se piuttosto annerita e attraversata da alcune lacune. È noto che, in seguito alla rimozione, l’affresco fu restaurato da Arturo Raffaldini, il quale probabilmente eseguì dei ritocchi. Le ridipinture vennero rimosse nel 1959, quando l’opera venne restaurata da Assirto Coffani insieme ad altri cinque frammenti riportati su tela e ad un dipinto ad olio raffigurante un Ritratto di Gentiluomo (doc.1). Durante l’intervento venne eseguito il consolidamento del colore, la pulitura della superficie ed il restauro pittorico (doc.1). Le operazioni si conclusero l’8 giugno 1959, per una spesa complessiva di 670.000 lire (doc.1; doc.2). Come testimonia la fattura redatta dalla ditta Gino Siliprandi, in occasione dell’intervento vennero fabbricati nuovi telai in legno (doc.3).
Nell’archivio della Soprintendenza si conservano due fotografie del 1960, che testimoniano lo stato conservativo dell’affresco durante le fasi di un restauro. Potrebbe trattarsi di un intervento non documentato o di un errore di archiviazione. Nella prima fotografia (fig.3), a luce radente, l’intonaco si presenta sollevato in più punti, con la conseguente perdita di alcune porzioni di pellicola pittorica; particolarmente evidente è la lacuna in corrispondenza della mano sinistra della santa, al centro della scena. Nella seconda immagine (fig.4), scattata in fase di restauro, sono visibili delle reintegrazioni pittoriche.
Fra il 1968 e il 1969, l’opera venne restaurata dallo stesso Assirto Coffani, insieme ad altri dieci frammenti d’affreschi strappati e staccati nella seconda metà dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, provenienti da chiese demolite e da altri edifici della città (doc.4). L’intervento venne commissionato dal Soprintendente Giovanni Paccagnini per una spesa complessiva di 680.000 lire. Era necessario rimuovere i frammenti dai vecchi telai in legno e trasferirli su nuovi supporti metallici appositamente studiati per fermare il progressivo degrado degli affreschi strappati: i «procedimenti nocivi» con cui le opere erano state applicate ai supporti in tela, infatti, avevano provocato l’annerimento e l’alterazione dei colori (doc.4). La superficie pittorica appariva scura e sollevata in più punti. Il contratto venne firmato l’11 ottobre 1968 e i lavori si conclusero il 24 novembre 1969, come testimonia la fattura inviata alla Soprintendenza e il certificato di collaudo firmato da Paccagnini (doc.5; doc.6; doc.7). Dopo il consolidamento degli affreschi e la pulitura della superficie pittorica, venne eseguita l’intonazione delle lacune; gli affreschi furono poi trasferiti su telai rigidi in metallo leggero (doc.6).
Una fotografia scattata il 5 ottobre 2001 mostra lo stato conservativo dell’opera (fig.5). Sulla superficie è visibile un tratteggio bianco che sembra delimitare un intervento di restauro, forse un saggio di pulitura o di reintegrazione pittorica. Alcuni dettagli dipinti a secco sono andati perduti: la palma del martirio che santa stringeva nella mano destra è quasi completamente svanita, mentre non è più visibile il giglio che reggeva san Domenico. Spanio e L’Occaso propongono di datare l’affresco intorno al 1320 e lo attribuiscono al Maestro della Cappella Bonacolsi (per approfondire: Spanio 1997, p.410 e L’Occaso 2011, p.92, cat.8).
Lia Passarini
Documenti:
Doc.1
Mantova, 8 giugno 1959. Fattura firmata da Assirto Coffani ed inviata alla Soprintendenza alle Gallerie di Mantova
Assirto Coffani invia alla Soprintendenza di Mantova la fattura relativa al restauro di sei affreschi staccati, fra cui Figure di Santi, e un quadro ad olio su tela raffigurante Ritratto di Gentiluomo. Dopo il consolidamento del colore e la pulitura delle superfici, sono state rimosse le ridipinture. Infine, è stato eseguito il restauro pittorico.
ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere mobili
Doc.2
Mantova, 9 giugno 1959. Certificato di collaudo firmato dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Il Soprintendente esamina ed approva il lavoro eseguito da Assirto Coffani e dispone di procedere al pagamento pattuito, pari a 670.000 lire.
ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere mobili
Doc.3
Mantova, 17 giugno 1959. Fattura inviata dalla ditta Gino Siliprandi alla Soprintendenza alle Gallerie di Mantova
La ditta Gino Siliprandi invia alla Soprintendenza la fattura relativa alla fabbricazione di otto telai in legno, eseguiti per il Palazzo Ducale di Mantova durante l’esercizio finanziario 1957/1958, per un costo complessivo di 70.667 lire.
ASoMn, esercizio finanziario 1958/1959, pos.3, Fondo straordinario per restauro opere mobili
Doc.4
Mantova, 24 maggio 1968. Perizia di spesa firmata dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Il Soprintendente calcola la spesa complessiva per il restauro di undici frammenti d’affreschi staccati e conservati nel Museo di Palazzo Ducale. La somma stimata è di 680.000 lire, calcolando sia la spesa necessaria per i materiali, che la manodopera e l’acquisto di telai metallici.
ASoMn, esercizio finanziario 1969, pos.3, Spese per il restauro
Doc.5
Mantova, 11 ottobre 1968. Contratto firmato tra il restauratore Assirto Coffani e il Soprintendente Giovanni Paccagnini
Assirto Coffani si impegna a restaurare gli affreschi staccati, fra cui S. Chiara (?) fra i Santi Domenico e Francesco. Il compenso pattuito è pari a 680.000 lire.
ASoMn, esercizio finanziario 1969, pos.3, Spese per il restauro
Doc.6
Mantova, 24 novembre 1969. Fattura firmata da Assirto Coffani ed inviata alla Soprintendenza alle Gallerie di Mantova
Assirto Coffani invia alla Soprintendenza di Mantova la fattura relativa al restauro eseguito. Dopo il consolidamento degli affreschi e la pulitura della superficie pittorica è stata eseguita l’intonazione delle lacune. I frammenti sono stati rimossi dai vecchi telai di legno e riportati su nuovi telati rigidi in metallo leggero. Complessivamente, sono stati restaurati 11,95 mq di superficie.
ASoMn, esercizio finanziario 1969, pos.3, Spese per il restauro
Doc.7
Mantova, 24 novembre 1969. Certificato di collaudo firmato dal Soprintendente Giovanni Paccagnini
Il Soprintendente esamina ed approva il lavoro eseguito da Assirto Coffani e dispone di procedere al pagamento pattuito.
ASoMn, esercizio finanziario 1969, pos.3, Spese per il restauro
Bibliografia:
L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 210 illustrazioni, Cremona [1949], p.7, n.38; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 212 illustrazioni, Mantova 1953, pp.7-8, n.38, fig.11; S. L’Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Catalogo Generale delle collezioni inventariate. Dipinti fino al XIX secolo, Mantova 2011, pp.91-92, cat.8; C. Spanio, Appunti per una storia della pittura mantovana tra Duecento e Trecento, in “Arte cristiana”, LXXXV, 783, 1997, p.410.
Elenco immagini:
1. L’affresco raffigurante i Santi, fotografia delle odierne condizioni conservative.
2. Fotografia dell’affresco pubblicata sul catalogo del 1953.
3. Fotografia a luce radente, eseguita prima del restauro del 1960.
4. L’affresco durante il restauro del 1960.
5. Fotografia Gargiulo del 5 ottobre 2001.