Chiesa di sant’Eufemia

Città:
Verona
Provenienza:
Chiesa di sant’Eufemia
Autore:
Maestro della Madonna de Bete
Titolo:
Madonna in trono con il bambino e sant’Agostino
Tecnica e misure:pittura murale staccata, 200,5x160,5 cm
Ubicazione:
Museo di Castelvecchio
Inventario:
inv. 36351-1B3849
Restauri:
1965 stacco della pittura (estrattista ignoto)
2003 Massimo Tisato
La pittura, staccata dal chiostro della chiesa di sant’Eufemia, presenta una pellicola pittorica fortemente compromessa da numerose cadute di colore, risarcite durante il restauro promosso dai Musei Civici di Verona nel 2003 (Tisato 2003). Nonostante il risarcimento di parte delle lacune, la pittura rimane ancora difficilmente leggibile e solamente grazie all’immagine pubblicata nel 1926 (Sandberg Vavalà 1926, fig. 12) è possibile leggere parte dell’iscrizione devozionale originariamente visibile nell’immagina sacra, che la attribuisce alla famiglia de Bete. La data posta nell’iscrizione conserva solo le prima due cifre, celando la reale data di realizzazione dell’opera. La studiosa aveva comunque circoscritto il periodo di esecuzione tra il 1328 e il 1333, annoverando l’opera tra i pochissimi casi di affreschi datati in quel ristretto torno d’anni a Verona. La decorazione della cornice dell’opera, un costolone cosmatesco, mette in luce tuttavia un’affinità con gli ornamenti dipinti riscontrabili nell’abside della chiesa di san Fermo Maggiore (De Marchi 2000, p. 64).
La relazione di restauro sottolinea che la pittura è stata realizzata con la tecnica del buon fresco, attraverso una lavorazione accurata dell’intonaco, che presenta una superficie estremamente liscia, caratterizzata dalla compresenza nella miscela di un materiale inerte di granulometria sottile. Le campiture cromatiche sono delineate da un segno, tonale o inciso, che racchiude pennellate talvolta corpose e in qualche caso velate. Dopo lo stacco dalla parete della chiesa, la pellicola pittorica e l’intonachino furono riportati e incollati su un supporto di tela, fatto aderire, a sua volta, a un supporto di polistirolo. La presenza di depositi di polvere e di efflorescenze saline, dovute principalmente alla condensa dell’umidità, avevano offuscato la pittura, compromettendone la conservazione. I difetti di adesione dell’intonaco e dell’intonachino alla tela di riporto sono stati consolidati grazie alle iniezioni di malta idraulica desalinificata. In seguito, il restauratore si è occupato del consolidamento delle scaglie di pellicola pittorica sollevata, attraverso la stesura, sulle singole campiture cromatiche, di ritagli di sottilissima carta giapponese, fatta aderire con l’applicazione a pennello di acqua demineralizzata (Tisato 2003).
Giulia Adami
Documenti:
Verona 2003
Relazione di restauro, restauratore Massimo Tisato.
Archivio del museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
Bibliografia:
E. Sandberg Vavalà, La pittura veronese del Trecento e del primo Quattrocento, Verona, 1926, fig. 12; A. De Marchi, Il momento sperimentale. La prima diffusione del giottismo, in Trecento. Pittori gotici a Bolzano, catalogo della mostra, a cura di A. De Marchi, T. Franco, S. Spada Pintarelli, Trento 2000, pp. 45-75; M. Tisato, Relazione tecnica finale di risanamento e restauro conservativo dell’affresco “Madonna con bambino e S. Agostino” collocato nel Museo della Tomba di Giulietta Verona, Archivio del museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle, Verona; C. Guarnieri, scheda in Museo di Castelvecchio. Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, I, Cinisello Balsamo 2018, p. 47-48, n. 15.