Palazzo della Prefettura, Loggia di Cansignorio

Città:
Verona
Provenienza:
Palazzo della Prefettura, Loggia di Cansignorio
Autore:
Altichiero da Zevio
Titolo:
1. Busti di imperatori romani e decorazioni, pittura murale staccata, 171,5 x 364,5 x 65 cm, inv. 36356-1B3854
2. Busti di Adriano (?) Geta Antonino, Sabina e decorazioni, pittura murale staccata, 174, 288 x 64,5 cm, inv. 36357-1B3855
3. Busto di Marco Antonio Bassiano e decorazioni, pittura murale staccata, 175 x 284,5 x 64,5 cm, inv. 36358-1B3856
4. Busti di Massimino Augusto Cesare, Massimino Pio Augusto Germanico, Alessandro Severo, Faustina Seniore e decorazioni, pittura murale staccata, 177 x 280,5 x 64,5 cm, inv. 36359-1B3857
5. Busti di Gordiano Antonino, Clodio Balbino e decorazioni, pittura murale staccata, 180,5 x 278,5 x 64,5 cm, inv. 36360-1B3858
6. Busto di Tullio Filippo e decorazioni, pittura murale staccata, 175,5 x 283,5 x 64,5 cm, inv. 36361-1B3859
7. Busto di Licinio Valeriano (?) e decorazioni, pittura murale staccata, 176 x 283,5 x 64,5 cm, inv. 36362-1B3860
8. Busto di Aureliano e decorazioni, pittura murale staccata, 173,5 x 288 x 64,5 cm, inv. 36363-1B3861
9. Busti di Claudio Tacito, Caro Invitto e decorazioni, pittura murale staccata, 173,5 x 288 x 64,5 cm, inv. 36364-1B3862
10. Busti di imperatori romani e decorazioni, pittura murale staccata, 178 x 282 x 64 cm, inv. 36365-1B3863
11. Busti di imperatori romani e decorazioni, pittura murale staccata, 176 x 282,5 x 65 cm, inv. 36366-1B3864
Museo degli Affreschi "G.B. Cavalcaselle"
Restauri:
1967 stacco dell’opera a cura di Ottorino Nonfarmale
1878 restauro di Pietro Nanin
1967 restauro di Ottemi Dalla Rotta
Gli affreschi (cfr. Ericani 2010, pp.70-73, cat.36; figg.1-19) che decoravano gli undici sottarchi della loggia di Cansignorio furono scoperti casualmente nell’ottobre del 1877, durante i lavori di riduzione dell’ala interna del Palazzo Prefettizio, in seguito alla demolizione del muro che chiude-va la loggia stessa. Nessuna fonte li ricorda precedentemente a quella data.
Il 7 aprile del 1877 la Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità sollecita la Deputa-zione Provinciale a cominciare i lavori di restauro della facciata interna del Palazzo, essendo «cer-to ormai dannoso all’edificio l’esser lasciato più oltre nello stato in cui si trova» (doc.2; Foglio pe-riodico della Prefettura di Verona, 1877, pp.734-737). Per restituire al luogo il suo aspetto origina-rio, non sembrava infatti possibile prescindere dall’apertura completa della loggia, occupata all’e-poca dagli uffici della Deputazione Provinciale. Venne così nominata una Commissione Speciale con il compito di prendere in esame i due progetti presentati dall’Ufficio Tecnico: il primo preve-deva «l’apertura della loggia con restrizione dei locali d’Ufficio», mentre il secondo si limitava «alla scopertura per due terzi degli archi e delle colonne» (doc.1; Gattoli 2002-03, p.120; Brugnoli, 2001, p.140). Fu quest’ultimo ad essere approvato il 3 settembre 1877 dal Consiglio Provinciale, preventivando una spesa di 7500 lire (doc.6). L’intenzione di aprire l’intera loggia, secondo i desi-deri espressi fino a quel momento dalla Commissione Conservatrice, venne forzatamente abbandonata per ragioni pratiche ed economiche: gli uffici della Deputazione Provinciale, arretrando di circa tre metri, sarebbero stati notevolmente ridotti e non avrebbero avuto luce sufficiente. Il progetto, ritenuto pratico ed aderente, per quanto possibile, al valore storico ed artistico del luogo, venne pertanto approvato dalla Commissione che propose però due modifiche, entrambe accolte: di ridurre sensibilmente le «spalle in legno della intelajatura» delle finestre e di decorare «i fondi degli ogivali […] con una decorazione in carattere, come ad esempio a squame, a due tinte; qualo-ra non si credesse di farla in formelle» (doc.5; Foglio periodico della Prefettura di Verona, 1877, pp.1689-1690). Solo Carlo Alessandri, durante il Consiglio Provinciale, espresse parere contrario, sostenendo la necessità di un restauro più rispettoso dell’antico aspetto del Palazzo.
Incominciati da poco i lavori di demolizione all’angolo a sinistra della loggia, la Commissione Speciale, costituita dagli Ingegneri Antonio Zanella, Enrico Carli e Lorenzo Polettini, scoprì alcuni affreschi che decoravano i primi sottarchi (doc.9; Gattoli 2002-03, p.120; Brugnoli, 2001, pp.140-141). Dopo aver effettuato un sopralluogo, Carlo Alessandri li attribuì all’epoca e alla Scuola di Stefano da Zevio, giudicandoli meritevoli di essere conservati. La scoperta di una risega sotto il pavimento degli uffici permise di introdurre una variazione al progetto originario, senza modifica-re la spesa prevista né la stabilità dell’edificio: si propose cioè di costruire una nuova parete in ritiro, lasciando così in vista le colonne, fino agli abachi dei loro capitelli, e gli archi dell’antica loggia. In questo modo gli affreschi sarebbero rimasti pienamente visibili. La modifica del progetto, proposta dagli Ingegneri, venne approvata dalla Commissione Conservatrice il 27 ottobre (doc.11; Foglio periodico della Prefettura di Verona, 1878, pp.11-13; Brugnoli, 2001, p.141). Nella stessa seduta venne espresso il desiderio che almeno la prima arcata fosse interamente aperta; l’Ufficio Tecnico, tuttavia, non trovò questa proposta compatibile con l’esecuzione del progetto, che venne approvato qualche mese più tardi anche dal Ministero dell’Istruzione Pubblica (doc.22; Gattoli 2002-03, p.121).
Le pitture, giudicate fin da subito degne d’attenzione per il loro valore artistico, apparivano molto danneggiate. Fu Carlo Alessandri a suggerire il loro restauro, che venne affidato a Pietro Nanin l’8 marzo del 1878 (Foglio periodico della Prefettura di Verona, 1878, pp.283-284; Gattoli 2002-03, p.122; Molteni 2016 p.203). La Commissione di Belle Arti ed Antichità, ritenendo le pitture parti-colarmente pregiate, commissionò al pittore il restauro di tutta la parte ornamentale, intimandogli però di omettere «qualsiasi aggiunta alle parti di figura guasta» e di intervenire sulle lacune ripro-ducendo «unicamente la tinta del fondo in relazione alle altre» (doc.20; Foglio periodico della Prefettura di Verona, 1878, pp.283-284; Gattoli 2002-03, p.122; Molteni 2016 pp.203-205). Il 15 marzo, dopo aver esaminato un primo saggio di restauro, la Commissione si dichiarò soddisfatta, stabilendo che Nanin continuasse il lavoro così come lo aveva iniziato (Foglio periodico della Prefettura di Verona, 1878, pp.285-286; Gattoli 2002-03, p.122; Molteni 2016 p.205). Venne anche discussa la possibilità di decorare i sottarchi del portico, per porli in armonia con quelli della loggia sovrastante, ma tale proposta venne respinta. Dopo circa un mese, tuttavia, trovata traccia di un nuovo dipinto nel sottogronda, i piani cambiarono: la Commissione, considerando che tale scoper-ta avrebbe suggerito che tutta la facciata del palazzo fosse dipinta, propose di restaurare comple-tamente l’affresco del sottogronda secondo il disegno antico e di ornare gli archi del portico terre-no, «riproducendo in tutto il disegno degli intradossi della loggia, solo omettendo assolutamente le parti figurative» (doc.23; Foglio periodico della Prefettura di Verona, 1878, pp.347-349; Gattoli 2002-03, p.122; Molteni 2016, p.205). Un cambio di rotta repentino, che autorizzava, di fatto, un rifacimento in stile. Si spiega così il restauro piuttosto disinvolto di Nanin, che intervenne sulle pitture, integrandole ampiamente.
Negli anni successivi, gli affreschi passarono inosservati. Solo Spaventi ricorda brevemente gli intradossi dipinti, descrivendo il Palazzo della Prefettura (Spaventi 1910, p.40). Fu Mellini nel 1959 a riconoscere in essi un capolavoro di Altichero, individuando nell’antica loggia la Sala grande de-scritta da Vasari, della cui collocazione nel tempo si era persa memoria (Mellini 1959, pp. 313-314). Gli affreschi, raffiguranti busti di imperatori e di imperatrici all’interno di medaglioni quadrilobati, sembrano infatti trovare riscontro nelle parole di Vasari, che nel 1568 ricorda una serie di medaglie poste ad ornamento di alcune scene affrescate all’interno della sala. Le pitture, considerate distrutte dalla critica successiva, dovevano decorare la loggia, aperta su un giardino, voluta da Cansignorio e edificata, secondo gli studiosi, intorno al 1364. L’importante recupero critico effettuato da Mellini destò un nuovo interesse nei confronti degli affreschi, che nel 1967 vennero strappati, trasportati su pannelli e trasferiti nel Museo degli Affreschi. Come si può ipotizzare sulla base della scheda digitale conservata nella Banca dati del Museo, il restauro dei sottarchi venne affidato ad Ottemi Dalla Rotta. Lo strappo venne invece eseguito da Ottorino Nonfarmale (Napione 2014, p.156, cat.85) e portò alla luce sei sinopie (cfr. Ericani 2010, pp.73-75, cat.37).
Come testimoniano le fotografie pubblicate da Mellini nel 1965 (Mellini 1965, pp.25-37; figg.20-48), lo strappo provocò alcune perdite: gli affreschi si presentavano infatti rovinatissimi, ritoccati in più punti a secco o a olio. Nanin intervenne con numerose integrazioni, ridipingendo i volti di alcune figure e i fondi azzurri, per riprodurre il blu di lapislazzuli ormai caduto (Cuppini 1970, p.68, cat.15; Gattoli 2002-03, p.123; Molteni 2016 p.205); anche alcune iscrizioni furono ridipinte in modo verosimilmente fedele. Nel 1970 gli affreschi vennero esposti nella mostra “Pitture murali restaurate”. Le operazioni di restauro, descritte all’interno del catalogo, furono piuttosto complesse: il grassaggio effettuato da Nanin era infatti «degenerato in una patina fumosa», che aveva annerito la superficie, rendendo difficilmente distinguibile la pittura originale dai rifacimenti (Cuppini 1970, p.68, cat.15); prima di procedere al suo sgrassaggio si rese inoltre necessario arrestare «le emorragie della malta pulverulente» e fissare il colore all’intonaco (Cuppini 1970, p.68, cat.15; Gattoli 2002-03, p.123). L’inquinamento dell’aria, in aggiunta, aveva generato delle vere e proprie ustioni sulla superficie, provocando la desquamazione e lo sfarinamento della pellicola pittorica. Nel 1988 gli affreschi vennero esposti all’interno della mostra “Gli Scaligeri 1277-1387”. Nel catalogo, Pietropoli rifiuta l’interpretazione di Mellini: secondo lo studioso, infatti, non è possibile de-terminare con certezza se la sala descritta da Vasari coincida con la loggia (Pietropoli 1988, p.319). È molto probabile, in ogni caso, che gli affreschi facessero parte di un ciclo decorativo più ampio, legato alla sala grande e alla celebrazione degli Scaligeri (per approfondire l’analisi storico-critica si veda Ericani 2010, pp.70-73, cat.36; Piccoli 2010, pp.60-74; Napione, 2012, pp.23-39). Gli af-freschi, montati su telai di alluminio a forma di sottarco, sono oggi conservati presso il Museo de-gli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”.
Lia Passarini
Documenti:
Doc. 1
Verona, 23 giugno 1876. Lettera della Deputazione Provinciale di Verona alla Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona
Il Prefetto Presidente della Deputazione Provinciale informa la Commissione Conservatrice che l’Ufficio Tecnico ha presentato due progetti per il restauro della facciata interna del Palazzo Provinciale: il primo prevede l’apertura completa della loggia con restrizione dei locali d’ufficio, il secondo invece si limita alla «scopertura per due terzi degli archi e delle colonne.». Il Prefetto chiede alla Commissione di prendere in esame i due progetti.
ASVr, b.2
Doc. 2
Verona, 7 aprile 1877. Lettera della Commissione Conservatrice dei Monumenti ed Oggetti d’Arte di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
La Commissione Conservatrice, in seguito alla seduta del 28 marzo, sollecita la Deputazione Provinciale a cominciare i lavori di restauro della facciata interna del Palazzo Prefettizio. Suggerisce l’apertura completa della loggia, lasciando «a pieno centro l’arco all’angolo, costruendone quindi uno parimenti a pieno centro nel lato di fianco». Propone inoltre di ingrandire le finestre esistenti fra gli archi, in modo da garantire luce sufficiente agli uffici e dare alla facciata un aspetto conforme al resto dell’edificio.
ASVr, b.2
Doc. 3
Verona, 1 agosto 1877. Lettera della Deputazione Provinciale di Verona alla Commissione Conservatrice dei Monumenti ed Oggetti d’Arte di Verona
La Deputazione Provinciale informa la Commissione Conservatrice di aver nominato una Commissione Speciale col compito di prendere in esame i progetti relativi ai lavori di riduzione dell’ala interna del Palazzo Prefettizio, cercando di «conciliare i desideri espressi» dalla Commissione «coi riguardi dovuti alla economia della amministrazione Provinciale». La Deputazione invia alla Commissione Conservatrice la relazione dettagliata presentata dalla Commissione Speciale, corredata dalla perizia e dal disegno del progetto. La Commissione Conservatrice viene invitata a pronunciarsi abbastanza celermente, prima della successiva sessione del Consiglio Provinciale.
ASVr, b.2
Doc. 4
Verona, 3 agosto 1877. Minuta della lettera scritta dal Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona all’Ingegnere Luigi Castelli
Il Prefetto Presidente invia all’Ingegnere Luigi Castelli la pratica relativa al progetto di restauro del Palazzo Prefettizio, affinché possa essere presa in esame da quest’ultimo, prima della seduta della Commissione che si terrà il 10 agosto.
Verona, 3 agosto 1877 Minuta della lettera scritta dal Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona ai membri della Commissione: Aleardo Aleardi, Angelo Gottardi, Carlo Alessandri, Antonio Pompei, Antonio Bertoldi, Giovanni Battista Carlo Giuliari , Giovanni Battista Turella e Pietro Paolo Martinati
Il Prefetto Presidente invita i membri della Commissione Conservatrice a partecipare alla seduta della Commissione che si terrà il 10 agosto. Segue l’elenco degli argomenti all’ordine del giorno.
ASVr, b.2
Doc. 5 – Foto 1249, 1250
Verona, 11 agosto 1877. Lettera della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
La Commissione, abbandonata l’idea di aprire interamente la loggia per ragioni economiche, approva il progetto presentato dalla Commissione Speciale, proponendo alla Deputazione Provinciale due modifiche: «che nelle finestre le spalle in legno della intelajatura vengano sensibilmente ristrette» e «che i fondi degli ogivali vengano ornati con una decorazione in carattere, come ad esempio a squame, a due tinte; qualora non si credesse di farla in formelle». ASVr, b.2
Doc. 6
Verona, 3 settembre 1877. Estratto del Processo Verbale del Consiglio Provinciale di Verona
Il Consiglio Provinciale delibera circa i lavori di riduzione della facciata interna del Palazzo Prefettizio. La spesa preventivata è di 7500 lire, a cui «si farà fronte col fondo delle lire 7000 già stanziate al titolo II categoria II art. 82 del Bilancio 1877 e con altro fondo di lire 1000 da introdursi nelle spese straordinarie del Preventivo 1878». Intervengono Carlo Alessandri, Antonio Zanella, Carlo Ferrari, Edoardo De Betta ed Ettore Righi. Dopo la discussione, il progetto viene approvato con le due modifiche suggerite dalla Commissione Conservatrice, con 23 voti favorevoli e 7 contrari.
ASVr, b.2
Doc. 7
Verona, 13 ottobre 1877. Spaccato del «riparto» della Deputazione Provinciale
Nello spaccato vengono presentate due soluzioni a confronto. La prima (A) mostra lo scoprimento di tutta la colonna della loggia, la seconda (B) solo dei due terzi. Il disegno è in scala 1:50.
ASVr, b.2
Doc. 8
Verona, 15 ottobre 1877. Lettera della Commissione Speciale alla Deputazione Provinciale di Verona
La Commissione Speciale informa la Deputazione Provinciale che, in seguito alla «demolizione del muro di otturamento dell’arco a tutto sesto e di quello adiacente a sesto acuto» collocati «nell’angolo a sinistra della prospetto principale», sono stati rinvenuti degli affreschi negli intradossi degli archi. Le pitture, esaminate da Carlo Alessandri, sono state ritenute degne «d’essere ripulite e conservate». La Commissione informa anche la Deputazione Provinciale della presenza di una risega [di mt. 0,15] sotto al pavimento degli uffici; tale risega permetterebbe di costruire una parete in ritiro, isolando «completamente le colonne fino all’appiombo degli abachi dei loro capitelli», lasciando così in vista gli affreschi.
ASVr, b.2
Doc. 9
Verona, 16 ottobre 1877. Lettera del Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona all’Ingegnere Luigi Castelli
Il Prefetto Presidente della Commissione Conservativa invia all’Ingegnere Luigi Castelli la relazione sui lavori di restauro, affinché l’Ingegnere prenda in esame le modifiche proposte dalla Commissione Speciale, in seguito alla scoperta di «certi pregiati affreschi nella volta degli archi». L’Ingegnere è invitato a riferire il suo parere alla Commissione Conservatrice nella seduta successiva.
ASVr, b.2
Doc. 10
Verona, 22 ottobre 1877. Lettera dell’Ingegnere Luigi Castelli al Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona
L’Ingegnere Luigi Castelli approva le modifiche proposte dagli Ingegneri della Commissione Speciale, in quanto soddisfano «la migliore riuscita dell’opera», senza alterarne né la comodità né la spesa.
ASVr, b.2
Doc. 11
Verona, 28 ottobre 1877. Minuta della lettera scritta della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
Il Prefetto Presidente informa la Deputazione Provinciale che, in seguito alla seduta del giorno 27, la Commissione accetta le modifiche suggerite dalla Commissione Speciale, che «diminuiscono lo sconcio derivante dalla chiusura delle arcate, tanto più che sarà sempre possibile il tornare al primitivo progetto». La Commissione esprime poi il desiderio che almeno la prima arcata dell’angolo venga interamente aperta.
ASVr, b.2
Doc. 12
Verona, 30 ottobre 1877. Lettera del Consigliere Delegato D. Carlotti all’Ufficio Tecnico Provinciale
Il Consigliere Delegato David Carlotti chiede all’Ufficio Tecnico di prendere in esame i voti espressi dalla Commissione Conservatrice sui lavori di restauro del Palazzo Prefettizio.
Verona, 30 ottobre 1877. Minuta della lettera scritta dall’Ufficio Tecnico Provinciale (firmata dall’Ingegnere L. Polettini) alla Deputazione Provinciale di Verona
L’Ufficio tecnico approva le modifiche al progetto di restauro. Il desiderio espresso dalla Commissione Conservatrice di aprire la prima arcata dell’angolo non è tuttavia «conciliabile con l’esecuzione del progetto approvato dal Consiglio Provinciale»; viene perciò proposto «che la soddisfazione dell’espresso desiderio sia rimandata al momento in cui il Consiglio Provinciale avrà decretata la esecuzione del progetto che contempla l’apertura di tutta la loggia».
ASVr, b.2
Doc. 13
Verona, 30 ottobre 1877. Lettera del Consigliere Delegato D. Carlotti al Deputato Provinciale Cav. De Betta
Il Consigliere Delegato David Carlotti invia al Deputato Provinciale Cav. De Betta la risposta ricevuta dall’Ufficio Tecnico.
Verona, 30 ottobre 1877. Comunicazione del Cav. De Betta riferita ed approvata nella seduta del 2 novembre 1877
Il Cav. De Betta comunica il parere dell’Ufficio Tecnico. Propone quindi di eseguire il muro in ritiro, così come era stato suggerito dalla Commissione Speciale, abbandonando il progetto di aprire la prima arcata della loggia.
ASVr, b.2
Doc. 14
Roma, 13 novembre 1877. Dispaccio del Ministro dell’Istruzione Pubblica indirizzato al Prefetto di Verona
Il Ministro dell’Istruzione Pubblica chiede al Prefetto di Verona l’invio del progetto di restauro del Palazzo Prefettizio, in modo da poterlo esaminare.
Verona, 16 novembre 1877. Minuta della lettera scritta dal Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
Il Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice chiede alla Deputazione Provinciale l’invio del progetto di restauro del Palazzo Prefettizio, o una copia dello stesso, insieme alla copia della relazione scritta dalla Commissione degli Ingegneri con le modifiche approvate dalla Commissione.
ASVr, b.2
Doc. 15
Verona, 3 dicembre 1877. Lettera della Deputazione Provinciale di Verona alla Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona
La Deputazione Provinciale invia alla Commissione Conservatrice la documentazione richiesta. Viene allegata anche la relazione scritta dalla Deputazione il 29 agosto, in seguito all’approvazione del progetto presentato dall’Ufficio Tecnico, e l’estratto del verbale del Consiglio Provinciale del 3 settembre. Nella lettera la Deputazione ricostruisce brevemente lo svolgersi dei lavori, affidati il 1 ottobre all’imprenditore Antonio Farenzena.
ASVr, b.2
Doc. 16
Verona, 7 dicembre 1877. Minuta della lettera scritta dal Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona al Ministro dell’Istruzione Pubblica
Il Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice invia al Ministro dell’Istruzione Pubblica il progetto di restauro, allegando la nota scritta dalla Deputazione Provinciale e trascrivendo per interno la delibera presa dalla Commissione nella seduta del 27 ottobre.
ASVr, b.2
Doc. 17
Roma, 8 gennaio 1878. Lettera del Ministro dell’Istruzione Pubblica al Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona
Il Ministro dell’Istruzione Pubblica invita la Commissione Conservatrice ad esprimersi in modo esplicito sulla bontà o meno del progetto, in quanto «ha lasciato addietro una cosa che essa aveva raccomandato, cioè l’apertura di tutto il portico del Palazzo, la quale pareva anche al Ministero cosa molto conveniente».
ASVr, b.2
Doc. 18
Verona, 22 febbraio 1878. Minuta della lettera scritta dal Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Verona al Ministro dell’Istruzione Pubblica
Il Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice assicura il Ministro dell’Istruzione Pubblica che il progetto, «già in via di esecuzione», «risponde abbastanza al concetto storico e artistico del lavoro», specialmente in seguito alle ultime modifiche. Non è infatti possibile aprire completamente la loggia per motivi economici e perchè, una volta aperta, non si saprebbe «dove collocare gli uffici della Provincia, i quali occupano ora appunto quell’ala del palazzo». Il Prefetto prega il Ministro dell’Istruzione Pubblica di approvare il progetto.
ASVr, b.2
Doc. 19
Verona, 2 marzo 1878. Lettera della Deputazione Provinciale di Verona al Prefetto di Verona
La Deputazione Provinciale informa il Prefetto di Verona che i lavori di restauro della facciata interna del Palazzo Prefettizio si stanno avviando alla loro conclusione. Le pitture trovate negli intradossi degli archi della loggia appaiono «di un accreditato penello, che vorrebbesi fosse del Pisanello che viveva nel secolo XV». La Deputazione propone quindi di procedere al restauro degli affreschi e invita la Commissione Conservatrice a riunirsi in seduta, insieme agli Ingegneri a capo dei lavori, per indicare come procedere.
ASVr, b.2
Doc. 20
Verona, 9 marzo 1878. Minuta scritta dalla Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
La Commissione Conservatrice, dopo essersi riunita in seduta l’8 marzo ed aver esaminato le pitture che decorano gli intradossi degli archi, riconosce l’importanza degli affreschi e suggerisce che siano restaurati «completando collo stesso sistema tutta la parte ornamentale», «omettendo qualsiasi aggiunta alle parti di figure guaste, e dove queste manchino del tutto, sostituendovi unicamente la tinta del fondo in relazione alle altre».
ASVr, b.2
Doc. 21
Verona, 15 marzo 1878. Lettera della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
La Commissione Conservatrice invia alla Deputazione Provinciale una copia del verbale delle riunioni tenutesi nei giorni 8 e 15 marzo.
ASVr, b.2
Doc. 22
Roma, 28 marzo 1878. Lettera del Ministro dell’Istruzione Pubblica al Prefetto di Verona
Il Ministro dell’Istruzione Pubblica approva il progetto di restauro del Palazzo Prefettizio.
Verona, 30 marzo 1878. Minuta della lettera scritta dal Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
Il Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice comunica alla Deputazione Provinciale che il Ministro dell’Istruzione Pubblica ha approvato il progetto di restauro «nel modo che venne proposto e che si sta eseguendo».
ASVr, b.2
Doc. 23
Verona, 23 aprile 1878. Minuta della lettera scritta dalla Commissione Conservatrice di Belle Arti ed Antichità di Verona alla Deputazione Provinciale di Verona
La Commissione Conservatrice, riunitasi in seduta il giorno 21 aprile, in seguito alla scoperta di un dipinto nel sottogronda del Palazzo Prefettizio, esprime il desiderio che l’affresco venga restaurato secondo il disegno antico «e che gli intradossi degli archi del portico vengano decorati riproducendo in tutto il disegno degli intradossi della loggia, solo omettendo assolutamente le parti figurative».
ASVr, b.2
Doc. 24
Verona, 23 maggio 1878. Lettera della Deputazione Provinciale di Verona al Prefetto di Verona
La Deputazione Provinciale ricorda al Prefetto di aver già disposto che le pitture degli intradossi della loggia vengano restaurate e che «gli intradossi degli archi del portico vengano decorati, riproducendo il disegno degli intradossi della loggia, solo omettendo però le parti figurative». La Deputazione si dichiara però contraria al completo restauro del dipinto esistente nel sottogronda, «per le fatte misure, e per le troppe irregolarità che ne deriverebbero» e perchè non si armonizzerebbe con le pitture dei sottarchi della loggia.
ASVr, b.2
Bibliografia:
P. Brugnoli, Il Palazzo della Provincia già dimora di Cangrande a Verona, Verona 2001, pp. 52-63, 138-142; M.T. Cuppini, Pitture murali restaurate, catalogo della mostra, Calliano 1970, pp. 68-70, cat.15; G. Ericani, shceda in Museo di Castelvecchio, Catalogo generale dei dipinti e delle miniature delle collezioni civiche veronesi, I. Dalla fine del X all’inizio del XVI secolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2010, pp. 70-73, cat.36; Foglio periodico della Prefettura di Verona, Verona 1877, pp. 734-737, 1315-1317, 1689-1690; Foglio periodico della Prefettura di Verona, Verona 1878, pp. 11-13, 283-286, 347-349; C. Gattoli, Pietro Nanin, tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, relatore S. Marinelli, a.a. 2002-03, pp. 120-123; G.L. Mellini, La “Sala grande” di Altichiero e Jacopo Avanzo, in “Critica d’Arte”, 35, 1959, pp. 313-339; G.L. Mellini, Altichiero e Jacopo Avanzi, Milano 1965, pp. 25-37; M. Molteni, Per la storia del restauro a Verona: Pietro Nanin e la riscoperta ottocentesca degli affreschi del Duomo, Treviso 2016, pp. 203-205; E. Napione, I sottarchi di Altichiero e la numismatica. Il ruolo delle imperatrici, in “Arte Veneta. Rivista di storia dell’arte”, 69, 2012, pp. 23-39; E. Napione, scheda in L’incanto dell’affresco:capolavori strappati, a cura di L. Ciancabilla e C. Spadoni, Ravenna 2014, vol.1, pp.256-257, cat.85; F. Piccoli, Altichiero e la pittura a Verona nella tarda età scaligera, Verona 2010, pp.60-74; F. Pietropoli, scheda in Gli Scaligeri 1277-1387, catalogo della mostra, a cura di G.M. Varanini, Verona 1988, pp. 318-320; S.M. Spaventi, Verona. Guida storica ed artistica illustrata, Verona 1910, p.40.
Elenco immagini:
1. Busti di imperatori romani e decorazioni (a)
2.Busti di imperatori romani e decorazioni (b)
3. Busti di Adriano, Geta Antonino, Sabina e decorzioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a)
4. Busti di Adriano, Geta Antonino, Sabina e decorzioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
5.Busto di Marco Antonio Bassiano e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative.
6. Busti di Massimino Augusto Cesare, Massimino Pio Augusto Germanico, Alessandro Severo, Faustina Seniore e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a).
7. Busti di Massimino Augusto Cesare, Massimino Pio Augusto Germanico, Alessandro Severo, Faustina Seniore e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
8. Busti di Gordiano Antonino, Clodio Balbino e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a).
9. Busti di Gordiano Antonino, Clodio Balbino e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
10.Busto di Tullio Filippo e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a).
11.Busto di Tullio Filippo e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
12. Busto di Licinio Valeriano e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a).
13.Busto di Licinio Valeriano e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
14. Busto di Aureliano e decorazioni.
15.Busti di Claudio Tacito, Caro Invitto e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a).
16.Busti di Claudio Tacito, Caro Invitto e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
17. Busti di imperatori romani e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (a).
18. Busti di imperatori romani e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (b).
19.Busti di imperatori romani e decorazioni, fotografia delle odierne condizioni conservative (3).
20.Loggia di Cansignorio, fotografia storica.
21. I Sottarchi, fotografia storica.
21. I sottarchi, fotografia storica.
22. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
23. Fotografia storica dopo lo strappo.
24. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2).
25. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2).
26. Fotografia storica, dopo lo strappo.
27. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2).
29. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2).
30. Fotografia storica dopo lo strappo
31. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2)
32. Fotografia storica dopo lo strappo
33. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2).
34. Fotografia storica dopo lo strappo.
35. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo (2).
36. Fotografia storica dopo lo strappo.
37. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
38. Fotografia storica dopo lo strappo.
39. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
40. Fotografia storica dopo lo strappo.
41. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
42. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
43. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
44. Fotografia storica dopo lo strappo.
45. Fotografia edita da Mellini nel 1965 prima dello strappo.
46. Fotografia storica dopo lo strappo.