Palazzo privato

Palazzo privato




Città:
Mantova

Provenienza:
Mantova, palazzo privato (prima del 1885); Mantova, palazzo Biondi (fino al 1885); Mantova, palazzo Accademico (dal 1885 al 1915); Mantova, palazzo Ducale (dal 1915 al 2004); Mantova, palazzo di San Sebastiano (dal 2004).

Autore:
Artista mantovano

Titolo:

Occasio et Paenitentia

Tecnica e misure:
pittura murale montata su pannello di alveolare, 153,7x174 cm

Ubicazione:
Museo di Palazzo Ducale

Inventario:
inv. generale 11505

Restauri:

Ante 1885 probabile data di stacco dell’opera
1885 restauro di Bortolo Bosio (ASCMn, tit. X-3-4, fasc. 1883-1900, 1885, sul trasporto dell’affresco e un restauro, col quale furono rimossi deturpanti ritocchi a tempera);
1994 restauro di Marcello Castrichini

Il lacerto con Occasio e Poenitentia viene considerato con una certa sicurezza, fin dall’inizio del Novecento, di ambito mantegnesco: Kristeller lo attribuisce ad Antonio da Pavia, mentre Fiocco lo ritiene un lavoro lasciato incompiuto dal maestro, poi completato da un allievo; Tietze-Conrat lo ritiene un prodotto di scuola, mentre Paccagnini propone che si tratti del lavoro di un allievo, sotto direzione e ideazione del maestro; Lightbown, infine, assegna il lavoro ad un seguace, mentre Agosti, anche a causa del cattivo stato di conservazione, ne mette in luce la modesta qualità esecutiva (cfr. Kristeller 1901, p. 457; Fiocco 1937, pp. 75-76 e 209; Tietze-Conrat 1955, p. 205; Paccagnini 1961, p. 75, n. 54; Lightbown 1986, pp. 470-471, n. 143; Agosti 1995, pp. 66 e 79-80, nota 83).
Il frammento ha conosciuto, nel tempo, una straordinaria fortuna bibliografica, dettata non tanto dall’attribuzione al grande maestro veneto, ma principalmente dalla sua peculiare iconografia; chiara testimonianza della cultura umanistica a Mantova, il tema ha infatti riscosso l’interesse degli iconologi, che fin dal 1907, con Aby Warburg, si sono succeduti nell’analisi e nell’avanzamento delle ipotesi circa la decodifica del tema rappresentato. Come poi dimostrato dallo stesso Warburg, la fonte principale dell’immagine è costituita da un epigramma del poeta latino Ausonio, In simulacrum Occasionis et Poenitentiae, che la composizione interpreta quasi letteralmente, benché alcuni studiosi successivi abbiano avanzato alcune ulteriori proposte in merito alla terza figura (Warburg 1966, pp. 237-238; Van Marle 1932, p. 185; Wittkower 1938, p. 318); di chiara impronta allegorica, l’immagine potrebbe costituire un invito a non lasciarsi catturare dalle lusinghe incantatrici dell’instabile Fortuna/Occasio (la donna in equilibrio sulla sfera, con un ciuffo di capelli davanti agli occhi), e a vivere in maniera avveduta seguendo la voce della Prudenza, che porta alla Virtù (la figura femminile in piedi sul basamento, dagli abiti modesti e morigerati, che trattiene il giovane identificato come il Pentimento).
Descritta per la prima volta nel 1885 da Gian Battista Intra, in occasione del suo trasporto nel Museo Civico effettuato da Bortolo Bosio, all’epoca l’opera si trovava in palazzo Biondi (ora Cavriani), «sopra un camino nel primo salotto a sinistra del grande scalone e fu quivi trasportato, or sono vari anni, da altro antico palazzo di Mantova, indi acconciamente accomodato e rinchiuso in una specie di cornice» (ASCMn, tit. X-3-4, fasc. 1883-1900, 4 febbraio 1885; cfr. anche Schubring 1923, p. 79 e Pisani 2006, p. 116); nel 1915 l’affresco è depositato dal Comune di Mantova in palazzo Ducale (Tamassia 1996, p. 58) e nel 2002 giunge nel Museo della Città nel palazzo di San Sebastiano.
La pittura, staccata a massello prima del 1885, fu in quell’anno smossa e ripulita da “deturpanti” ritocchi a tempera e in seguito sottoposta a nuovi interventi (cfr. L’Occaso 2011, p. 131); già Kristeller nel 1901 la definiva «much restored» (Kristeller 1901, p. 457), mentre una trentina d’anni dopo Fiocco ne constatava le ingenti ridipinture, definendola «restauratissima» e includendola in un elenco di opere «male ridipinte o troppo ripulite» (Fiocco 1937, p. 76).
Alcune fotografie storiche risalenti all’intervento di restauro condotto da Marcello Castrichini nel 1994 dimostrano le operazioni di consolidamento effettuate in quell’occasione, eseguite soprattutto in corrispondenza dei volti (figg. 1-4); l’opera, tuttavia, era già fortemente compromessa da tutte le ridipinture apportate in passato, tanto che Agosti, nel 2005, tornava sulle precarie condizioni della pittura murale, riferendo che «l’affresco mantovano ha subito dallo strappo in poi delle peripezie conservative, che ne rendono difficile una collocazione precisa nell’ambito mantegnesco: oggi se ne può apprezzare solo la modesta qualità» (Agosti 2005, p. 257, nota 99).

Elisa Perina



Bibliografia:

P. Kristeller, Andrea Mantegna, London-New York-Bombay, 1901; A. Warburg, Le ultime volontà di Francesco Sassetti [1907], in La rinascita del paganesimo antico. Contributi alla storia della cultura, a cura di G. Bing, Firenze 1966, pp. 211-246; P. Schubring, Cassoni. Truhen und Truhenbilderder italienische Fruhrenaissance, Leipzig 1923; R. Van Marle, Iconographie de l’art profane au moyen-âge et à larena is sance et la décoration des demeures, II, La Haye 1932; G. Fiocco, Mantegna, Milano 1937; R. Wittkower, Chance, Time and Virtue, in «Journal of the Warburg Institute», 4, 1937 (1938), pp. 313-321; L. Ozzola, La Galleria del Palazzo Ducale di Mantova, Mantova, 1946; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 210 illustrazioni, Cremona, 1949; L. Ozzola, La Galleria di Mantova. Palazzo Ducale. Con 212 illustrazioni, Mantova 1953; G. Paccagnini, con la collaborazione di M. Figlioli, A. Mezzetti, Andrea Mantegna, catalogo della mostra (Mantova), Venezia 1961; R. Lightbown, Mantegna, with a complete Catalogue of the Paintings, Drawings and Prints, Oxford 1986; G. Agosti, Su Mantegna, 4. (A Mantova Nel Cinquecento), in «Prospettiva», 77, 1995, pp. 58-83; L. O. Tamassia, I Musei Civici di Mantova, dattiloscritto 1996; C. Tellini Perina, scheda in In the Light of Apollo. Italian renaissance and Greece. catalogo della mostra (Athens, 22 December 2003-31 March 2004), 2004, pp. 256-257; G. Agosti, Su Mantegna. I. La storia dell’arte libera la testa, Milano 2005; C. Pisani, Scheda di catalogo in Mantegna a Mantova 1460-1506, catalogo della mostra (Mantova, 16 settembre 2006 – 14 gennaio 2007), a cura di Mauro Lucco, Milano 2006, pp. 116, n. 24; L. Bortolotti, scheda in Dürer e l’Italia, catalogo della mostra (Roma, 10 marzo – 10 giugno 2007), a cura di Kristina Hermann Fiore, Milano 2007, p. 150, n. II.7; S. L’Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Catalogo Generale delle collezioni inventariate. Dipinti fino al XIX secolo, Mantova 2011, pp. 131-133, cat. 80.



Elenco immagini:

1.La pittura murale con Occasio e Poenitentia prima del restauro del 1994.


 

2. La pittura murale con Occasio e Poenitentia dopo il restauro del 1994.


 

3. La pittura murale con Occasio e Poenitentia dopo il restauro del 1994, particolare.


 

4. La pittura murale con Occasio e Poenitentia dopo il restauro del 1994, particolare.