L’archivio digitale dedicato alla grande decorazione è nato in seguito al lavoro di ricerca condotto in occasione del PRIN 2010-2011 – La pittura profana dall’età barocca all’età neoclassica nell’Italia settentrionale, con particolare attenzione alla presenza dei pittori veneti e veneziani. Il compito primario del gruppo di ricerca veronese è stato la costituzione di un atlante iconografico della decorazione a tema profano presente sul territorio corrispondente all’attuale provincia di Brescia, creato attraverso la raccolta di materiali di repertorio e, soprattutto, di immagini digitali scattate in occasione di apposite campagne fotografiche condotte all’interno dei palazzi pubblici e privati che ancora conservano testimonianze risalenti all’arco cronologico prescelto. Il catalogo di immagini è accompagnato da schede di carattere storico e iconografico redatte da studiosi, dottorandi e studenti dell’Università. L’archivio è stato in seguito ampliato con schede dedicate alla realtà padovana, realizzate dall’Università di Padova all’interno del medesimo progetto PRIN. Per la schedatura dei propri palazzi, il gruppo patavino si è avvalso principalmente di materiale fotografico d’epoca.

Il database è strutturato in tre livelli connessi tra loro che permettono di spostarsi facilmente da uno all’altro (Scheda Palazzo, Scheda Sala, Scheda Immagine) e di condurre ricerche sulle personalità artistiche, sulle scelte iconografiche, sugli orientamenti della committenza e sulla diffusione di specifiche tematiche, utilizzando il motore di ricerca libera o avanzata.

L’immissione dei dati, a cura di Stefania Cretella, è stata effettuata con la collaborazione di Giulia Adami, Sofia Bergamini, Andrea Chiocca, Edoardo Lo Cicero, Nadia Giori, Mara Miele, Maddalena Oldrizzi, Sara Parisio, Emanuele Principi e Alberto Romanelli.

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    Nel 1667 il Consiglio dei Sedici deliberò di far decorare le pareti del salone superiore, deputato alle assemblee del Consiglio maggiore, con un ciclo di affreschi illustranti episodi della storia di Padova. L’incarico di organizzare l’operazione fu affidato a Carlo de’ Dottori letterato dai sentimenti anti-veneziani. A lui si deve il programma iconografico e la redazione delle iscrizioni esplicative sottostanti gli affreschi. Lungo le pareti della grande Stanza delle Adunanze vennero inscenati sette episodi della storia cittadina, incorniciati da giganteschi telamoni di derivazione carraccesca e intervallati da sei finte nicchie con stutue dipinte a monocromo raffiguranti illustri padovani della storia….

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    Il grande salone è completamente affrescato sulla volta e sulle pareti. Su quest’ultime sono simulati finti arazzi contornati da fasce floreali che rappresentano scene collegate al tema di Teti, ma le cattive condizioni di conservazione non sempre consentono una chiara lettura. Un riquadro illustra la ninfa Teti che immerge il figlio Achille nel fiume Stige per renderlo immortale, seguito dall’episodio di Teti che chiede a Efesto di confezionare le armi di Achille. Non identificabile con certezza la figura di vecchio in adorazione di un idolo, come pure la scena al centro di una parete lunga raffigurante un cavaliere preceduto da…

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    La volta divisa da costoloni che ritagliano otto spicchi decorativi con motivi a finti stucchi, presentano al loro interno scene figurate nel paesaggio (forse di amanti della mitologia e della letteratura) accompagnati nelle nicchie angolari da coppie di busti all’antica di uomo e donna, raffiguranti forse amanti dell’antichità. Al centro della volta è ricavato un oculo che inquadra la figura di Eros in volo. Anche in questo caso la decorazione è riferibile alla mano di Daniel van den Dyck. Andrea Chiocca

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    Alla base di una finta architettura colonnata in prospettiva si aprono una serie di lunettoni e loggette d’angolo, che contengono personificazioni delle quattro stagioni e coppie di putti che simulano le attività umane nelle diverse parti dell’anno. Al centro della quadratura si apre un loculo ottagonale dal quale si affaccia Giove corredato dagli attributi dell’aquila e del fulmine, il tutto realizzato dal pittore fiammingo seicentesco Daniel Van den Dyck. Andrea Chiocca

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    L’attuale ingresso si trova nel raccordo tra i due corpi di fabbrica. Da qui si entra in una loggia con volte a crociera dipinti con finti soffitti di stucco o di legno intagliato a volute e racemi retti da putti-cariatidi dipinti sulle vele, realizzati da Daniel van den Dyck e collavoratore forse Giovanni Battista Accolla. Andrea Chiocca

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    Nella fascia curva della volta, avente al centro una cornice quadrata oggi vuota, insiste su una decorazione a stucco bianco che definisce un tondo al centro e comparti a forma di goccia nei quattro angoli. Nei quattro oculi sono raffigurati altrettante immagini degli Schema seu speculum principum: Venatio, Nuptiae, Litterae, Arma. Ai quattro angoli scenette a terretta grigio-blu con episodi delle fatiche di Ercole. Per decorare le due sale viene studiato un sistema elaborato che combina pesanti incorniciature lignee, ospitanti in origine tele incassate, associate ad aree rivestite di stucchi includenti superfici affrescate. È probabile che gli Obizzi abbiano deciso…

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    La volta si articola in tre “ordini” degradanti verso le pareti. La fascia curva poggiante sul cornicione della parete è decorata da incrostazioni di stucco bianco a cartella, mascheroni, losanghe e motivi vegetali che definiscono al centro uno scomparto affrescato, due minori ai lati e due trapezoidali agli angoli. La fascia mediana presenta scenette a soggetti mitologici di ispirazione ovidiana e macchiette nei tondi di vario soggetto. Nella fascia stuccata sopracornice le decorazioni plastiche contornano un riquadro centrale allungato, raffigurante sui lati lunghi un Trionfo romano e la Fondazione di Roma, sui lati corti due scenette di storia romana, intervallato…

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    La pianta dell’ambiente  ricalca quella dell’ambiente  al piano terra, con una struttura a T composta di un’antisala e, di altezza doppia rispetto ad essa, di un salone vero e proprio. Le pareti del salone sono decorate con scene mitologiche entro finti riquadri a stucco: a partire da sinistra rispetto all’ingresso dell’antisala troviamo Il Sogno e la Notte, sulla parete occidentale Venere e Amorini ed Ercole e Onfale. Sopra le finestre della parete settentrionale sono affrescate raffigurazioni di Ninfe e Fauni, mentre nella ristretta fascia dello zoccolo che divide le porte-finestre centrali dalle finestre laterali sono rannicchiate due personificazioni: quella maschile…

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    Il vano dello scalone si estende per tutti i tre i piani dell’edificio ed è interamente affrescato sia sulle pareti, sia nella parte inferiore delle rampe stesse, decorate con riquadri raffiguranti putti, affiancati da racemi verdi intrecciati a mo’ di medaglione. Le pareti presentano nella fascia inferiore una finta balaustra, che s’immagina appaiare quella reale in pietra, con finte sculture di putti reggenti ghirlande. Sulla balaustra della scala alcune statue di putti si accompagnano a quelle immaginate dalla quadratura. Entro un ampio cartouche in finto stucco sono dipinti i busti dei Cesari, mentre ai lati della porta che conduce dall’atrio…

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    Le pareti della stanza dei Giganti, ubicata al pianterreno, presentano giganteschi telamoni affrescati in finta pietra, addossati a colonne. Alcuni di essi si presentano parzialmente panneggiati da tendaggi che alcuni putti scostano per rivelare la presenza di finti quadri riportati. Sopra l’ingresso da cui si accede alla stanza dall’atrio e quella che conduce all’adiacente stanza delle Storie Bibliche sono dipinte sovrapporte con due figure di uomini anziani barbuti e panoplie di armi. Sullo zoccolo corre un fregio abitato da putti. Sulla parete d’entrata sono rappresentate due scene con protagoniste due figure femminili: la Vestale Tuccia che affronta la prova del…