Sala 1 Allegorie della Verità e dell’Eloquenza – Sala 1 Allegorie della Verità e dell’Eloquenza

La volta di questa stanza, la prima a sinistra della galleria, è occupata da un’architettura illusiva che simula un piano superiore con colonne in finto marmo che sorreggono archi e al centro una sorta di soffitto cassettonato poligonale con cartigli. Sopra il cornicione si aprono finestre con tendaggi rossi e balaustre con sottili colonnine da cui si affacciano alcuni personaggi, seguendo la medesima invenzione della galleria. Dai parapetti si sporge un uomo vestito con abiti dell’epoca, l’Allegoria della Vigilanza e, dal lato opposto, un uomo barbuto e anziano che potrebbe ritrarre il Sonno, anche se lo stato di conservazione di questa zona dell’affresco non permette di identificare con certezza la figura e i suoi attributi. In corrispondenza della parete fronte strada le finte finestre dipinte sul soffitto creano l’illusione di aprirsi verso il cielo azzurro, così come gli oculi in corrispondenza dei balconcini, che il quadraturista realizza con un attento studio delle luci e un chiaroscuro che restituisce con la pittura le ombre portate reali delle rientranze dei balconcini. Nello sfondato al centro campeggiano le figure della Verità, dell’Eloquenza e un putto con saette, seduti su una nuvola sostenuta dal soffio di tre venti insieme ad altri amorini dipinti in uno squarcio luminoso. Altre decorazioni pittoriche si trovano sulle pareti, ovvero nei sovrapporta dipinti con paesaggi. Il soffitto venne plausibilmente eseguito negli stessi anni della galleria, poiché si riscontra una similarità nelle quadrature e sembra si possa riconoscere la stessa mano del pittore che eseguì le scene mitologiche. Lechi attribuisce la decorazione di questo ambiente e delle prime tre sale della facciata al pittore Faustinelli, il cui nome e la data 1676 egli lesse nella seconda stanza (Lechi 1976, p. 129). Il nome di un certo pittore “Michiel Faustinelli” compare anche nei documenti relativi alla decorazione degli ambienti interni di Palazzo Martinengo Colleoni di Pianezza negli anni 1686-1689, affreschi andati perduti o coperti dalla decorazione settecentesca (in Massa 2003, pp. 23, 73-74). Non potendo confrontare i due interventi, si può solo ipotizzare si tratti dello stesso artista.
Sara Parisio
Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 5: Il Seicento, Edizioni di Storia Bresciana, 1976, p. 129; Renata Massa, Cronologia documentata del palazzo, in Id. (a cura di), Palazzo Martinengo Colleoni di Pianezza e oratorio di San Carlino, Provincia di Brescia, Assessorato alla Cultura, Quaderni 6, settembre 2003, pp. 71-81; Renata Massa, Frescanti e pittori al servizio dei marchesi, in Id. (a cura di), Palazzo Martinengo Colleoni di Pianezza e oratorio di San Carlino, Provincia di Brescia, Assessorato alla Cultura, Quaderni 6, settembre 2003, pp. 21-27;
Sara Parisio, Ordine degli Architetti, già Corte d’Appello, già palazzo Spada, già Martinengo delle (o dalle) Palle, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 82.

Brescia
Elenco immagini:
Decorazione della volta con quadratura architettonica e Allegorie della Verità e dell’Eloquenza, della Vigilanza e del Sonno (?), fine del XVII secolo