Sala 23 – Sala 23

Posta nel corpo meridionale del palazzo, questa sala, definita da Fausto Lechi come una “bizzarria del Manfredini” (Lechi 1977, p. 138), è stata immaginata dall’artista come un berceau in stile neogotico.
Partendo dal basso, le pareti mostrano un parapetto sul quale si appoggiano coppie di piccole colonne che, a loro volta, reggono archi a sesto acuto. All’interno di questi ultimi si trovano alcune strutture traforate e, al di sotto, ghirlande e vasi di fiori. Nelle porzioni di muro chiuso che vengono a formarsi tra gli estradossi degli archi, infine, si trovano alcune decorazioni di ispirazione vegetale che simulano una tarsia lignea ottenuta con due essenze di legno diverse. Similmente, nella volta è stato dipinto un soffitto a cassettoni decorato con numerosi motivi naturali intarsiati.
Edoardo Lo Cicero
Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 6: Il Settecento e il primo Ottocento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, Brescia 1977, p. 138; Edoardo Lo Cicero, Mo.Ca, ex Tribunale, già palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 74.

Elenco immagini:
Veduta della sala
Giuseppe Manfredini (?), Particolare della decorazione delle pareti
Giuseppe Manfredini (?), Particolare della decorazione della volta