Sala 3 Allegoria della Nobiltà di Casa Martinengo

Sala 3 Allegoria della Nobiltà di Casa Martinengo – Sala 3 Allegoria della Nobiltà di Casa Martinengo

 

Il primo ambiente al pianterreno dell’ala sud con una decorazione pittorica di rilievo è una grande sala rettangolare coperta da una volta a schifo, che si raggiunge dopo aver attraversato un corridoio che corre parallelo allo scalone d’onore. La parte centrale piana è occupata da un medaglione con cornice mistilinea in stucco dorato e l’Allegoria della Nobiltà di Casa Martinengo. (Lechi 1976, p. 202; Loda in Massa 2003, p. 49) In un cielo nuvoloso da cui spunta un timido sole sono rappresentate figure allegoriche femminili. La Nobiltà campeggia al centro, con un’asta nella mano destra e la statuetta d’oro di Minerva nella sinistra, seduta su una nube compatta sorretta da una donna in abiti regali con un diadema che tiene uno scettro e una corona. Attorno vi sono quattro fanciulle che potrebbero rappresentare le Virtù Cardinali, affini alla descrizione di Cesare Ripa: da sinistra la Prudenza, che tiene in mano uno specchio e un animale dalle sembianze di un serpente avvolto al braccio; la Giustizia, vestita di bianco, che regge una bilancia dorata a due piatti e una spada; la Temperanza a destra, che tiene in mano due freni e l’ultima; la Fortezza, dietro la nube centrale, che indossa un elmo e tiene una colonna. Sopra la Nobiltà vola l’aquila rossa dei Martinengo con le ali spiegate, che regge con gli artigli uno scudo con il campo diviso in due parti raffiguranti dei testicoli e una gemella terminante alle estremità nelle fauci di due teste di leone, elementi dello stemma di Bartolomeo Colleoni concessi dal condottiero che morì senza eredi e che vennero inquartati nell’insegna Martinengo-Colleoni. Il rapace viene incoronato da un putto come esaltazione delle nobili origini della famiglia: in alto si trovano tre amorini in cerchio che reggono ciascuno un rotolo su cui Loda ha individuato lo stemma del Leone di San Marco, la Croce argentea dell’ordine di san Maurizio e un Giglio d’oro, mentre un altro putto suona la tromba. Ai lati della figurazione centrale il soffitto è diviso in riquadri e spicchi impreziositi da eleganti stucchi dorati con motivi vegetali stilizzati su fondo bianco. Gli affreschi, in cui si riconosce un classicismo di stampo bolognese, sono stati probabilmente realizzati a inizio Settecento da un artista di un’équipe che lavorò anche ad altre sale del palazzo, gruppo di cui fecero parte Luca Bistega, Giacomo Antonio Boni e Ferdinando del Cairo (Loda in Massa 2003, pp. 34, 49-50).

Sara Parisio

 
Datazione: da: 1700 a: 1710
 
Bibliografia

Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 5: Il Seicento, Edizioni di Storia Bresciana, 1976, p. 202; Angelo Loda, Le decorazioni murali settecentesche in Palazzo Martinengo: proposte per un percorso, in R. Massa (a cura di), Palazzo Martinengo Colleoni di Pianezza e oratorio di San Carlino, Provincia di Brescia, Assessorato alla Cultura, Quaderni 6, settembre 2003, pp. 34, 49-50;

Sara Parisio, Provincia di Brescia, già Liceo Olivieri, già Istituto Tecnico Commerciale “G. Abba”, già palazzo Bargnani, già Martinengo Colleoni di Pianezza, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 277.

 
Informazioni sul palazzo
Palazzo Martinengo Colleoni di Pianezza, poi Bargnani – ora sede del settore trasporti, edilizia scolastica e interventi sul patrimonio della Provincia di Brescia
Brescia

Elenco immagini:

Allegoria della Nobiltà di Casa Martinengo, inizio del XVIII secolo


 

Dettaglio della Nobiltà con la Fortezza e un putto, inizio del XVIII secolo


 

Dettaglio dell’incoronazione dell’aquila Martinengo, quattro putti e la Temperanza, inizio del XVIII secolo


 

Dettaglio della Prudenza e della Giustizia, inizio del XVIII secolo