Sala 7 Dedalo e Icaro – Sala 7 Dedalo e Icaro

Le pareti di questa sala, collegata alla galleria e posta a nord del grande salone delle feste, sono state decorate, verso la fine del XVIII secolo, con una sobria quadratura architettonica di gusto neoclassico. Essa presenta, partendo dal basso, un alto zoccolo, sopra al quale una serie regolare di lesene dal capitello composito scandisce e organizza in maniera regolare lo spazio. Le numerose specchiature, poste sia nel fusto delle lesene, sia nelle porzioni di parete delimitate da queste ultime, sono decorate con motivi vegetali e a candelabra, dorati o in finto stucco. Completano la decorazione delle pareti cinque sopraporte, ove sono presenti alcune scene figurate a monocromo legate alle vicende di Teseo e Arianna.
La volta esibisceuna quadratura architettonica molto simile alle pareti, composta da un’ordinata divisione in specchiature in stile neoclassico. Queste presentano le medesime decorazioni delle mura, con l’aggiunta, però, di quattro composizioni con trofei d’armi che, al loro interno, celano alcuni simboli araldici celebranti le unioni matrimoniali tra Giovan Battista Fè e Ludovica Ostiani (le due mani strette e le “ostie”, ovvero le porte con i battenti chiusi) e tra Marcantonio Fè d’Ostiani, loro primogenito, e Ippolita Martinengo Cesaresco del ramo dell’Aquilone (le due mani congiunte e l’aquila coronata), oltre al motto della famiglia (“Per la fede”) e il monogramma del committente Giovann Battista. Infine, le specchiature d’angolo presentano una decorazione a grottesche che, al centro, è arricchita da quattro medaglioni dove, in grisaille, sono raffigurati alcuni episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio (Giove e Io; Apollo e Dafne; Pan e Siringa; Ratto di Proserpina).
La parte più preziosa della sala, tuttavia, si trova all’interno di cinque finte cornici presenti sulla volta, una grande centrale e quattro, più piccole, poste a metà della lunghezza dei lati del soffitto. Al loro interno, infatti, Marco Marcola, che data (1791) e firma (MARCO MARCOLA VERONESE) il suo lavoro, dipinse le vicende di Dedalo e Icaro, che si ricollegano, seppur indirettamente, alle avventure cretesi di Teseo narrate nelle soprapporte. I momenti rappresentati dal pittore veronese sono, nei riquadri più piccoli, l’ideazione delle ali, la loro costruzione, la loro messa in opera da parte del mitico architetto eil triste compianto di quest’ultimo sul corpo del figlio morto, mentre, nel grande spazio al centro della volta, si trova l’episodio chiave della narrazione, ovvero la caduta di Icaro.
Edoardo Lo Cicero
Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 6: Il Settecento e il primo Ottocento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1977, pp. 309-310; Stefania Cretella, Palazzo Materossi, già Fè d’Ostiani, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, pp. 208-209; Stefania Cretella, La decorazione Settecentesca di Palazzo Fè d’Ostiani tra nuove attribuzioni e letture iconografiche, in “ Arte Veneta”, LXXVI, 2020, pp. 178-180.

Brescia
Elenco immagini:
Veduta della sala
Sopraporta
Sopraporta
Sopraporta
Sopraporta
Sopraporta
Particolare della decorazione della volta
Particolare della decorazione della volta
Medaglione con il ratto di Proserpina
Medaglione con Apollo e Dafne
Medaglione con Pan e Siringa
Medaglione con Giove e Io
Marco Marcola, Dedalo progetta le ali, 1791
Marco Marcola, Dedalo e Icaro costruiscono le ali, 1791
Marco Marcola, Dedalo e Icaro vestono le ali, 1791
Marco Marcola, Dedalo compiange la morte di Icaro, 1791
Marco Marcola, La caduta di Icaro, 1791
Marco Marcola, Firma e data della decorazione, 1791