Sala 12 Sala delle Muse – Palazzo Martinengo Cesaresco
L’ultima sala, dedicata alle Muse (Sala 12), è affrescata da Manfredini e Teosa. La parte inferiore delle pareti è decorata con uno zoccolo con una doppia fila di baccellature a finto rilievo, sopra il quale corre un fregio continuo con un motivo a onda (o a nastro). La parte principale delle pareti è suddivisa in nicchie a tromp l’oeil contenenti le finte sculture delle Muse (nell’ordine, a partire dalla parete di destra: Euterpe, Talia, Melpomene, Tersicore, Erato, Polinnia, Urania, Calliope, Clio). Nelle pareti maggiori, tra una nicchia e l’altra si inseriscono specchiature con rilievi monocromi raffiguranti intrecci vegetali, festoni, teste maschili o femminili, drappi; al centro di ciascuna composizione si trova un medaglione ottagonale con le storie di Ercole (Ercole uccide Anteo; Raccolta delle mele d’oro delle Esperidi; Ercole riconsegna Alcesti al marito Admeto; Ercole cattura le cavalle di Diomede; Ercole strangola il leone Nemeo). Ad ogni riquadro corrisponde una cornice orizzontale inferiore e superiore con due diversi tipi di rilievi ad anthemion, che compaiono anche nelle cornici verticali che inquadrano le nicchie delle pareti minori e nelle lesene poste negli spazi tra le porte-finestre. Nelle soprapporte si trovano le allegorie della Pace (figura femminile con abiti all’antica, che sostiene un ramo di ulivo e una torcia, usata per incendiare una catasta di armi) e della Fedeltà (figura femminile con abiti all’antica, ritratta con un cuore in mano mentre accarezza un cane accucciato ai suoi piedi). Il cornicione che separa le pareti dalla volta presenta un fregio a meandro. Al centro della volta, decorata a cassettoni esagonali con fondo blu e rosellina centrale dorata, è raffigurato l’episodio di Ercole al bivio.
Stefania Cretella
Gian Enrico Manzoni, Palazzo Martinengo Cesaresco dell’Aquilone, senza editore, s.d., pp. 14-15; Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 3: Il Cinquecento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1974, pp. 91, 96; Valeria Bernacchio, Antonio Rapaggi, Palazzo Martinengo Cesaresco, in Itinerario di Brescia neoclassica, 1797-1859, catalogo della mostra “Il mito del decoro privato, architettura neoclassica a Brescia, 1797-1859”, a cura di Francesco Amendolagine, Centro Di, Firenze 1979, p. 172; Il Palazzo Martinengo Cesaresco dell’Aquilone, Editrice La Scuola, Brescia 2003, pp. 138-146;
Stefania Cretella, Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Arici, già palazzo Martinengo Cesaresco, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, p. 308.
Palazzo Martinengo Cesaresco, ora sede dell’Università cattolica e del Collegio Arici – Brescia
Brescia
Elenco immagini:
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Decorazione delle pareti
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Decorazione delle pareti
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Allegoria della Fedeltà
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Allegoria della Pace
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Clio
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Erato
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Talia
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Melpomene
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Ercole riconsegna Alcesti al marito Admeto
Giuseppe Manfredini e Giuseppe Teosa, Ercole al bivio