Sala delle Quattro Stagioni – Sala delle Quattro Stagioni

Sulle pareti della sala, sono dipinti tre grandi paesaggi di formato verticale, chiusi in alto da un finto tendaggio rosa, a sottolineare l’effetto illusionistico di sfondamento spaziale. Sono delimitati da finti pilastri scanalati, che confinano a loro volta con comparti a candelabre e finti bracieri su fondo grigio. All’interno delle candelabre Bevilacqua ha dipinto negli anni 1811-1812 le allegorie di Primavera, Estate, Autunno e Inverno, entro cornice ottagonale a stucco, secondo la consueta iconografia con amorini in veste di paggi a tenere i relativi attributi.
Nel fregio della fascia superiore i capitelli compositi dei pilastri si alternano a comparti rettangolari con serti vegetali. Le due sovrapporte a monocromo, ugualmente dipinte da Bevilacqua, rappresentano soggetti legati alla storia di Bacco.
Nel soffitto campeggia una finta cupola rosa, agli angoli della quale Bevilacqua ha dipinto quattro danzatrici, due con tamburello e due con cembalo e sonagli, intervallate da Vittorie alate.
Andrea Chiocca
G. Pavanello, Opere di Giovanni Carlo Bevilacqua in Padova e nella Provincia, in «Padova e la sua provincia», 1971, p. 16; G. Pavanello, L’autobiografia e il catalogo delle opere di Giovanni Carlo Bevilacqua (1775-1849), Venezia 1972, p. 45; G. Pavanello, La decorazione neoclassica a Padova, in «Antologia di Belle Arti», IV, 13-14, 1980, p. 68, nota 24; Giovanni Carlo Bevilacqua 1775-1849. I disegni dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, catalogo della mostra a cura di M.C. Bandera (Venezia, Gallerie dell’Accademia), Venezia 2002, p. 164, catt. 384-385; L. Perini e D. Tosato, Palazzo Dotto, Vigodarzere, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 392-393.
Palazzo Dotto, ora Vigodarzere
Padova