Scalone

Scalone – Scalone

 

Il vano scale occupa tutta l’altezza della fabbrica e nel lato verso il cortile interno si apre con un doppio ordine di finestre. Il lato breve risulta affrescato con una serie di finestre in trompe-l’œil, in tutto simili a quelle reali: le due superiori più piccole simulano l’una un paravento in paglia di Vienna, appeso a un cordone, l’altra una gabbietta; le due inferiori lasciano immaginare altri ambienti con partiture architettoniche bianco-rosate. Due porte-finestre agibili e due finestre dipinte, di cui una con un pappagallo, caratterizzano la terza parete, prospiciente quella finestrata.

La scena, a contorno mistilineo delimitata da specchiature di finti marmi gialli e grigi, che occupa la parte centrale del soffitto dello scalone, è suddivisa in tre zone: quella superiore mostra il carro del Sole, trainato da due destrieri, che squarcia le tenebre della notte. Immediatamente sopra appare in volo una figura femminile alata, con gonna rossa e sopravveste blu, recante nella mano destra il disco solare, forse la Virtù, a cui manca tuttavia, per una puntuale raffigurazione allegorica, l’asta e la corona di alloro. Potrebbe trattarsi anche di una presenza legata al mito di Apollo-Febo, al pari del personaggio seduto sulle nuvole poco più in basso con un girasole in mano, elemento che talvolta contraddistingue la seconda e la quinta Ora del giorno. La sezione centrale della scena è occupata da Flora, in manto rosa su veste bianca, che stringe la mano a Zefiro: la dea sparge i fiori portati entro un cesto da tre putti ai suoi piedi. Li accanto è plausibilmente riconoscibile la raffigurazione del Crepuscolo del mattino, dal momento che regge un vaso da cui esce rugiada, l’altra figura, ripresa di spalle sullo sfondo del globo terrestre, si può identificare con la Terra, poiché porta sul capo una corona turrita. Nella parte inferiore della composizione un putto con la fiaccola rovesciata fa precipitare una figura muliebre provvista di una pianta di papavero: è la Notte.

Andrea Chiocca

 
Data: 1764 ca.
 
Bibliografia

G. B. Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova. Con alcune osservazioni intorno ad esse, ed altre curiose notizie, Padova 1765, p. 346; N. Cecchini, Dizionario sinottico di iconologia, Bologna 1976, p. 142; A. Tomezzoli, Palazzo Trento, Papafava, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 269-272.

 
Informazioni sul palazzo
Palazzo Trento, poi Papafava, poi Vigodarzere, ora Papafava
Padova

Elenco immagini:

Francesco Zugno, Il Carro del sole con Zeffiro e Flora, mentre la Notte precipita, particolare.