Salone al piano nobile – Salone al piano nobile

La complessa partitura a finti pilastri e colonne rispecchia quella reale sul lato di accesso al salone monumentale. Sulle pareti si aprono finte nicchie entro cui poggiano grandi anfore con scene di caccia legate al mito di Diana, sormontate da tondi con faretra, arco e fogliame. Le nicchie si alternano a comparti di candelabre ugualmente allusive alla caccia, intrecciate a nastri, fogliame, corone d’alloro, corni e frecce. Le sovrapporte sono dipinte con elementi variamente abbinati: braciere, scudo, anfora, serpente, corda, faretra con arco e serti vegetali. La fascia decorativa alla sommità delle pareti è delimitata da un cornicione, sormontato da un fregio con sedici metope a monocromo, raffiguranti scene della storia di Latona e dei figli Apollo e Diana, tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.
Il soffitto è decorato con una finta cupola a linee intrecciate, inserita entro una cornice quadrangolare, delimitata agli angoli interni da serti vegetali. Sui due lati brevi comparti rettangolari con finti cassettoni ottagonali, mentre su quelli lunghi si alternano fasce di varia lunghezza con ornati e motivi vegetali.
Andrea Chiocca
O. Ronchi, Guida storico artistica di Padova e dintorni, Padova 1922, p. 95, 194; G. Pavanello, Opere di Giovanni Carlo Bevilacqua in Padova e nella Provincia, in «Padova e la sua provincia», 1971, p. 16; G. Pavanello, L’autobiografia e il catalogo delle opere di Giovanni Carlo Bevilacqua (1775-1849), Venezia 1972, p. 45; G. Pavanello, in Gli affreschi nelle ville venete dal Seicento all’Ottocento, prefazione di R. Pallucchini, testi di F. d’Arcais, F. Zava Boccazzi, G. Pavanello, 2 voll., Venezia 1978, pp. 155-156, cat. 53; G. Pavanello, La decorazione neoclassica a Padova, in «Antologia di Belle Arti», IV, 13-14, 1980, pp. 57-59, 61, 68, figg. 8-9, nota 24; L. Puppi e G. Toffanin, Guida di Padova. Arte e storia tra vie e piazze, Treiste 1983, p. 219; G. Fossaluzza, La pittura a Padova nel Settecento, in La pittura in Italia. Il Settecento, a cura di G. Briganti, II, riedizione accresciuta e aggiornata, Milano 1990, p. 167; F. Magani, Bevilacqua, Giovanni Carlo, in La pittura in Italia. Il Settecento, a cura di G. Briganti, II, riedizione accresciuta e aggiornata, Milano 1990, p. 693; G. Toffanin, Padova nel Settecento, Padova 1992, pp. 81, 83, 143, 150; G. Pavanello, in Interni bassanesi, a cura di L. Alberton Vinco da Sesso, Bassano del Grappa 1996, pp. 276-277; Giovanni Carlo Bevilacqua 1775-1849. I disegni dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, catalogo della mostra a cura di M.C. Bandera (Venezia, Gallerie dell’Accademia), Venezia 2002, p. 164, catt. 384-385; G. Poli, Padova, in La pittura nel Veneto. L’Ottocento, a cura di G. Pavanello, I, Milano 2002, p. 129; R. De Feo, Bevilacqua, Giovanni Carlo, in La pittura nel Veneto. L’Ottocento, a cura di G. Pavanello, II, Milano 2003, pp. 647-648; L. Perini e D. Tosato, Palazzo Dotto, Vigodarzere, in Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento, a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona 2018, pp. 386-388.
Palazzo Dotto, ora Vigodarzere
Padova