Sala 4 Sala delle prospettive

L’accesso alla Sala delle prospettive avviene attraverso la porta a settentrione del Corridoio delle stelle. Secondo i documenti d’archivio, la sala era utilizzata come sala da pranzo e gli affreschi attuali furono realizzati nel 1782 da Saverio Gandini e Pietro Scalvini, in sostituzione delle precedenti decorazioni di Antonio Mazza. Un’idea del precedente intervento si può avere dal lacerto di affresco posto nella parete confinante con l’anticamera, che mostra il frammento di un decoro monocromo a foglie d’acanto.

Le pareti sono suddivise in tre settori da specchiature a candelabra, composte da elaborati motivi policromi che comprendono erme, satiri, putti alati, creature di fantasia, animali di vario genere, attrezzi agricoli, strutture e decorazioni architettoniche, riquadri con paesaggi, cammei con figure all’antica e soggetti mitologici, festoni di fiori, girali d’acanto, drappi e fili di perle. Al centro della parete prospiciente l’ingresso si trova il camino in marmo nero e giallo con specchiera incorniciata entro una modanatura in stucco a baccellatura con profilatura interna dorata, mentre nelle altre tre pareti sono inseriti grandi riquadri raffiguranti prospettive architettoniche, delimitate da una cornice dipinta secondo il modello della cornice della specchiera. Al di sotto di ciascun pannello si trova un riquadro rettangolare, dipinto con grottesche policrome su fondo bianco. Il tema delle grottesche si ripete anche nelle porte, negli sguinci e nelle ante delle finestre, nei pannelli che formano la zoccolatura delle pareti e in alcuni riquadri del soffitto.

Nella parete d’ingresso e nella parete col camino, i due settori laterali sono occupati dalle porte, sopra le quali si inseriscono medaglioni ellittici entro doppia cornice dorata, circondata da quattro decori a foglie d’acanto monocrome. Nei medaglioni sono raffigurati il Trionfo di Nettuno e Anfitrite e scene con protagonisti Diana, Apollo e Giove. I settori laterali della parete rivolta su via delle Battaglie ospitano le finestre, mentre la parete confinante con l’anticamera non ha aperture ma pannelli di forma e dimensione analoga a quelle del riquadro centrale, contenenti festoni e racemi dorati, coppa, testina e girali d’acanto monocromi. Il centro del pannello è occupato da un medaglione ellittico, circondato da quattro riquadri a grottesche, contenente una scena a monocromo, sempre opera di Scalvini.

Il cornicione delle pareti è dipinto con girali d’acanto policromi.

La fascia perimetrale della volta è suddivisa in riquadri, delimitati dalle medesime cornici delle pareti e separati da specchiature verticali con decoro a grottesca. I riquadri angolari contengono un putto con cane, entrambi con parte inferiore del corpo trasformata in girali d’acanto, dipinti a monocromo e festoni di foglie dorati. Al centro di ciascun lato ci sono invece dei riquadri rettangolari contenenti scene contemporanee che rimandano ad allegorie delle Stagioni, con figure dipinte da Scalvini e ambientazioni probabilmente da attribuire al Gandini. L’inverno è rappresentato da uno spettacolo di attori durante il carnevale, la primavera dalla veduta della corte di una villa con nobili a passeggio e giardinieri al lavoro, l’estate dalla raffigurazione della vita e delle attività tipiche di una villa di campagna e l’autunno dal mercato del vino. Il settore centrale è separato dalla fascia esterna attraverso una cornice con riquadri a grottesche. La zona tra la cornice e il medaglione centrale è suddiviso in quattro riquadri contenenti un cavallo, un leone, un coccodrillo e un dromedario, tutti con la parte inferiore del corpo trasformata in girali d’acanto monocromo, tra racemi di foglie e bacche dorati. Il medaglione di Scalvini, circondato da quattro riquadri a grottesche, raffigura Fetonte e il carro del sole (il soggetto dell’affresco è dichiarato dallo stesso Scalvini nella polizza di pagamento): nella parte inferiore si svolge il banchetto degli dei (Mercurio, Ercole, Bacco, Marte, Nettuno, vari putti, ninfe e musicanti); al centro, in lontananza, si intravede il carro guidato da Fetonte, mentre nella parte superiore vi sono putti e fanciulle con ali di farfalla che sorreggono cesti e rami fioriti.

Stefania Cretella

Sala 5 Corridoio delle stelle

Il Corridoio delle stelle, un tempo utilizzato anche come cappella, si presenta come un ambiente di passaggio e di collegamento tra l’anticamera, la sala delle Prospettive e le altre stanze dell’appartamento meridionale, affrescato da Gandini e Scalvini nel 1782. Nella parete minore, rivolta verso est, si trova un armadio a muro, in origine destinato a contenere l’altare domestico, con doppia anta dipinta con quattro riquadri con decoro a monocromo su fondo verde.

Le falde del soffitto sono dipinte con un ornato a girali monocromi, che nei lati maggiori si trova inserito in riquadri a fondo rosso cupo. Al centro di ciascun lato vi è un medaglione a cammeo dipinto da Pietro Scalvini; negli angoli vi sono medaglie ovali dal contenuto ormai illeggibile. Nel soffitto si sviluppa un motivo a cassettoni ottenuto dall’incastro di riquadri quadrati, a stella e a losanga. All’interno degli elementi quadrati, contenenti riquadri ottagonali, si trovavano ventiquattro inserti ottagonali con tracce di decorazioni raffiguranti vari tipi di vasi, coppe e anfore, alternati ad altrettanti cammei circolari dipinti da Pietro Scalvini, oggi scomparsi. Le pareti non presentano tracce di decorazione pittorica, ma è possibile ipotizzare che un decoro analogo a quello del soffitto fosse presente anche sulle pareti, dato che, secondo quanto riportato dai documenti d’archivio, Scalvini realizzò in tutto 128 cammei piccoli.

Stefania Cretella

Sala 3 Anticamera

Dalla porta posta nella parete meridionale del vano dello scalone si accede all’anticamera dell’appartamento di meridione, dipinta con quadrature di Domenico Crivelli e figure di Pietro Scalvini. Le pareti sono suddivise in specchiature, che alternano pannelli di larghezza minore a pannelli di maggiori dimensioni. Le specchiature minori sono dipinte a monocromo con un nastro che si avvolge a spirale intorno a un ramo fogliato; le specchiature maggiori presentano motivi a candelabra monocromi su fondo rosa, terminanti con uccelli dal valore simbolico (la colomba con il ramo d’ulivo stretto nel becco, l’aquila con fulmini e saette tra gli artigli e l’araba fenice che risorge dalle fiamme). La zoccolatura è dipinta con semplici modanature lineari che delimitano una specchiatura rosa. Nelle pareti maggiori sono anche presenti due finte porte con un decoro dorato. Le sovrapporte contengono medaglioni circolari con vasi con coperchio a monocromo su fondo marrone.

Il soffitto è suddiviso in riquadri ed è sempre dipinto a monocromo con alcuni elementi di fondo rosati. Il perimetro è diviso in dodici specchiature: i riquadri angolari sono a cassettone, con rosone centrale, mentre gli altri, di dimensioni differenti, sono ornati con girali d’acanto e vasi a monocromo su fondo rosa. La parte centrale è separata dalla fascia perimetrale attraverso una cornice a meandro, che sottolinea anche la base della volta e separa i riquadri angolari. Il rettangolo centrale ospita due specchiature laterali, con girali d’acanto, e un medaglione circolare con figura allegorica con diversi attributi (gru, lucerna e libro), sottolineato da quattro inserti triangolari contenenti un fiore.

Stefania Cretella

Sala 3

Lungo il lato rivolto verso la strada si susseguono tre sale decorate verso la fine del XVIII secolo. La prima (Sala 3) presenta pareti di colore neutro, con una finta zoccolatura a riquadri in marmo giallo, simile al rivestimento del camino e degli stipiti delle porte. Le tre soprapporte sono decorate con stucchi bianchi raffiguranti allegorie dell’Aria (mongolfiera, aquilone, bandiere, bandierina segnavento, farfalla, uccello con ali spiegate e girali d’acanto), del Fuoco (officina di un fabbro, araba fenice tra le fiamme e girali d’acanto) e dell’Acqua (pesci, rete da pesca, tridente e fiocina, piante acquatiche e airone), mentre il riquadro sopra la specchiera del camino presenta un’anfora cesellata tra girali d’acanto. La volta è dipinta con quadrature neoclassiche che circondano il medaglione centrale. In ciascun riquadro angolare si inserisce un cassettone con rosone circondato da rami con foglie, mentre nelle cornici rettangolari al centro di ciascun lato sono dipinti paesaggi. Il medaglione centrale è chiuso da una cornice di forma quadrata, con varie modanature all’antica, che contiene una cornice a losanga con girali d’acanto, piume e uccelli. Lo spazio tra la cornice quadrata e la losanga è decorato da foglie d’acanto in finto stucco. Al centro della losanga si inserisce il rosone formato da un drappo a ombrello, fissato al bordo della cornice circolare.

Sala 2

La seconda sala rivolta verso la corte ha pareti lisce, con zoccolo inferiore ornato da riquadri con motivo a losanghe e modanatura con kyma di foglie. Nelle soprapporte sono rappresentati episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, dipinti a monocromo su fondo rosso, entro cornici con modanature a kyma (Ratto di Proserpina; Perseo e Andromeda, Apollo e Dafne; Bacco e Arianna). Il soffitto è dipinto con finte quadrature architettoniche a monocromo che riprendono lo stile delle soprapporte. La fascia esterna è suddivisa in otto riquadri divisi da lesene con decori a candelabra. I riquadri angolari, con racemi vegetali, recano al centro medaglioni ellittici con divinità a monocromo su fondo rosso (Giove, Diana, Marte, Mercurio), circondati da una cornice a ghirlanda di foglie e frutti. I riquadri al centro dei lati presentano vasi con fiori tra coppie di putti alati. Il medaglione centrale è composto da diverse cornici concentriche di varie forme e con diversi motivi decorativi (fregi a onde continue, anthemion, foglie d’acanto, tralci di rose), che terminano nell’oculo centrale con Saturno, Venere e Cupido.

Sala 1

La prima sala dell’ala principale, confinante con il Salone d’onore e rivolta verso la corte interna si distingue per le pareti tinte uniformemente di giallo, fatta eccezione per la finta zoccolatura a riquadri marmorei che si sviluppa nella parte inferiore. Il riquadro sopra il camino e le soprapporte presentano panoplie in stucco bianco su fondo giallo: il riquadro maggiore è composto da torce accese, spartiti e strumenti musicali legati a un nastro, tra rami di quercia; la prima soprapporta da una torcia accesa, un falcetto e un fascio di spighe e fiori (Estate); la seconda da un annaffiatoio pieno di fiori, un ramo fiorito e un nido con due colombe (Primavera); l’ultima due bastoni terminanti con un motivo a pigna e un canestro di vimini contenente selvaggina, uva e vari frutti (Autunno). Il soffitto è dipinto con una volta a tromp l’oeil costituita da una cornice terminante con una balaustra di forma quadrata con angoli smussati. La cornice è costituita da diverse modanature con vari motivi decorativi all’antica; la parte centrale è dipinta a monocromo con girali d’acanto e pampini d’edera. Nei quattro angoli sono inseriti medaglioni circolari sostenuti da coppie di sfingi, raffiguranti i quattro continenti a monocromo su fondo rosa. Al centro di ciascun lato si inserisce inoltre una lunetta con testa: il capo è coperto di foglie o frutti, mentre dalla bocca fuoriescono due girali d’acanto. La cornice si apre su una volta architettonica, dipinta sui toni chiari del rosa, del verde e dell’azzurro, suddivisa in nove riquadri di varie dimensioni. I riquadri angolari sono decorati con racemi vegetali in finto stucco; i riquadri al centro dei lati hanno racemi vegetali in finto stucco negli angoli e un medaglione centrale ottagonale con anfora e racemi vegetali, sempre in finto stucco; il medaglione centrale, di forma rettangolare, con girali d’acanto e decori floreali in finto stucco, contiene un oculo ellittico con il carro di Fetonte a monocromo su fondo azzurro.

Sala 2 Sala degli Antenati

La sala posta a sera dello scalone, detta Sala degli Antenati, è affrescata con quadrature realizzate da Antonio Mazza nel marzo 1781 e con figure probabilmente di mano di Andrea Nanini. Il soffitto piano, ancora permeato di movenze e passaggi cromatici tipici del barocchetto lombardo di metà Settecento, finge la presenza di una mossa volta con volute, cartouche e festoni vegetali, aperta nel centro da un grande oculo che mostra un cielo nuvoloso, popolato da putti. Il primo livello della quadratura architettonica è costituito da un paramento monocromo con volute, cartouche, specchiature angolari con racemi vegetali in finto rilievo e festoni di fiori policromi. Al centro di ogni lato si inserisce una sorta di cartiglio a edicola contenente una figura femminile seduta su una nuvola, a volte accompagnata da un putto, dipinta a monocromo su fondo giallo. Le figure sono dotate di attributi che rimandano al tema della musica e del teatro (cetra, tromba, triangolo, maschera). La struttura è profilata da una cornice mistilinea leggermente aggettante e nei quattro lati si inserisce una testina femminile con collana di foglie dorate. Sopra la cornice, in corrispondenza di ciascuna testa, si trova una coppa dorata con fiori. Il secondo livello è suddiviso in otto riquadri da elementi di raccordo curvilinei, che connettono la base al cornicione centrale; all’interno dei riquadri sono dipinti racemi vegetali in oro su fondo rosa. Il cornicione che delimita lo spazio dell’oculo centrale ha un andamento mistilineo a otto lobi, con decorazioni floreali policrome o in monocromo blu, aperture cuoriformi, decori a conchiglie e foglie.

La parte figurata rappresenta un cielo coperto da nubi, popolato da gruppi di putti con strumenti musicali. Il gruppo principale occupa la metà inferiore del cielo e rappresenta tre putti alati con strumenti musicali, spartiti, drappi svolazzanti e un cigno. Nella parte superiore si trovano una testa alata e una coppia di amorini in volo con mazzi di fiori in mano e una nuvola scura che fuoriesce dal limite dalla cornice ed è abitata da ulteriori amorini, privi di attributi.

Considerando i numerosi rimandi al mondo musicale, è probabile che la sala fosse utilizzata in origine come sala della Musica.

Le tre soprapporte sono dipinte con un medaglione circolare raffigurante un busto maschile in monocromo; la cornice, decorata con un motivo a ovoli, si inserisce tra due cornucopie da cui fuoriescono frutti e rami con foglie. Nella parte superiore si trova un bottone da cui pendono due nastri che cadono intorno alla parte superiore della cornice.

Stefania Cretella

Salone d’onore

Il Salone del piano nobile è caratterizzato dall’imponente affresco della volta eseguito da Carlo Innocenzo Carloni intorno al 1750. La volta presenta una quadratura architettonica rococò con cornici mistilinee, mensole a ricciolo e balaustra che corre lungo il profilo superiore e che fa da cornice al medaglione centrale. La finta architettura è decorata da festoni di fiori, quattro medaglioni raffiguranti putti bacchici a monocromo su fondo giallo e da panoplie d’armi ai quattro angoli. Il medaglione centrale è occupato da un Trionfo in Olimpo che comprende diverse scene disposte in modo da accentuare la digressione prospettica in profondità: il primo episodio rappresenta Mercurio che accompagna Venere, Atena e Giunone al Giudizio di Paride; sulla destra si inserisce un gruppo di divinità formato da Saturno, Apollo, Diana, Bacco e un satiro; al centro il banchetto degli dei con Giove, Marte, Ercole e Nettuno. Completano l’affresco una numerosa serie di putti alati e figure femminili. Le pareti sono suddivise in specchiature separate da grappoli di frutti sostenuti da nastri, che compaiono anche nei festoni del fregio superiore. Le specchiature principali poste nelle pareti maggiori sono ornate da panoplie d’armi; questi elementi sono stati eseguiti trent’anni dopo la volta, come dimostrano la presenza dello stemma con i simboli delle famiglie Maggi e Chizzola, realizzati in occasione delle nozze tra Paolo Chizzola e Bianca Maggi. Le soprapporte sono affrescate con panoplie composte da oggetti e tondi in monocromo bronzo raffiguranti putti, legati al tema delle arti (musica, scultura, pittura, architettura, poesia).

Sala 15 Corridoio a L

Superata la porta di fondo della Galleria delle Sfingi si raggiunge un corridoio a L affacciato verso il cortile interno, formato da una campata in asse con la galleria, una campata di raccordo e due campate sul lato lungo. Le pareti, dipinte in verde acqua come i soffitti, sono scandite da pilastri angolari e da lesene binate con capitelli ionici in stucco bianco, che sostengono gli archi ribassati che suddividono in campate la volta a botte. Sono realizzate in stucco anche i timpani triangolari delle finestre, le cornici delle finestre cieche superiori, i doppi stemmi coronati  dei Calini e degli Avogadro, e le panoplie d’armi, i decori vegetali delle lunette, i rosoni e le cornici dei medaglioni delle volte. Tra le lesene delle pareti piene della terza e quarta campata sono dipinte a trompe l’oeil finestre simili a quelle presenti nelle pareti opposte.

I medaglioni delle volte sono dipinti a monocromo con gruppi di figure allegoriche e mitologiche poste su nuvole. Nel primo, la Virtù, una figura femminile alata  con asta e medaglione a forma di sole, viene incoronata da una seconda figura posta al vertice della composizione, identificabile con la Gloria; una terza figura femminile e quattro putti sorreggono vari attributi che rimandano al tema della gloria e del potere militare e religioso (corone, galero, bandiere, spade, scudi, scettri e lance). Nel secondo, la protagonista è l’allegoria della Pace, interpretata da una fanciulla con il capo cinto da una corona di ulivo, che tiene in mano una cornucopia carica di frutti e nell’altra un ramo d’ulivo; con il piede sinistro schiaccia un’armatura. Il putto alla sua sinistra suona il flauto, mentre quello sul lato opposto cavalca un agnello e tiene un leone al guinzaglio. Il terzo medaglione ha al centro Giove, affiancato dall’aquila; nella nuvola sottostante, Atena presenta al re degli dei due putti che sorreggono uno stemma coronato, la cui insegna, non più leggibile, era probabilmente quella della famiglia Calini. Un terzo putto in volo sorregge sulla testa uno scudo, corone, una collana e uno scettro. Infine, sulla destra, una figura femminile, probabilmente Venere, stringe tra le mani due colombe. Nell’ultima campata, due putti armati di lancia, spada e scudo, colpiscono Prometeo, con in mano la torcia accesa, per farlo precipitare dalla nuvola.

Stefania Cretella

Sala 13 Sala dei Grifoni

La Sala dei Grifoni, comunicante con la Galleria delle Sfingi e confinante con la Sala dei Putti e la Sala delle Candelabre, è stata affrescata con quadrature architettoniche di Francesco Vuò e figure di Pietro Scalvini tra il 1780 e il 1781. La quadratura, che modifica otticamente la volta piana, è costituita da una fascia esterna e da una cupola circolare. La fascia esterna è suddivisa in sezioni da archi angolari, dipinti con girali d’acanto policromi tra aquile su fondo bianco, che creano quattro lunette angolari e quattro riquadri di forma irregolare lungo i lati. Le lunette, divise in due settori speculari da una fascia rosa, con al vertice una testa leonina dorata, sono dipinte con girali d’acanto e una coppia di grifoni con coda a foglie d’acanto che terminano con una cornucopia, tutto a monocromo su fondo oro, mentre nei riquadri i girali d’acanto policromi, sempre su fondo oro, si sviluppano intorno a composizioni di strumenti musicali in monocromo. La cornice di imposta della cupola si appoggia agli archi angolari e il punto di raccordo è decorato con rami di alloro monocromi e nastri dorati. Il cornicione di imposta è decorato con una modanatura con motivo a treccia e con una fascia con mensole a foglia d’acanto alternate a metope quadrate con rosellina. Segue un livello con lunette a conchiglia e vele decorate internamente con girali policromi, mentre le sezioni triangolari tra le vele sono decorate a girali dorati. Superiormente, la fascia è chiusa da modanature e da una balaustra. Sul cornicione si appoggiano alcuni vasi di fiori. Al di là balaustra, si vede la calotta della cupola, con rosone centrale, costolature e specchiature con motivi a candelabra a monocromo.

Stefania Cretella