Sala 2 Quadratura

La decorazione pittorica suddivide lo spazio della volta in tre zone: la base, la fascia intermedia e il centro. La base è dipinta con un’articolata struttura muraria basata sul gioco di rientranze e sporgenze determinato dalla sequenza di otto nicchie con copertura emisferica, inserite tra lesene. Le specchiature tra una nicchia e l’altra presentano una modanatura liscia che nella zona superiore crea un motivo intrecciato a 8, dal quale pende un tralcio fogliato, presente anche nelle lesene e sul cornicione che chiude la parte superiore della struttura muraria. In corrispondenza delle nicchie, il cornicione è ulteriormente decorato con foglie d’acanto in finto stucco. Lo spazio posto davanti alle nicchie finge un camminamento protetto da una balaustra che nei quattro angoli sporge illusionisticamente verso la sala; gli angoli sono ornati con motivi a ricciolo vegetale e foglie d’acanto in finto stucco e da racemi vegetali, foglie e fiori dorati. Sulla balaustra posta di fronte alle nicchie più interne, situate a metà di ciascun lato, si trovano quattro anfore. La fascia intermedia della volta è suddivisa in quattro sezioni mediante lesene con capitello a foglia d’acanto e fusto liscio ornato superiormente da un racemo vegetale in finto rilievo. Le specchiature, racchiuse in una modanatura con angoli mistilinei, sono occupate da un leggero e mosso decoro vegetale in finto rilievo. Il cornicione che separa la fascia intermedia e il centro della volta è costituito da riccioli e foglie d’acanto. Lo spazio centrale è occupato da coppie di raggi lineari, divise da tralci di foglie e boccioli, mentre il rosone è formato da linee mistilinee intrecciate e arricchite da riccioli vegetali rocaille.

La gamma cromatica è costituita prevalentemente da tinte pastello sul rosa e azzurro, con l’aggiunta di qualche tocco sul verde.

Stefania Cretella

Sala 1 Quadratura

Negli angoli e al centro di ciascun lato della volta si impostano otto decori architettonici in finto stucco e marmo dai profili curvilinei arricchiti da elementi a ricciolo di ispirazione vegetale. I decori, collegati tra loro formando una cornice continua che marca la base della volta, sono contornati da una cornice che si raccorda a una seconda cornice che delimita lo spazio centrale del soffitto. Le campiture tra un raccordo e l’altro sono decorate con un motivo a grata. Nell’oculo centrale, dipinto con un diverso motivo a grata su fondo celeste, si inserisce il medaglione centrale, unito alla seconda cornice mediante quattro raccordi. Il medaglione mistilineo contiene tre cornici concentriche dall’andamento curvilineo con l’inserto di elementi vegetali, realizzate a finto stucco bianco e oro su fondo rosa. L’intera struttura architettonica è arricchita da minuti racemi vegetali fogliati che sottolineano i movimenti curvilinei delle cornici.

La gamma cromatica è costituita prevalentemente da tinte pastello sul rosa, azzurro e verde.

Stefania Cretella

Galleria

Nel piano nobile del corpo di fabbrica principale si trova una galleria lunga e stretta rivolta verso la corte d’onore. La decorazione ad affresco non coinvolge la prima parte della galleria, sviluppandosi solo nella porzione corrispondente al palazzo cinquecentesco. Le superfici sono affrescate con una quadratura architettonica esplicitamente rococò nella volta a botte, più lineare e controllata sulle pareti. La volta è suddivisa in campate che alternano cupole a coppie di volte a crociera. La finta apertura posta al centro della galleria si imposta su una base ellittica sostenuta da archi ribassati, dalla quale partono quattro arcate che supportano la cupola con al centro una cornice quadrilobata contenente un rosone a foglie d’acanto in monocromo. Le due cupole laterali, rappresentate prospetticamente di scorcio, si caratterizzano per le superfici mosse da riccioli increspati e da cornici mistilinee, che delimitano anche una finestra chiusa da grate. La struttura architettonica della volta è arricchita da motivi a rocaille, riccioli e foglie d’acanto, decori dorati, cassettoni e cornici dai profili mistilinei. Le pareti sono suddivise in specchiature dipinte con composizioni vegetali a sviluppo verticale su fondo rosa. Nelle soprapporte sono raffigurate composizioni di foglie sormontate da un elmo in argento. Dalla galleria si accede a tre sale affrescate con quadrature architettoniche di stile rococò (sale 1, 2 e 3). Considerando le affinità stilistiche e la persistenza dei medesimi dettagli ornamentali, si ritiene siano opera dello stesso artista.

Stefania Cretella

Scalone

L’accesso allo scalone avviene attraverso l’ambiente posto sulla sinistra dell’atrio di accesso. Lo scalone a due rampe non presenta particolari elementi decorativi, fatta eccezione per la decorazione che orna la volta a botte con teste a padiglione; la reale struttura architettonica viene però illusionisticamente trasformata dalla quadratura pittorica, che finge la presenza di una cupola ellittica sorretta da quattro pennacchi determinati da archi ribassati. Lungo la cornice reale della volta si imposta una balaustra, con vasi di fiori ai quattro angoli, davanti alla quale, al centro di ogni lato, sono ritratte quattro figure femminili raffiguranti le Virtù: la Nobiltà, con la corona e lo scettro; la Temperanza, con in mano un ramo di palma e un freno; la Fortezza, con lo scudo e la spada; la Prudenza, con in mano uno specchio. Al centro della volta, con uno scorcio da sotto in su, è raffigurato un putto in volo che tiene nella mano sinistra un cartiglio con la scritta “humilitas” e nella destra una bilancia e un serpente.

Stefania Cretella

Salone

Il salone d’onore è posto al centro del corpo di fabbrica principale e ne occupa l’intera larghezza, con i lati maggiori aperti da sei finestre rivolte verso la strada e verso il cortile interno. La decorazione pittorica, che riveste completamente la volta a schifo e le pareti, presenta quadrature architettoniche e scene figurate di carattere allegorico. La struttura architettonica dipinta sulle pareti, in stile neoclassico, si imposta su un basamento dipinto con riquadri in marmo nero; le porzioni di parete inserite tra le finestre sono occupate da colonne con fusto liscio e capitelli corinzi, poste ai lati delle specchiature con medaglione circolare incassato e rosone centrale a foglie d’acanto. Le finestre sono invece delimitate da pilastrini terminanti in una mensola a foglia d’acanto. Le colonne e le mensole sostengono la trabeazione, aggettante in corrispondenza delle specchiature, che corre lungo tutto il perimetro della sala e termina con una modanatura a dentelli. Nelle pareti maggiori, l’ordine superiore è suddiviso in specchiature separate da lesene con capitello a mensola ornata da foglia d’acanto e festone vegetale che pende al centro del fusto. Le specchiature minori sono lisce, mentre quelle maggiori, poste sopra le finestre, sono dipinte a monocromo con figure maschili e femminili legate al tema dell’acqua (allegorie dei fiumi). Nelle pareti minori si trovano le quattro porte laterali che collegano alle sale laterali. Le porte si inseriscono tra colonne e lesene che sostengono la trabeazione superiore e sono sormontate da timpani ad arco ribassato contenenti festoni vegetali e medaglione circolare con testa maschile. Lo spazio tra le porte si apre illusionisticamente grazie alla presenta di un arco monumentale sostenuto da numerose colonne, che interrompe la continuità della trabeazione. Nel secondo ordine, in corrispondenza delle porte, è simulata la presenza di una loggia con balconata, chiusa da lesene con teste di putti, festoni vegetali e vasi di fiori. Oltre l’arco della parete di sinistra è raffigurata una scalinata a doppia rampa che porta a un piazzale con porticato curvilineo, costituito da colonne binate e trabeazione continua. Sul piazzale si erge un monumento composto da un basamento in marmo bianco che sostiene una colonna in marmo rosa con capitello composito dorato. Il basamento è ornato con rilievi in oro (figure, delfini e festoni), mentre il fusto liscio della colonna è avvolto da un festone vegetale. Il paramento murario della scala, coronato superiormente da una balaustra, reca un’iscrizione in caratteri di fantasia. Sulla sommità dell’arco sono dipinti, a monocromo, due putti alati, uno di schiena, con in mano una tromba, l’altro che sguaina la spada; al centro uno stemma con il sole e un uccello con le ali spiegate, circondato da maschere, festoni e bandiere. L’arco della parete opposta è sormontato da una composizione simile ma con alcune varianti: i putti in volo sono privi di attributi e lo stemma rappresenta una ghirlanda di foglie e frutti. Al di là dell’arco è rappresentato un diverso scorcio, composto da un primo manto stradale, da cui parte una rampa di scale con mancorrenti ornati alle estremità da vasi di fiori. Segue una seconda rampa che conduce al piazzale con arco di trionfo e colonnato mistilineo.

L’impianto architettonico prosegue anche nella fascia perimetrale della volta, formata da un basamento dal profilo piuttosto complesso e articolato con parti aggettanti, mensole e balconate, ornate da vasi di fiori, festoni, putti in monocromo ocra che affiancano medaglioni figurati. L’architettura prosegue anche nel livello superiore con una sorta di porticato, in gran parte nascosto dal primo basamento, dal quale partono due arcate che suddividono il cielo coperto di nubi. La porzione centrale, chiusa entro un profilo quadrilobato, è occupata dalla figura di un nobile soldato con corazza e lancia, che in piedi su una nuvola apre le braccia e si rivolge verso due figure femminili in trono poste sulla nube superiore, allegorie della Nobiltà e della Magnanimità. Vicino al guerriero si trova il Merito, ritratto come un vecchio con le ali, mentre più in basso la Fama suona la tromba, con un putto in volo sotto di lei. Altri putti sostengono un libro aperto e un bastone terminante con una mezzaluna.

La scena principale con il Trionfo si svolge oltre lo spazio architettonico, mentre le altre figure che completano la volta si trovano all’interno dello spazio dipinto, creando una continuità tra ambiente reale e spazio virtuale. La figura più vicina all’episodio centrale è quella della Luce, figura femminile con un bagliore sopra il capo, accompagnata da un putto alato con uno specchio tra le braccia che riflette un raggio di luce. Sul basamento architettonico del lato sinistro è seduta l’allegoria della Storia, intenta a scrivere con una penna d’oca sul libro sorretto da un genio alato, mentre una figura femminile con l’armatura e accanto un leone, forse la Forza o la Virtù eroica, sembra suggerire alla Storia cosa scrivere. Il lato opposto è occupato dalla Gloria, con il capo coronato di lauro dorato, la tromba in una mano e una corona di alloro nell’altra; alla sua destra si sporge un putto alato con in mano un ramo di palma. Di fronte alla Gloria è posta un’altra figura femminile con il capo coperto da un elmo, la corazza e una lancia nella mano, probabilmente allegoria della Vittoria; al suo fianco un putto sostiene uno scudo dorato con un emblema araldico.

Stefania Cretella

Salone d’Ercole

La Sala d’Ercole è coperta da una volta a schifo affrescata con quadrature architettoniche e una scena mitologica che occupa la parte piana del soffitto, realizzate verosimilmente tra il 1797 e il 1802. La quadratura architettonica finge la presenza di un porticato che corre lungo tutta la base della volta: le lesene scanalate e le colonne in marmi policromi si impostano sul basamento in pietra ornato con bassorilievi rappresentanti composizioni di foglie nei piedistalli delle lesene, festoni di frutti nei sostegni delle colonne binate e festoni di nastri nei riquadri angolari. Le specchiature comprese tra le lesene sono dipinte con motivi a candelabra in policromia, mentre la parte centrale di ogni parete è immaginata come una balconata che mostra lo spazio interno del loggiato e dalla quale si affacciano figure femminili in abiti settecenteschi, Atena e figure maschili all’antica.

L’affresco sul lato est è lacunoso in più punti e le figure affacciate al balcone non sono più visibili, ma permangono un tambuto, l’asta su cui è infilato un berretto frigio e la bandiera con il tricolore rosso bianco e verde, allusioni al periodo rivoluzionario della repubblica bresciana del 1797, che determina un evidente discriminante per la datazione dell’opera. Sul mancorrente della balaustra nord sono appoggiati una coppa e un’anfora cesellata in bronzo. Le colonne e le lesene sostengono la trabreazione lineare che sottolinea il punto di congiunzione tra i piani verticali e la superficie piana. Il medaglione centrale è incorniciato da un fregio a girali d’acanto policromi su fondo scuro. Nei quattro angoli sono collocati tondi che rappresentano alcuni episodi della vita di Ercole a monocromo su fondo blu: l’uccisione dell’Idra di Lerna; la cattura di Cerbero; la lotta con i centauri; la dispersione degli Uccelli del lago Stinfalo. Anche il medaglione centrale presenta un’importante lacuna che interessa la metà sinistra della scena; nonostante questo, l’affresco è ancora facilmente leggibile: nella parte inferiore si trova Ercole, in piedi su una nuvola e dotato dei suoi caratteristici attributi, la clava e la pelle del leone  Nemeo, rappresentato anche sul bordo inferiore della scena, sconfitto dopo la battaglia con l’eroe. La zona centrale è occupata da un tempietto circolare, dipinto con colori più tenui per suggerire la profondità spaziale; il tempio accoglie diverse figure maschili e femminili, tra i quali compare una giovane donna che solleva una corona di alloro. Nella parte superiore si trova invece la Gloria, con la corona di alloro (o di quercia, Cfr. Anelli 2013, p. 751) in mano, e due putti alati in volo, uno dei quali stringe nella mano il nastro tricolore. Il tema dell’affresco è quindi il Trionfo di Ercole in Olimpo.

Scalone

Lo scalone d’onore è costituito da un solenne impianto a due rampe con una balaustra marmorea su cui poggia la statua di un leone a riposo, uno dei simboli della città. A metà e all’apice della balaustra sono state inserite due statue raffiguranti atteri eseguite da Sante Calegari il Vecchio per la Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo ad Offlaga, in provincia di Brescia, poi spostate proprio in Palazzo Provaglio. Il soffitto è scandito da tre medaglioni inseriti all’interno di cornici in stucco ornate da motivi a grata, volti femminili, elementi vegetali e a rocaille; le scene dipinte raffigurano Giove, Venere, Cupido e Saturno, L’Allegoria del Tempo che domina la Verità, e infine Cerere e Bacco. Il primo riquadro si apre al centro del soffitto: il fulcro dell’opera è la figura di Giove incoronato, con in mano uno scettro e accompagnato da un’aquila; egli si rivolge a Venere seduta alla sua sinistra, la quale si copre le nudità con un velo azzurro, mentre tra le due divinità maggiori spunta Cupido nell’atto di incoccare una freccia nel suo arco. Venere e Giove sono accompagnati da tre figure femminili prive di particolari attributi iconografici. Sulla scena sorvola Mercurio, riconoscibile dal petaso in testa, il caduceo in mano e le ali ai piedi, accompagnato da quattro putti alati, forse raffigurazioni dei quattro Venti. Sotto questo gruppo centrale si profila Vulcano che poggia su un’incudine, tipico elemento iconografico, reggendo un martello tra le mani; sotto di lui un giovanetto gli porge un elmo, mentre lì accanto si possono scorgere uno scudo e una corazza, forgiati nella fucina del dio del fuoco. Poco più in basso, si scorge un secondo gruppo di putti alati reggenti delle frecce.

Il secondo riquadro mostra il Tempo, raffigurato come un vecchio alato intento ad afferrare l’allegoria della Verità. Il Tempo è identificabile grazie ai suoi tipici elementi iconografici: la falce e una clessidra, rette da uno dei putti sotto di lui; accanto a quest’ultimo un altro amorino regge un uroburo, simbolo dell’eterno ritorno. La figura di Verità è coperta solo da un velo giallo, intenta a guardare verso l’alto, dove le nubi sono squarciate da un raggio di sole, uno degli elementi tipici di tale Allegoria; uno dei putti le porge un ramo di palma. Sotto il gruppo centrale due figure femminili nell’atto di togliere una maschera, ad indicare il disvelamento della Verità.

Il terzo riquadro presenta Cerere e Bacco con puttini alati. La figura femminile appare giovane, i capelli acconciati in una pettinatura adorna di fiori, mentre con la mano destra regge un fascio di grano; alla sua destra Bacco, un giovane aitante che regge nella mano sinistra un tralcio di vite carico di frutti, la testa incoronata dalla medesima pianta. Sotto Cerere sbuca un putto nell’atto di sostenere una fiaccola accesa, elemento tipico della dea, mentre gli altri amorini fanno parte del corteo del dio del vino.

Agli angoli del soffitto, circondati da panoplie d’armi, si notano gli stemmi araldici di tre casate ed un quarto tondo raffigurante Cristo tra due Santi, tutti inseriti all’interno di stucchi decorativi. Completa la decorazione la serie di sovrapporte con paesaggi, due dei quali di matrice settecentesca, mentre gli altri sono rifacimenti successivi al 1948.

Maddalena Oldrizzi

Salone

Il grande salone di rappresentanza è completamente affrescato con quadrature architettoniche di gusto rococò e con un imponente medaglione nella volta. La decorazione delle pareti è molto varia e articolata, e ciascuna parete è tripartita dalla presenza regolare di colonne in marmo rosato, sostenute da alti piedistalli e dotate di capitelli corinzi dorati. Nella parete d’ingresso si trovano due porte (la prima comunica con lo scalone, la seconda con una sala adiacente), mentre la sezione finale ha una finta porta con tendone verde drappeggiato. La parete di sinistra ha due porte laterali; tra le due colonne si inserisce l’arco di un portico che si affaccia su una scenografica piazza con fontana, scalone e diverse architetture. La parete rivolta verso la strada ha tre reali porte finestre, la centrale delle quali si integra illusionisticamente in un ambiente a pianta centrale, con una scalinata laterale che conduce a una balconata. L’ultima parete è interrotta al centro da una porta, mentre le superfici ai due lati sono dipinte con arcate che si aprono nuovamente su architetture e piazze immaginarie. Nella parte superiore di ciascuna parete sono inserite finestre, alcune reali, altre a tromp l’oeil con vari personaggi in abiti settecenteschi; in alcuni casi, le balaustre sono dipinte, in altri i balconcini sono realizzati in ferro battuto, leggermente aggettanti rispetto alla superficie delle pareti. Lo spazio sopra le finestre è occupato da una balconata continua con affacci sporgenti al centro di ciascun lato; una serie di colonne tortili con capitelli a volute sostiene una trabeazione mistilinea che mostra una ulteriore struttura architettonica con archi, trabeazioni e decori a foglie d’acanto. La quadratura architettonica si apre su un cielo con nubi nel quale prende vita un Trionfo in Olimpo, con Plutone e Cerbero, Atena, Mercurio, Marte, Saturno, Nettuno, Giove, Apollo e l’Allegoria dell’Eternità.

Stefania Cretella

Scalone

Lo Scalone in pietra a doppia rampa collega l’androne al piano nobile. Nel pianerottolo del piano superiore sono presenti tre porte con stipiti in pietra e panoplie d’armi scolpite nel timpano. Il soffitto è occupato da un medaglione con cornice mistilinea, raffigurate la Caduta dei Giganti (gruppo di sinistra: Cupido, Venere, Marte, Giunone, Diana, Saturno, Mercurio, Nettuno; al centro: Giove; gruppo di destra: Giganti)

Stefania Cretella