Palazzo Gaifami, ora sede della Croce Bianca

Palazzo Gaifami, ora sede della Croce Bianca

Il palazzo fu edificato nel torno d’anni compreso tra il 1742 e il 1744 su commissione dei fratelli Gaifami, per celebrare la propria ammissione al Consiglio generale cittadino (Quecchia, 2015, p. 78). La facciata si presenta scandita in tre parti da lesene di ordine gigante con capitelli mistilinei ornati a ovoli e triglifi che sorreggono il cornicione superiore e che si ripetono alle estremità della struttura, come chiusura della decorazione architettonica. Il portale d’accesso è incorniciato da colonne ioniche che sostengono l’architrave lineare e la balconata con balaustra in pietra che si apre dinnanzi la porta finestra principale. Le finestre sono decorate da mensole aggettanti nell’ordine inferiore e, al piano superiore, da timpani leggermente sporgenti che alternano la canonica forma triangolare a quella ad arco ribassato. Sopra il massiccio cornicione continuo, al centro della struttura, si staglia una sopraelevazione finestrata con coronamento a timpano, in corrispondenza del salone centrale a doppia altezza. Il portone monumentale permette di entrare nell’atrio a tre campate che immette, a sua volta, nel cortile interno, sul quale si affacciano quattro porte di accesso al piano terreno dell’edificio. Il monumentale scalone, caratterizzato da un maestoso soffitto raffigurante Le Arti Liberali guidate dalla Fama verso la Magnificenza, immette al piano nobile in cui un ampio salone d’onore passante, a cui lati si dispongono cinque sale decorate: da una parte la sala del Sapere, la sala di Bacco e la sala di Zefiro, dall’altra, la sala della Giustizia e della Pace e l’Alcova. Le decorazioni pittoriche sono attribuite a Carlo Innocenzo Carloni per quanto riguarda le parti figurative e a Carlo Molinari e Giovanni Zanardi per le quadrature architettoniche. Gli apparati pittorici attribuiti a Carlo Innocenzo Carloni e Carlo Molinari e possono essere datati, su base stilistica, entro il 1750 (Quecchia 2015, p. 78).

Giulia Adami

 
Bibliografia:

Giambattista Carboni, Notizie istoriche delli pittori, scultori ed architetti bresciani, a cura di Carlo Boselli, Brescia, 1962, pp. 148-152; Eleonora Monti Giovanni Zanardi, Zanardi Monti autobiografie, a cura di Camillo Boselli, Brescia, 1965, pp. 22-27; Amalia Barigozzi Brini, Klara Garas, Carlo Innocenzo Carloni, prefazione di Edoardo Arslan, Casa Editrice Ceschina, Milano 1967, pp. 100-102, tav. 9-12; Fausto Lechi, Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, Vol. 6: Il Settecento e il primo Ottocento nella città, Edizioni di Storia Bresciana, 1977, pp. 169-178; Ruggero Boschi, Le architetture in Le alternative del Barocco. Architettura e condizione urbana a Brescia nella prima metà del Settecento, catalogo della mostra, Brescia, 1981, p. 88; Francesco Frangi, La pittura a Bergamo e Brescia nel Settecento, in La pittura il Italia. Il Settecento, Milano, 1990, p. 106; Laura Sacchetti, Celebrando un secolo di solidarietà: per i cento anni della Croce Bianca restaurato l’affresco del Carloni in palazzo Gaifami in AB: atlante bresciano, n. 23, estate 1990, pp. 71-73; Carlo Innocenzo Carloni 1686/87-1775: dipinti e bozzetti, catalogo della mostra (Rancate, Pinacoteca Zust e Campione d’Italia, Galleria civica, 14 settembre- 30 novembre 1997), a cura di Simonetta Coppa, Peter O. Kruckmann, Daniele Pescarmona, Skira, Milano 1997, pp. 102-105; Silvia A. Colombo, Simonetta Coppa, I Carloni di Scaria, Fidia edizioni d’arte, Lugano 1997, pp. 228, 299-301; Filippo Pedrocco, La pinacoteca di Egidio Martini, Venezia 2001, pp. 68-69, scheda 41; Andrea Quecchia, Carlo Innocenzo Carloni a Brescia: novità per i cicli pittorici Martinengo di Pedernello, Gaifami e Valotti Rampinelli Rota, in “Arte Lombarda”, n. 3, 2015, pp. 70-84.

Giulia Adami, Croce Bianca Brescia, già palazzo Gaifami, in Stefania Cretella (a cura di), Miti e altre storie. La grande decorazione a Brescia. 1680-1830, Grafo, Brescia 2020, pp. 53-55.


 
Indirizzo: via Fratelli Bandiera, 22
 
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