Biancini, Società Ceramica Italiana di Laveno, Madonna col Bambino

All’interno del repertorio delle ceramiche ideate e modellate da Biancini per la Società Ceramica Italiana di Laveno si trova un ristretto ma interessante nucleo di opere di soggetto religioso, sviluppato sia nel formato a tutto tondo che a bassorilievo. La formella raffigurante la Madonna col Bambino non compare nel catalogo della mostra organizzata a Faenza nel 1992, ma è certamente ascrivibile all’operato di Biancini se si confronta il modellato giottesco dei corpi, la resa fisiognomica dei volti e la volumetria dei panneggi con il tondo in terraglia forte smaltata in nero opaco e metallizzato dedicato a san Francesco (Angelo Biancini tra Faenza e Laveno. Ceramiche 1937-1940, catalogo della mostra a cura di Gian Carlo Bojani, Franco Bertoni (Faenza, 1993), Centro Di, Firenze 1992, p. 58, cat. 39). Il taglio compositivo, con la Madonna dietro un parapetto e il Bambino in piedi su di esso, abbracciato alla madre, riprende i modelli della pittura rinascimentale, ai quali si ispira anche il dettaglio del festone di foglie e frutti alle loro spalle. Nonostante la solita modellazione sintetica ed essenziale tipica del linguaggio maturo di Biancini, che qui determina una definizione dei volti talmente sommaria da farli sembrare delle bambole di pezza, l’artista non rinuncia a definire dettagli dal valore fortemente decorativo e tattile, come la veste leggera del Bambino, dalla quale emergono le nocche nodose delle ginocchia, l’intreccio del corpino, la gonna solcata da linee ondulate e la ricca aureola dalla Madonna.
Le numerose cadute di smalto che lasciano emergere il bianco della terraglia in prossimità delle pieghe e delle incisioni più marcate, e la particolare cromia opaca dello smalto color bronzo metallizzato, permettono di ipotizzare che si tratti di una smaltatura a freddo e che il rilievo possa essere stato realizzato come prototipo. Se si confronta, infatti l’opera con una placchetta rivestita con lo smalto più denso tradizionalmente usato dalla manifattura di Laveno, si potrà anche notare che la stesura bronzea non ha attenuato alcuni dei dettagli plastici più minuti, come le onde della gonna, le pieghe dei tessuti e le righe a raggiera dell’aureola (Cfr. Angelo Biancini e la fabbrica delle statue. Sculture realizzate a Laveno (1937-1940), catalogo della mostra (Castel Bolognese, Museo Civico, 8 dicembre 2011 – 15 gennaio 2012), Museo Civico di Castel Bolognese, 2011, p. 38, fig. 37).
Stefania Cretella